«Dalle regole europee sui crediti deteriorati rischi per l’economia»
Audizione del dg Sabatini in commissione banche: «Rivedere gli standard Eba»
«Sarebbe necessario trovare con l’Eba il modo di rivedere i loro standard tecnici regolamentari. La misura più urgente riguarda le ristrutturazione dei prestiti, anche quelli in bonis. Ma in generale vanno riviste le soglie delle definizioni di default, i 100 euro per gli individui e i 500 euro per le imprese» oltre le quali uno sconfinamento di tre mesi costringe a riclassificare un credito come “scaduto”, nei fatti un Npl. Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, chiede l’aiuto del Parlamento italiano, nella sede di un’audizione presso la commissione di inchiesta per le banche, per impedire che l’imminente stretta sulla classificazione dei crediti , dal prossimo primo gennaio, si traduca in una «desertificazione del sistema produttivo italiano». E questa volta i parlamentari della commissione d’inchiesta, da potenziali “carnefici” si sono trasformati in un punto d’ascolto, pronti ad attivarsi per supportare l’appello che arriva dal mondo del credito. Tanto che il prossimo step sarà la convocazione in audizione del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, proprio per fare luce sull’impatto delle regole sugli Npl sull’economia nazionale. Ad annunciare l’appuntamento , che si terrà in gennaio, la presidente della commissione, Carla Ruocco. Del resto proprio la Banca d’Italia ha avviato in questi giorni un’interlocuzione con l’Eba sulla recente apertura sulle moratorie. Su questo anche l’attenzione del ministero dell’Economia è alta. L’Autorità europea ha prorogato fino al 31 marzo la possibilità di accedere alla sospensione delle rate senza dover riclassificare il credito come Npl. Ma, ancora una volta, il diavolo è nei dettagli. «E’ stata recentemente rivista, anche su forte richiesta dell’Abi, la posizione dell’Eba sul regime di flessibilità sulla riclassificazione delle posizioni oggetto di moratoria - ha detto Sabatini -. Però nel rinnovare la possibilità di fare moratorie, Eba ha stretto i parametri e quindi ha imposto un limite massimo di 9 mesi alla moratoria, includendo nel calcolo dei 9 mesi gli eventuali rinnovi». In sostanza, 150 miliardi di moratorie garantite dallo Stato, prorogate sinora solo fino al 31 gennaio, rischiano di richiedere sin dai bilancio 2020 svalutazioni (visto che la banche devono portarsi avanti a svalutare le posizioni rischiose, come prevede anche il calendar provisioning). « Stiamo cercando di capire, anche attraverso il confronto con altre istituzioni italiane, - ha aggiunto il dg - cosa questo può comportare rispetto alle moratorie erogate in Italia. Sarebbe opportuno trovare forme per consentire a imprese che hanno goduto della moratoria di avere comunque ancora una fase di sollievo da questo stress finanziario».
Occorre dare flessibilità, «necessaria per dare la possibilità alle imprese di riprendersi», ha insistito Sabatini spiegando che le banche non vogliono «la sospensione dell’analisi di credito generalizzata, ma la sospensone degli automatismi, per individuare le imprese meritevoli rispetto alle altre sulla base dell’esperienza e non degli automatistmi». Ha inoltre messo in evidenza come in altri paesi il ricorso alle moratorie sia stato molto più limitato, perchè i governi avevano maggiori margini per utilizzare moratorie fiscali.
Il dg si è soffermato poi sulle cessione dei crediti e sulla gestione degli Npl. «Altro tema è quello delle procedure di recupero delle garanzie - ha detto -. I tempi della giustizia italiana, e questo ci viene spesso rappresentato come controargomento dalle autorità europee, purtroppo non agevolano la gestione dei crediti deteriorati. Ora ci sono disegni di legge importanti per accelerare e riformare i meccanismi del processo civile. Però nell’immediato i margini di intervento, soprattutto in emergenza, da parte delle autorità italiane sono ridotte».
Il prossimo step sarà la convocazione in audizione del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco