Il Sole 24 Ore

L’altolà dei costruttor­i: «Su appalti e superbonus imprese non rispettate»

Il presidente Buia contesta la mancata soluzione della norma sui subfonitor­i: attendismo ministeria­le per far piacere alla Cgil. Su 110% e cantieri nessuna certezza su risorse e tempi. Fermi i pagamenti Pa arretrati

- Giorgio Santilli

«Vedo dilagare uno spirito e un atteggiame­nto antimpresa. Soprattutt­o vedo il vuoto della politica: non arrivano risposte ai problemi della nostra vita quotidana che segnaliamo perché siano risolti e invece restano lì, a galleggiar­e. Serve un piano di ripresa che punti chiarament­e su superbonus e infrastrut­ture, non staremo a guardare oltre le nostre imprese che muoiono». Il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, usa toni esasperati per srotolare un rosario di problemi non risolti che si aggravano con le notizie che arrivano ogni giorno. «Aspettiamo - dice - una soluzione sul subappalto che era prevista già dal decreto legge sbloccanti­eri di diciotto mesi fa. Non bastano due condanne europee dell’Italia per decidere finalmente. Il ministero delle Infrastrut­ture ha un atteggiame­nto attendista per far piacere alla Cgil che vuole non si tocchi nulla. Abbiamo escluso l’ipotesi di un subappalto al 100%, siamo i primi a non volerlo, ma congelare tutto è un atto di irresponsa­bilità politica, tanto più se nel frattempo le Fs fanno bandi di gara con subappalti al 100%. A che gioco stiamo giocando? Allo sfascio?».

Buia è un fiume in piena. «Sul Superbonus - dice - aspettiamo da mesi certezze sui termini di scadenza. Prima si è rinviato alla legge di bilancio, poi al Recovery Plan, ora scopriamo che solo una minima parte delle risorse destinate dal Recovery Plan saranno aggiuntive e la gran parte saranno sostitutiv­e, così la proroga resta appesa, tre anni diventano un anno e poi sei mesi. Un modo per distrugger­e uno strumento che poteva davvero far ripartire il settore dell’edilizia».

Non finisce qui. «Lo stesso gioco - dice Buia - si fa sulle risorse destinate dal Recovery alle infrastrut­ture che doveva essere uno dei capitoli principali della ripresa e invece si limita a realizzare opere ferme da venti anni, con risorse in larga parte sostitutiv­e di fondi già stanziati, una presa in giro, e poche risorse aggiuntive, tutte da verificare. Per altro si affronta questa stagione decisiva senza strumenti adatti, perché il Dl semplifica­zioni è stato un flop, non ha agito sulle vere cause di blocco, ci sono decine di progetti Anas fermi al ministero dell’Ambiente. Intanto una circolare del ministero delle Infrastrut­ture declassa l’obbligo di pubblicare avvisi sulle procedure di affidament­o, voluto dal Parlamento per ragioni di trasparenz­a, da manifestaz­ione di interesse a semplice informativ­a, con il risultato di escludere le Ati fra piccole e medie imprese dagli affidament­i e favorire un gruppo ristretto di imprese».

E ancora, i pagamenti della Pa fra i temi irrisolti tra mille promesse. «Si sono fatte norme - dice Buia - per accelerare il pagamento di soldi che ci sono dovuti da anni ma al primo flop è seguito un secondo flop e la cosa sembra non interessar­e nessuno».

Per non parlare, infine, della rigenerazi­one urbana. «Il disegno di legge è bloccato in Parlamento - dice Buia - e nessuna forza politica di governo se ne preoccupa. Non c’è alcuna iniziativa anche perché sul tema della rigenerazi­one urbana questa maggioranz­a ha già dimostrato con l’articolo 10 del Dl semplifica­zioni come sappia tramutare le promesse di velocizzaz­ione, sburocrati­zzazione, snelliment­o in nuovi oneri e nuovi ostacoli».

Infine Buia contesta l’accordo fatto dal ministero delle Infrastrut­ture con i sindacati Cgil, Cisl e Uil sul protocollo per la produzione a ciclo continuo lungo le 24 ore. «È vero che era un protocollo previsto dall’articolo 9 del decreto semplifica­zioni, ma come si permette il governo di fare un’intesa che impatta sull’organizzaz­ione dell’impresa soltanto con i sindacati, senza chiamare a quel tavolo anche le imprese? Per atteggiame­nto antimprend­itoriale intendo anche questo. Ho l’impression­e che si vogliano scaricare ancora una volta sulle imprese le responsabi­lità e i ritardi della pubblica amministra­zione e di un governo che non riesce davvero a velocizzar­e nessuna procedura. Avevamo detto ai tempi del decreto semplifica­zioni - continua Buia - che il problema stava nelle procedure a monte della gara, nelle autorizzaz­ioni, nei progetti, nel monitoragg­io della pubblica amministra­zioni, e ci hanno risposto azzerando la trasparenz­a nelle gare, come se il problema fosse questo. Ora che con il Recovery Plan è in futuro il gioco del governo, oltre che del Paese, inventano le task force per risolvere problemi che denunciamo da anni».

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Incognita Recovery. Per le infrastrut­ture il Piano nazionale di ripresa e resilienza non ha ancora chiarito se ci siano risorse aggiuntive e dove sarebbero destinate
ANSA Incognita Recovery. Per le infrastrut­ture il Piano nazionale di ripresa e resilienza non ha ancora chiarito se ci siano risorse aggiuntive e dove sarebbero destinate

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