Il Sole 24 Ore

«Creval-Agricole, sì a una offerta che fa vincere tutti»

«Dicendo che aderiamo vogliamo facilitare il deal perché ci crediamo» «Bene UniCredit-Mps se rispetta i termini voluti dall’acquirente»

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L’offerta dell’Agricole sul Creval? «C’è da ringraziar­e» che sia arrivata. Ma sì anche a UniCreditM­ps, a patto che il deal «tuteli gli azionisti» di piazza Gae Aulenti e sia pilotato dall’attuale ceo Jean Pierre Mustier. E sì anche a BancoBpm-Bper, perchè crea «sinergie e valore». Davide Serra, che con il suo fondo Algebris è azionista di diverse banche italiane, spiega la sua visione sui principali deal del momento. A partire dall’Opa lanciata dal Crédit Agricole sul Creval.

L’offerta dei francesi l’ha sorpresa?

Sono rimasto sorpreso perchè c'erano altre opzioni sul mercato. Ma da investitor­e del Creval non posso dire altro che “ben venga” a all'Agricole: ll'A g ricole: è azionista della banca valtelline­se e conosce bene il suo board. L’offerta è un segno di fiducia rispetto al lavoro fatto dal management.

Algebris, che ha il 5,4% del Creval, ha aderito all’Opa con una mossa inusuale per la sua tempistica stica, , visto che è arrivata insieme al lancio dell’offerta. Non aveva più senso attendere?

Noi abbiamo detto che aderiamo all’Opa e riceveremo, una volta che l’offerta sarà autorizzat­a ed efficace, quanto previsto. Dicendo che aderiamo vogliamo facilitare l’operazione perché ci crediamo: l’Agricole è l’Intesa Sanpaolo francese, è storicamen­te radicata nel territorio, ha azionisti di lungo periodo e un modello di business diversific­ato e sostenibil­e. Creval, che era una banca popolare e fortunatam­ente si è trasformat­a in Spa, entrerebbe in un gruppo solido e profittevo­le.

Il mercato però potrebbe vedere in questa mossa un segno di sfiducia nei confronti dell’attuale Ceo Luigi Lovaglio. È così?

È una sciocchezz­a. La mia stima nei suoi confronti è forte e intatta esib basa a sa su 20 ann id diiri su risulta tilt atipp oositi vi daluige nera ti,s in dall’epoca in cui era ac apodi BankPekao. Anzi, ho presentato io stesso il suo nome al primo azionista Denis Dumont quando si trattava di costruire la lista per il Cda nel 2018. A tre anni dal suo ingresso in Creval posso dire che Lovaglio ha gestito al meglio la banca, stabilizza­ndola e portandola all’utile. Oggi però tutte le banche devono affrontare le sfide della digitalizz­azione. E servono gruppi più grandi per fare investimen­ti.

Algebris è un fondo con un peso sul mercato. Quale pensa sarà la risposta del mercato in Opa? Il Cda della banca ha alzato le barricate, definendo l’offerta «inattesa» e «non concordata».

La nostra accoglienz­a positiva può facilitare l'interesse degli altri azionisti, i quali deciderann­o se proseguire con l’Agricole o tornare alle condizioni precedenti. Secondo me ci saranno adesioni significat­ive perch perché é tutti capirancap­iran - no che la banca diventa più forte. Il board, che è di elevata qualità, farà invece le sue valutazion­i come è giusto che sia. Per noi quella dell’Agricole è una buona offerta che rende l’operazione “win win”: al Creval si dà una stabilità di medio lungo periodo, l’Agricole trova un ottimo partner. Un’ipotetica fusione con Banca Popolare di Sondrio, per dire, non sarebbe stata analogamen­te efficace per il Creval perché avrebbe concentrat­o i problemi e creato sovrapposi­zioni. Noi non l’avremmo supportata.

I 10,5 euro per azione proposti incorporan­o un premio del 21,4%, che secondo alcune banche d’affari è poco. L’offerta è migliorabi­le?

Da quando abbiamo investito nel Creval nel 2018, e quindi a partire dall’aumento di capitale, il titolo è sempre sceso. L’Agricole oggi offre il 35-40% in più rispetto all'indice bancario, in cui ci sono anche banche di standing, ed è parecchio. È un’offerta cash, non c'è da discutere sui concambi. Ovvio poi che seda qua all’avvio dell’offerta ci ritrovassi­mo con un’ economia cch eh e riparte, grazie grazie ai vaccini, e in cui tutto settore bancario risale, allora il valore di quello che oggi è un ottimo premio, per un semplice effetto ottico potrebbe ridursi. Viceversa, se l’economia si fermasse, allora ci sarebbe da ringraziar­e ancora di più per l’offerta francese.

Il mercato bancario è in fermento. Come vede una fusione tra Unicredit e Mps?

Noi siamo azionisti di UniCredit e non di Mps. E mi sento di dire che dal punto di vista sistemico è positiva, perché Siena non può rimanere stand alone e deve andare in un gruppo più forte. Sul versante di UniCredit, l’operazione è positiva se rispetta i termini posti dal board e dal Ceo Mustier. Come investitor­e ho fiducia in lui perchè, pur in uscita, aveva messo paletti a protezione degli azionisti. È nell’interesse di tutti gli stakeholde­r fare una buona integrazio­ne con Mps.

Algebris è anche nel capitale sia di BancoBpm che di Bper. Le piace l’idea di un’aggregazio­ne tra le due realtà?

Sarebbe un’ottima operazione, perché è come se si unissero quattro ex popolari in una, ovvero Bpm, Banco Popolare, Bper e un pezzo di Ubi, che è a sua volta originata da altre popolari. Si darebbe origine a un maxi-polo attivo in territori adiacenti tra loro, in grado di generare quel valore e quelle sinergie che oggi servono.

BancoBpm-Bper sarebbe un’ottima operazione: un maxi-polo in grado di generare valore e sinergie Davide Serra FONDATORE DEL FONDO ALGEBRIS

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