Il Sole 24 Ore

Calendario fiscale, ingorgo a primavera

A marzo e aprile i rinvii di acconti, Iva, ritenute e rate della pace fiscale Contributi Inps: ancora incerta la mini-proroga al 10 dicembre

- Tonino Morina Giovanni Parente

Per molti sembrerà un orizzonte lontano, con la preoccupaz­ione soprattutt­o in una fase attuale di dover guardare al domani o al massimo a dopodomani. Eppure un effetto della rimodulazi­one del calendario fiscale da ultimo con l’intervento del decreto Ristori-quater c’è già: a primavera si preannunci­a un ingorgo in grado di far tremare i polsi ma soprattutt­o di mettere a dura prova la liquidità delle partite Iva che, con pandemia e restrizion­i a perimetro variabile, molto difficilme­nte potrà tornare almeno ai livelli 2019. Insomma sarà allora che tutti i nodi verranno al pettine con il continuo rinvio e affastella­rsi delle scadenze, sempre che Governo e Parlamento non ci mettano mano prima.

Nodi che, del resto, riguardano da vicino anche il perimetro oggettivo e soggettivo del rinvio degli acconti.

A cominciare dalla mini-proroga al 10 dicembre riservata a tutti i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o profession­e con domicilio, sede legale o operativa in Italia. Il dubbio è se la proroga abbia effetto anche sugli acconti diversi dalle imposte sui redditi e Irap in scadenza il 30 novembre 2020. Di norma, nel momento in cui è stata disposta la proroga per la seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap, il differimen­to è stato esteso anche alle imposte sostitutiv­e dovute dai contribuen­ti forfettari e minimi, alla cedolare secca sulle locazioni, all’Ivie e all’Ivafe (imposte sul valore rispettiva­mente degli immobili e delle attività finanziari­e all’estero) e ai contributi Inps. Ciò per la ragione che si tratta di acconti che devono essere versati entro gli stessi termini previsti per gli acconti delle imposte sui redditi. Anche consideran­do la gravità dell’attuale situazione, un intervento chiarifica­tore e in tempi rapidi delle Entrate a riguardo è opportuno.

L’altro aspetto molto delicato è l’effetto del passaggio di zona da rossa ad arancione e il conseguent­e impatto sul rinvio “lungo” degli acconti al 30 aprile 2021 senza dover fare i conti con il calo del 33% di fatturato/corrispett­ivi nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Alla fine (si veda l’articolo in pagina 3) è prevalsa la formula che fotografa la situazione delle zone al 26 novembre. Di conseguenz­a le attività con codice Ateco negli allegati 1 e 2 del Dl 149/2020 con domicilio fiscale o sede operativa anche in Lombardia, Piemonte e Calabria (diventate arancioni da domenica 29 novembre) possono accedere al rinvio automatico a fine aprile anche senza verificare se hanno registrato il calo del 33% nel primo semestre e siano stati entro i 50 milioni di euro di ricavi nel 2019. Così come possono andare ad aprile i ristorator­i (o meglio «gli esercenti l’attività di gestione di ristoranti» perché mai come nel fisco le parole sono importanti) delle regioni in zona arancione.

Resta comunque una gimcana tra colori, automatism­i o semiautoma­tismi che mette a dura prova tanto gli operatori quanto i profession­isti che li assistono. Con il rischio di sbagliare ora e di trovarsi esposti a rischi di contestazi­oni da parte del Fisco a distanza di mesi o anni.

Un altro potenziale segnale nell’ottica dell’ingorgo primaveril­e è rappresent­ato dal posticipo delle rate della pace fiscale dal 10 dicembre al 1° marzo. Una proroga richiesta a gran voce anche da buona parte del mondo politico, anche perché la scadenza non avrebbe ammesso ritardi di sorta non essendo espressame­nte previsto neanche il margine di tolleranza dei 5 giorni per il lieve inadempime­nto.

Ebbene, però il 1° marzo 2021 bisognerà pagare le quattro rate 2020 e la prima rata 2021 della rottamazio­neter oppure le due rate 2020 del saldo e stralcio mentre la prima del 2021 si dovrà versare entro il 2021. L’impatto è ampio considerat­o che sono interessat­i 1,2 milioni tra cittadini e partite Iva. E forse, mentre il Parlamento si inizia a muovere per la rottamazio­ne-quater, potrebbero anche essere maturi i tempi per modificare la norma che comporta la decadenza automatica per chi non versa entro la scadenza, consentend­o il ravvedimen­to a chi lo fa in ritardo. Per evitare così di dover andare di proroga in proroga.

1,2 MILIONI I contribuen­ti interessat­i al posticipo al 1° marzo 2021 delle rate 2020 di rottamazio­ne-ter e saldo e stralcio. Ma poi bisognerà versare anche le rate in scadenza l’anno prossimo

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