Stretta di Pechino, più limiti all’export civile e militare
In vigore da oggi il sistema doganale unificato, a tutela della sicurezza nazionale
Svolta protezionistica della Cina sul versante della tutela del know- how delle sue aziende civili e militari.
Ritorsione contro le black list americane o le ricorrenti accuse europee di trasferimento forzato di tecnologie? Fatto sta che Pechino si chiude a riccio, da oggi entra in vigore un sistema doganale unificato destinato a limitare le esportazioni di prodotti e tecnologie, militari e/ o con doppia destinazione d’uso, per motivi di sicurezza nazionale e di ordine pubblico.
Controlli, multe, indagini e sanzioni penali: il trattamento si applicherà anche alle aziende basate in Cina ma costituite in tutto o in parte da soggetti esteri nonchè agli importatori e destinatari stranieri di queste esportazioni a rischio per il Governo di Pechino.
La nuova legge varata il 17 ottobre dall’Assemblea popolare nazionale fornisce tra l’altro una nuova base interpretativa degli obiettivi di politica estera o di politica industriale, slegandola dal semplice concetto di sicurezza nazionale.
Data l’ampia definizione di beni controllati, rientrano nel riferimento alle “tecnologie” e ai “dati” anche la divulgazione a terzi di tecnologie controllate considerabili come esportazione.
La legge riordina la materia, finora disciplinata da disposizioni contenute in diverse leggi e regolamenti amministrativi, e fissa un elenco, rivedibile periodicamente, di prodotti e tecnologie da tenere sotto controllo, dispositivi militari e materiali nucleari, beni e tecnologie e servizi legati al mantenimento della sicurezza e degli interessi nazionali e all’attuazione di obblighi internazionali tra cui quello alla non proliferazione degli armamenti. Le restrizioni e i requisiti di licenza possono, quindi, applicarsi ad un’ampia gamma di operazioni.
Pesanti le multe in caso di violazioni conclamate, da multe fino a 5 milioni di renminbi o fino a dieci volte i profitti conseguiti a seguito delle attività illegali, la sospensione dell’attività, la revoca delle licenze commerciali di esportazione e restrizioni sulla possibile ripresa delle attività di esportazione da parte dei responsabili. Le violazioni che integrano ipotesi di reato prevedono sanzioni penali.
Molto sensibile il versante legato alle specifiche tecniche perché la legge sul controllo delle esportazioni stabilisce chiaramente che i prodotti controllati includono dati, ad esempio i dati tecnici relativi agli articoli.
Questa svolta cinese tutta da analizzare negli aspetti pratici crea una serie di perplessità sull’uso che se ne farà.
« La normativa deve essere letta all’interno di un più ampio scenario che la Cina sta predisponendo sia riguardo alla geopolitica, sia riguardo al diritto, sia riguardo alla programmazione politico/ economica - dicono Laura Formichella ed Enrico Toti legali dello studio Ntcm -. Ma la trasformazione cinese è inarrestabile come dimostra la promulgazione e, oggi, l’entrata in vigore di questo importante testo legislativo » .