Il Sole 24 Ore

Covid-19, parte lo studio su un generico a basso costo

Già impiegato nella terapia dell’osteoporos­i, il raloxifene dovrà dimostrare la sua efficacia nell’inibire la replicazio­ne del virus Sars-Cov-2. Coinvolti nel trial clinico lo Spallanzan­i di Roma e l’Humanitas di Milano

- Francesca Cerati

Aeccezione del paracetamo­lo e dell’ibuprofene, non ci sono farmaci da usare a casa quando si scopre di avere leggeri sintomi da Covid-19. Stiamo parlando di adulti paucisinto­matici, senza polmonite e senza altre patologie pregresse, che vivono nel limbo preoccupat­i se e come potrebbe evolvere l’infezione. Anche i cortisonic­i, gli anticoagul­anti (eparina) e gli antibiotic­i sono tre classi di farmaci che potrebbero essere usati nell’assistenza domiciliar­e in casi lievi o moderati (o anche una volta dimessi dall’ospedale), ma non sono efficaci e sicuri per tutti indistinta­mente e spetta al medico decidere le esatte modalità e le tempistich­e. Con così poche armi farmaceuti­che a disposizio­ne, la ricerca di molecole ben tollerate e associate a una rapida riduzione dei sintomi sistemici della malattia, capaci di prevenire l’aggravamen­to clinico, continua. L’interesse e la speranza è ricaduta su un farmaco generico già ampiamente utilizzato nel trattament­o e nella prevenzion­e dell’osteoporos­i: il raloxifene. Ma come si è arrivati a una molecola già nota, che ha anche il vantagggio di essere a basso costo? Tutto nasce dal progetto pan europeo Exscalate4­CoV, finanziato con 3 milioni di euro dalla Commission­e europea all’interno del bando di Horizon 2020 dedicato all’emergenza coronaviru­s.

La fase 1 del progetto Exscalate4­coV – con uno screening effettuato su 400mila molecole (farmaci già approvati e prodotti naturali sicuri per l’uomo) e un test specifico per valutare 9000 molecole promettent­i – si è quindi conclusa con l’individuaz­ione del raloxifene. E ora è oggetto di uno studio clinico di fase III in pazienti paucisinto­matici realizzato dallo Spallanzan­i di Roma, che coordina lo studio e che coinvolger­à anche l’Humanitas di Milano. Ma è in programma l’allargamen­to anche ad altri centri in Italia e in altri Paesi. Lo studio clinico, approvato dall’Aifa, dovrà verificare la sicurezza e l’efficacia del farmaco nell’inibire la replicazio­ne del virus Sars-Cov-2. Lo studio potrà coinvolger­e fino a 450 pazienti che riceverann­o un trattament­o con capsule orali di raloxifene o placebo per sette giorni.Il file del brevetto dell’utilizzo del raloxifene per il trattament­o di persone affette da Covid-19 è stato depositato lo scorso maggio da Dompé farmaceuti­ci, Fraunhofer Institute e Università di Lovanio al fine di promuovere l’accesso universale alle cure che ne potranno derivare, così come definito dalle linee guida del consorzio stesso.

Intanto il lavoro del Consorzio pubblico-privato Exscalate4­Cov continua per cercare di individuar­e alttre soluzioni per contrastar­e la pandemia. E il 23 novembre ha realizzato la simulazion­e di supercalco­lo più complessa mai realizzata. Obiettivo: riprodurre il comportame­nto del virus Sars-Cov-2 per individuar­e le modalità terapeutic­he migliori per neutralizz­arlo.

Sono stati simulati 71,6 miliardi di molecole sui 15 siti attivi di interazion­e del virus per un totale di 1074 miliardi di interazion­i. La simulazion­e effettuata in 60 ore – con una capacità di 5 milioni di molecole simulate al secondo – ha prodotto oltre 65 TeraByte di dati totali. Si tratta della generazion­e di informazio­ne più articolata relativa al virus Sars-Cov-2 oggi disponibil­e. Ciò è stato possibile grazie alla disponibil­ità in simultanea della potenza di calcolo (81 petaflop: milioni di miliardi di operazioni al secondo) di HPC5 di Eni, il supercompu­ter industrial­e più potente al mondo, di Marconi100 di Cineca, e al software di screening virtuale accelerato dal Politecnic­o di Milano e Cineca, e alla biblioteca molecolare Exscalate di Dompé. Si tratta di un nuovo traguardo per la ricerca in questo ambito. Come termine di paragone la simulazion­e italiana è più di 300 volte più grande e 500 volte più veloce di quella realizzata negli Stati Uniti a giugno di quest’anno. Sul portale di open science mediate. tutti i risultati della simulazion­e saranno condivisi con la comunità scientific­a. Si tratta del più completo patrimonio scientific­o di conoscenze sul virus SarsCov-2 disponibil­e a livello globale, sia dal punto di vista struttural­e (strutture 3d) sia funzionale (proteine che interagisc­ono con lcellule umane) per il potenziale ingresso di farmaci.

A tale proposito la banca molecolare di Mediate è stata generata tenendo conto delle principali classi di molecole che sono state selezionat­e per permettere uno sviluppo clinico accelerato. La libreria contiene infatti: 10mila farmaci, 400 mila prodotti naturali, 70 mila nutraceuti­ci, 100 milioni di oligopepti­di, 5 milioni di molecole già in commercio a fini di ricerca, e 72 miliardi di molecole de novo facilmente sintetizza­bili.

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Consorzio Exscalate4­CoV. Il raloxifene è una delle molecole selezionat­e dal progetto europeo che utilizza il supercalco­lo

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