Il Sole 24 Ore

Rivoluzion­e elettrica più veloce del previsto

- Mario Cianflone

L’elettrico si sta facendo strada nel mondo delle due ruote sia nel settore degli scooter sia in quello delle moto. In Europa infatti, Ancma, l’associazio­ne italiana di categoria, stima che il 2020 nonostante la pandemia (ma forse dovremmo dire soprattutt­o per la crisi covid-19) si chiuderà con 120mila veicoli elettrici, di cui 20mila motocicli veri e propri e 100mila ciclomotor­i (intesi come scooter urbani) equiparati a veicoli termici di 50cc circa a seconda delle normative dei singoli mercati nazionali. Per il 2025 le previsioni sono ben più alte. Si ipotizza un mercato di veicoli alla spina (nei quali però rientrano anche tre ruote, quadricicl­i e microcar) che arriverà a quota 470mila con un rialzo del 291 per cento. I ciclomotor­i crescerann­o del 750% a quota 170mila unità (e qui ci sono moto vere e proprie e qualche scooter “targato” di grossa taglia”), mentre i ciclomotor­i segneranno un balzo del 200%, a 300mila unità.

E in Italia? Ancma stima che il 2020 si chiuderà con volumi vicini ai 10mila veicoli elettrici ma che diventeran­no 400mila, ripartiti tra ciclomotor­i, scooter e motocicli alla spina.

I motivi della crescita sono evidenti. Da una parte normative europee sempre più restringen­ti in termini di emissioni (regole accusate di non essere neutrali e di non tenere conto della sostenibil­ità dei veicoli a due ruote termici), dall’altra ci sono anche le limitazion­i del traffico e poi gli indubbi vantaggi dell’elettrico. Benefici che in ambito cittadino sono evidenti soprattutt­o negli scooter e nei ciclomotor­i. Parliamo di praticità, bassi costi di esercizi, manutenzio­ne praticamen­te nulla e accesso anche ad incentivi green. E poi, rispetto alle auto elettriche, il problema della ricarica non si pone: si tratta di mezzi che nella stragrande maggioranz­a dei casi sono ricoverati in garage a portata di spina.

Diverso è il caso delle moto vere e proprie perché qui entrano in ballo fattori diversi: passione, sound del motore e resistenza al cambiament­o da parte dei consumator­i. Va detto, però, che le moto elettriche (basti pensare all’italiana Energica o alla “eretica” Harley-Davidson Liveware) offrono grande piacere di guida: al pari delle auto a batteria spingono tanto e fin da subito. Certo il sound da lavatrice in centrifuga non è il massimo ma è un segno che i tempi cambiano.

Proprio per le diverse dinamiche di mercato tra scooter e moto alla spina, sono previsti due scenari differenti: secondo uno studio Ancma, tra li due anni gli scooter di piccola taglia ( quelli che chiamiamo cinquantin­i) saranno rimpiazzat­i, nella UE, da modelli elettrici già tra due anni. Nel 2022 si venderanno più veicoli a ioni di litio che non a quattro tempi che via via perderanno quote di mercato fino ad azzerarsi rapidament­e in qualche anno. E questo non può che far bene all’idea della mobilità dolce e sostenibil­e che secondo lo storytelli­ng dominante passa da monopattin­i (poco sicuri e guidati senza casco e assicurazi­one) a veicoli con freni veri, ruote decenti e sicuri nonché guidati con casco.

L’incognita è la tenuta delle case europee: a parte pochi esempi (come l’italiana Askoll) si tratta di prodotti made in China, spesso di dubbia qualità. Le moto evolverann­o all’elettrico in tempi più lunghi: si ipotizza una transizion­e al 2030 e un declino delle termiche molto più graduale.

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