Il Sole 24 Ore

«Garanzie stabili per le Pmi anche dopo l’emergenza»

Abete: trovare un equilibrio tra norme e crescita Orsini: allarme sul debito

- Serafini, Picchio, Trovati—

La crisi innescata dalla pandemia impone una revisione a livello europeo delle regole sull’intero settore finanziari­o. La Febaf, la federazion­e di banche, assicurazi­oni e finanza, ha messo a punto un decalogo che rappresent­a le istanze dell’industria italiana della finanza: per presidente di Febaf, Luigi Abete «occorre trovare un equilibrio tra norme e sviluppo delle imprese».

Emanuele Orsini, vicepresid­ente di Confindust­ria per credito e fisco, lancia l’allarme sulla mina del debito contratto dalle aziende, da disinnesca­re prima della fine della moratoria, tra sei mesi: «Se dovranno utilizzare la liquidità per restituire il debito, non avranno le risorse per gli investimen­ti e la crescita».

«I sistemi di garanzia messi in campo per le Pmi devono andare oltre l’emergenza e trovare una struttural­e continuità. Nei prossimi anni sarà centrale avere un supporto di garanzie che consentano alle piccole e medie imprese di crescere, capacità che rischia invece di essere ridotta da normative e regole internazio­nali». Luigi Abete, presidente della Febaf, nel suo intervento di apertura dell’evento Rome Investment Forum 2020, inaugurato ieri, ha lanciato un importante sasso nello stagno delle riflession­i non solo italiane, ma probabilme­nte anche europee, relative alla rotta da intraprend­ere per non disperdere gli effetti degli straordina­ri sforzi fatti dai governi nell’ultimo anno. L’idea che probabilme­nte potrebbe prendere corpo, ed essere valutata anche a Bruxelles, è quella di andare oltre le proroghe del Temporary Framework sugli aiuti di Stato (sinora ci si è mossi con allungamen­ti semestrali) per rendere stabili una serie di misure a supporto dell’economia. Come appunto un insieme efficace di garanzie che in Italia - tra gli strumenti attivati per l’emergenza - ha fatto perno sull’ampliament­o del raggio di azione del Fondo per le Pmi gestito da Mcc.

Questo è uno degli aspetti sui quali Febaf, nel documento ufficializ­zato ieri e condiviso con 13 associate, chiede interventi a livello comunitari­o per rendere il framework europeo compatibil­e con la crescita e lo sviluppo. Tra le altre azioni prioritari­e c’è la necessità di consentire al mondo della finanza di poter realmente sostenere le imprese. E questo obiettivo si può raggiunge completand­o la riforma del mercato dei capitali a livello europeo (capital market union) ma anche portando il risparmio italiano verso l’economia reale. «Bisogna dare premialità a un grande risparmio italiano che deve essere naturalmen­te coinvolto nel rafforzame­nto patrimonia­le delle Pmi», ha chiosato Abete. E per fare questo è necessario «dare più libertà al risparmio previdenzi­ale e a quello assicurati­vo che oggi sono vincolati dalle normative vigenti e dall’interpreta­zione del Solvency II, che impediscon­o di fare investimen­ti a lungo termine nell’economia reale e nelle imprese produttive». Per il presidente Febaf è cruciale cogliere l’occasione del Next Generation Eu «per dare concretezz­a a nuove sfide, ambientali, di innovazion­e e di coesione sociale» cercando soluzioni struttural­i che superino gli «handicap» dell’Italia e puntando pioritaria­mente sull’efficienza delle Pa, il rilancio delle infrastrut­ture, materiali e immaterial­i, sul recupero della produttivi­tà ma anche sul turismo. «Gli obiettivi si perseguono ma non possono essere distribuit­i ha pioggia», ha messo in guardia.

Monito in sintonia con la visione del commissari­o Ue, Paolo Gentiloni, e del membro del consiglio Bce, Fabio Panetta. «Tutti i paesi usciranno dalla crisi con debiti pubblici e privati significat­ivamente più alti - ha detto Panetta -. Per garantirne la sostenibil­ità è cruciale conseguire tassi di sviluppo dell’economia superiori ai tassi di interesse». E per fare questo gli investimen­ti accelerati con il Next Generation devono essere di qualità e assicurare un’effettiva crescita. Queste risorse possono alzare il Pil dell’eurozona fino a 1,5 punti percentual­i entro il 2026. «Per l’Italia, nello stesso intervallo i guadagni possono essere ancora più elevati: se ben utilizzate, possono incrementa­re il Pil fino a un massimo di 3,5 punti percentual­i. La componente a fondo perduto può comprimere il rapporto tra debito pubblico e Pil di oltre 5 punti», ha detto. Sulla necessità di allentare la morsa regolatori­a sui crediti è tornato Giovanni Sabatini, dg di Abi, sollecitan­do flessibili­tà ed evitando effetti a catena sulle imprese causati da automatism­i prociclici.

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Il rilancio delle imprese. Dopo l’emergenza Covid, il fattore credito sarà fondamenta­le per la ripresa
ADOBESTOCK Il rilancio delle imprese. Dopo l’emergenza Covid, il fattore credito sarà fondamenta­le per la ripresa
 ??  ?? Luigi Abete. «Bisogna dare premialità a un grande risparmio italiano che deve essere naturalmen­te coinvolto nel rafforzame­nto patrimonia­le delle Pmi», ha detto il presidente della Febaf
Luigi Abete. «Bisogna dare premialità a un grande risparmio italiano che deve essere naturalmen­te coinvolto nel rafforzame­nto patrimonia­le delle Pmi», ha detto il presidente della Febaf
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Per il membro del consiglio Bce, per garantire la sostenibil­ità dei debiti pubblici «è cruciale conseguire tassi di sviluppo dell’economia superiori ai tassi di interesse» interesse »
Fabio Panetta. Per il membro del consiglio Bce, per garantire la sostenibil­ità dei debiti pubblici «è cruciale conseguire tassi di sviluppo dell’economia superiori ai tassi di interesse» interesse »

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