Novartis punta 250 milioni sulla ricerca clinica in Italia
L’ad Frega: «I Paesi asiatici e dell’Europa dell’Est non sono più competitivi»
Rafforzare la ricerca clinica, sui farmaci già prodotti e su nuovi, con investimenti per 250milioni da realizzare nei prossimi tre anni e che dovranno generare valore per 5300 milioni. I fondi da investire andranno quasi del tutto ad attività del servizio sanitario nazionale che parteciperanno agli studi clinici. Questo è il pilastro del piano di Novartis per l’Italia, un piano che, allo stesso tempo, introduce un metodo di forte interazione con istituzioni e utenti per affrontare nodi cruciali del Paese e propone, per la ricostruzione della sanità post covid, una nuova alleanza pubblicoprivato.
Una impostazione, definita “Analisi di materialità”, che la multinazionale di origine svizzera aveva già adottato su scala globale e ha voluto replicare con una focalizzazione specifica sull’Italia. L’Analisi è stata condotta in collaborazione con The European House - Ambrosetti, coinvolgendo nel corso di un anno oltre 230 collaboratori e 500 stakeholder, alcuni interni al mondo Novartis, altri espressione delle istituzioni sanitarie, della comunità medico scientifica, delle associazioni di pazienti e della società civile. Dal dialogo sono emerse indicazioni che si possono sintetizzare in tre aree di focus: innovazione terapeutica e digitale, il ruolo centrale del paziente, etica e sostenibilità.
Se ne è parlato in occasione del webinar intitolato « Il dialogo conta. Ripartire dalla salute per costruire insieme la società sostenibile di domani » , che si è tenuto ieri, con la partecipazione tra gli altri del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. Hanno partecipato anche Enrico Giovannini, portavoce dell'Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile; Stefano Scarpetta, direttore del dipartimento Occupazione dell’OCSE; Antonio Gaudioso, di Cittadinanzattiva; Walter Ricciardi, ordinario di Igiene alla Cattolica e consigliere del ministro della Salute; Annamaria Parente, presidente della Commissione Igiene del Senato; Enrico Coscioni, presidente di Agenas; Filomena Maggino, presidente della Cabinadi regia Benessere della presidenza del
Consiglio. « Siamo partiti un anno fa con lo studio del nuovo Piano – dice Pasquale Frega, Country President e Amministratore Delegato di Novartis Italia – nel corso del 2020 la riflessione avviata si è rivelata ancora più utile con la diffusione della epidemia » . Aggiunge: « È indispensabile che si sviluppino progettualità condivise, che affrontino nodi cruciali per la crescita nazionale, come la governance dell’innovazione, la sostenibilità, l’accesso alla salute » .
Frega parla di una fase positiva per la ricerca italiana, ma denuncia scarsa attenzione da parte del Governo. « I Paesi asiatici e dell’Europa dell’Est non sono più competitivi. Mentre è apprezzata la qualità della formazione dei nostri ricercatori. Ma a differenza di Paesi europei come Francia e Germania, l’Italia destina ancora poche risorse alla ricerca. Quanto al Mes, il fondo di 37 miliardi disponibili e utili per il settore sanitario, non viene utilizzato per veti incrociati di Governo e Parlamento » .
Tre i progetti che, nella chiave della sostenibilità e della condivisione, sono stati formulati e in parte avviati. Frega parla di un accordo con il ministero dei Beni culturali che punta alla crescita della cultura scientifica in Italia. « Abbiamo avuto con il Covid una prova delle resistenze alla scienza ufficiale – spiega l’ad di Novartis Italia – che riguarda molto anche i giovani. Su questo fronte è necessario intervenire » . Tra le azioni individuate vi è la creazione di un Museo digitale della medicina. Il secondo intervento punta soprattutto alla digitalizzazione del servizio sanitario nazionale, esigenza diventata ancora più pressante con la diffusione del Covid. « Tra marzo e giugno 2020 – segnala l’ad – sono stati annullati 20milioni di esami diagnostici. Con una migliore digitalizzazione si può intervenire » . Novartis ha avviato un progetto che coinvolge 2mila medici di base a cui saranno fornite le infrastrutture per dialogare tra di loro e con gli ospedali del territorio. Infine, la terza gamba del Piano prevede in partnership con Enel e con Anci uno studio sull’inquinamento nelle città, allo scopo di fissare strategie di prevenzione. Il Covid, del resto, ha dimostrato la diffusione di patologie dell’apparato respiratorio. « È un nuovo modello di sanità – ha detto il ministro Manfredi – che si sta mettendo in campo, ci vogliono più laureati e devo dire anche competenze un pò diverse. Servono tecnologie ma anche con nuove competenze » .
250
MILIONI DI INVESTIMENTI Il piano di Novartis in Italia per i prossimi tre anni