Gli scienziati al Governo: serve nuova stretta per il Natale
Il Cts raccomanda restrizioni su mobilità e assembramenti, coprifuoco alle ore 20 Allo studio una zona arancione rinforzata per tutta Italia anche per i giorni precedenti alle Feste
Le misure.
Natale ed Epifania in lockdown o quantomeno, soluzione forse più probabile, in una grande zona arancione rinforzata con il coprifuoco alle 20 (invece che alle 22). Le nuove restrizioni da estendere dal 24 dicembre in poi dovranno riguardare - è il consiglio degli scienziati del Cts al governo in un verbale chiuso ieri a tarda sera - in particolare « la mobilità intraregionale», i «luoghi di assembramento» che potrebbero far risalire i contagi a cui si aggiunge la raccomandazione « ad anticipare il rientro alla propria abitazione». Quello che è sicuro è che anche l’Italia - dopo Germania, Olanda ( ma anche Londra e New York) - prepara una nuova stretta per le Feste di fronte a un virus che sembra non rallentare abbastanza e che da ieri ha fatto più di 65mila vittime. A chiederlo come detto sono gli scienziati del Cts che, almeno nella frangia più intransigente, ieri hanno proposto - sulla scia di quanto fatto in Germania - l’ipotesi di una Italia tutta in zona rossa nei giorni festivi e prefestivi (dal 24 al 26 dicembre e poi 31-1 e 5-6 gennaio) o addirittura dal 24 dicembre al 6 gennaio. Un lockdown praticamente come a marzo scorso quando si poteva uscire di casa solo per urgenze e necessità e con l’autocertificazione in tasca. A prevalere però dovrebbe essere l’altra ipotesi, quella di creare una sorta di grande zona arancione nei giorni festivi e pre- festivi, con negozi aperti e ristoranti chiusi. E con il coprifuoco anticipato alle 18 o più probabilmente alle 20.
« Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale - ha confermato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza -, spero che in tempi brevi si possano prendere ulteriori misure per scongiurare un’ipotetica terza ondata » . «Dobbiamo essere più rigorosi durante le festività», ribadisce il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, un altro dei rigoristi all’interno del Governo. Perché sull’altro fronte dell’Esecutivo ci sono gli scettici della linea dura come la ministra Teresa Bellanova di Italia Viva contraria a esempio alla chiusura dei ristoranti a meno che non «ci siano ristori pari al 100 per cento » .
Gli scienziati però non hanno dubbi: le misure sono da « consolidare ed eventualmente - hanno spiegato dal Cts - estendere e rafforzare con una sorta di lockdown per tutto il periodo di Natale » . La necessità di una nuova stretta è legata all’impossibilità da un lato di un controllo capillare del territorio e dall’altro a dati ancora «preoccupanti», con un’incidenza dei nuovi casi ancora troppo alta. È vero che ieri i positivi sono scesi a 12.030, ma come sempre per il forte calo domenicale dei tamponi: solo 103mila (-49mila). La sostanza è che il tasso di positività resta stabile sopra l’ 11%: in pratica si trovano più di 10 positivi ogni 100 test. Troppi. E poi l’Italia, fanno notare gli esperti del Comitato tecnico scientifico, ha anche un numero di morti giornaliero che supera quello della Germania che ha però 20 milioni di abitanti in più. E con le 491 vittime di ieri abbiamo superato i 65mila morti.
Dunque la stretta ci sarà, con l’unica deroga forse degli spostamenti tra piccoli Comuni nei giorni più caldi delle feste entro un certo numero di chilometri. Ieri il Pd, nonostante la nuova linea dura che vorrebbe sposare il Governo, ha presentato la sua mozione ( non ce ne sarà una unitaria di maggioranza) che li consente per chi vive nei Comuni fino ai 10mila abitanti.
Oggi ci sarà l’incontro dei capidelegazione e domani potrebbe esserci il confronto con le Regioni: al momento lo scenario più probabile è quello di non arrivare a una zona rossa, lasciando dunque aperti i negozi ma con bar e ristoranti chiusi e con restrizioni nella mobilità all’interno della Regione. «Ci vuole poco a tornare indietro e vanificare gli sforzi delle ultime settimane » , ha ricordato ancora il ministro Speranza. Che ha parlato anche di vaccino: «Non arriverà subito per tutti e quindi bisognerà scegliere alcune categorie e ci vorrà un po’ di tempo per poter avere le dosi necessarie».