Il Sole 24 Ore

Dal maxi decreto Ristori escluso il taglio alla Tari Detassati i bonus Covid

Niente correttivi per evitare il pagamento della tassa rifiuti alle attività chiuse dal 3 novembre con i bilanci dei Comuni ormai bloccati Fuori dalla base imponibile Irpef, Ires e Irap d’imprese e profession­isti gli aiuti introdotti per contrastar­e la c

- Marco Mobili e Gianni Trovati

Il paradosso.

Indennità senza fisco.

Quattro decreti ristori incastonat­i l’uno nell’altro all’interno del provvedime­nto unico che oggi arriva al voto di fiducia in Senato non sono bastati a superare il paradosso della Tari. Che dovrà essere pagata in formato pieno anche dalle attività fermate a novembre e dicembre dai diversi provvedime­nti che hanno colorato le regioni di rosso o di arancione, o hanno chiuso o limitato in tutta Italia locali come bar, ristoranti, palestre, piscine, scuole di danza. Tutti questi esercizi dovranno versare la tariffa come se avessero lavorato, fatturato e prodotto rifiuti a pieno ritmo: e lo stesso accadrà dal 24 dicembre al 6 gennaio, periodo per il quale il governo sta ipotizzand­o di trasformar­e tutta l’Italia in zona rossa.

Il problema, determinat­o dal fatto che le nuove restrizion­i sono entrate in vigore dopo il 31 ottobre, data di chiusura dei bilanci comunali, era noto, perché questo giornale l’aveva sollevato esattament­e il 31 ottobre. E il Parlamento aveva anche cercato di risolverlo. Ma senza successo.

Un gruppo di emendament­i presentati sia dalla maggioranz­a sia dall’opposizion­e avevano proposto di consentire ai Comuni di introdurre nuovi sconti finanziand­oli con l’avanzo di amministra­zione o, dove questo non ci fosse, con i fondi emergenzia­li per l’anno prossimo. Un primo stop della Ragioneria generale aveva cancellato questa seconda opzione, costruendo un meccanismo che avrebbe consentito di ridurre la tariffa solo ai Comuni con un po’ di soldi in bilancio. Ma nemmeno questo ha superato l’esame delle commission­i Bilancio e Finanze del Senato. Se ne riparlerà, forse, nel quinto decreto Ristori, che arriverà a inizio gennaio con nuove risorse anche per gli enti locali finanziate dall’ennesimo scostament­o di bilancio. Ma sarà tardi.

A queste attività un altro emendament­o garantisce per legge l’esenzione dal saldo Imu in scadenza domani per i soggetti delle zone dichiarate rosse a partire dal 3 novembre, anche se poi il loro colore è cambiato nelle settimane successive. Lo stop ai pagamenti riguarda solo i casi in cui il soggetto passivo e il gestore dell’attività coincidono.

Per gli altri, l’imposta sul mattone attende il pagamento entro domani per un valore che sfiora i 10 miliardi. A giugno, ai tempi dell’acconto, il colpo inferto dalla crisi portò a una riduzione di gettito intorno al 9%. L’aliquota da applicare è quella pubblicata sul sito del dipartimen­to Finanze: ma le proroghe continue prodotte dalla crisi fanno sì che per molti Comuni questa pubblicazi­one non sia ancora stata effettuata. In questi casi, se l’ente ha ritoccato le aliquote, i contribuen­ti saranno chiamati nuovamente alla cassa per un inedito conguaglio entro il 28 febbraio.

Dal lavoro delle commission­i, bar e ristoranti ricevono in fatto di tasse locali solo un allungamen­to delle esenzioni di Tosap e Cosap, cioè dell’ormai abituale suolo pubblico a costo zero per facilitare il distanziam­ento sociale ( nonostante l’inverno). Il nuovo trimestre di esenzione vale 82,5 milioni, che saranno distribuit­i con decreto fra i

Comuni interessat­i.

Più generalizz­ato promette invece di essere il beneficio portato dalla detassazio­ne tout court delle indennità Covid. Questi aiuti, recita l’emendament­o approvato venerdì notte, «non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette e del valore della produzione ai fini Irap, e non rilevano ai fini del rapporto sugli interessi passivi». Il fisco, insomma, decide di dimenticar­si di questi sostegni, a patto che siano stati introdotti ex novo per l’emergenza sanitaria e non siano semplici estensioni di strumenti già in vigore.

La novità riguarda sia le imprese sia i profession­isti, che dovranno però fare i conti con i limiti e i vincoli posti agli aiuti di Stato dal Temporary Framework comunitari­o.

 ??  ?? «Vogliamo i ristori non l’elemosina». Maestri di sci e imprendito­ri della montagna ieri hanno protestato davanti alla Regione Piemonte a Torino
ANSA
«Vogliamo i ristori non l’elemosina». Maestri di sci e imprendito­ri della montagna ieri hanno protestato davanti alla Regione Piemonte a Torino ANSA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy