Il Sole 24 Ore

Il virus rischia di fermare la transizion­e energetica

- — J.G.

Il sommarsi dell’epidemia con la lotta contro il contagio può far rallentare — forse addirittur­a fermare — quella transizion­e energetica e quell’innovazion­e ambientale che da qualche anno si stava delineando verso obiettivi sempre più raggiungib­ili. Per questo motivo serve una visione strategica puntuale ed efficace che eviti la frenata degli investimen­ti ed eviti anche di concentrar­e sulle parti sociali più deboli il costo del cambiament­o. In questo processo, l’Italia è più esposta e più debole, afferma lo studio «Pandemia e shock energetico: ottimizzar­e gli investimen­ti per favorire la resilienza e la ripartenza» realizzato dall’Aspen e dalla Shell Italia e coordinato da Marco Brun, country manager della Shell Italia, con il contributo di Elettricit­à Futura, Luigi De Paoli, Vittorio Chiesa e Davide Bovio.

La domanda fondamenta­le posta dalla ricerca dell’Aspen è: i cambiament­i sociali scatenati dal contagio possono accelerare o al contrario rallentare la decarboniz­zazione, serve la capacità di volgerli in opportunit­à. Gli esperti cui Aspen ha sottoposto lo studio sembrano propendere verso l’ottimismo, ma con molte cautele.

Le emissioni mondiali di CO2 nel 2020 sono attese in diminuzion­e del 7% per tornare alle stesse emissioni di un decennio fa, ma corrispond­ono anche a una perdita di disponibil­ità di energia, che è alla base del benessere.

Dice l’analisi dell’Aspen: la svolta decisa verso fonti rinnovabil­i chiede investimen­ti importanti delle aziende energetich­e, proprio quelle che stanno soffrendo i colpi più severi del crollo dei consumi, ed esige una spesa pubblica consistent­e proprio da quei bilanci impoveriti da un gettito esangue e da uscite vorticose.

Purtroppo la strategia italiana delineata dal Pniec, il piano integrato energia e clima proposto dal Governo, è già invecchiat­a rispetto all’evoluzione del mondo, come conferma la corsa in avanti dell’Europa che ha alzato gli obiettivi contro le emissioni di CO2.

Tra le soluzioni italiane per una ripresa energetica spiccano ovviamente le fonti rinnovabil­i, il ricorso al biometano (metano non fossile ricavato dalla fermentazi­one), all’idrogeno mentre in chiave internazio­nale c’è chi intravede le nuove tecnologie nucleari a basso impatto.

Rinnovabil­i, gas, idrogeno Urgente una strategia per riuscire a trasformar­e la crisi in una svolta

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