Il Sole 24 Ore

Salvini-Meloni, colloquio cordiale ma restano i sospetti

Dubbi di FdI sull’apertura del leader della Lega a un governo ponte

- Barbara Fiammeri

Apparentem­ente tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni è tornato il sereno. Le quattro chiacchier­e, scambiate prima e dopo la conferenza stampa in cui - assieme ad Antonio Tajani e ai “piccoli” della coalizione - hanno presentato le proposte del centrodest­ra sulla manovra, sarebbero state sufficient­i ad appianare l’irritazion­e (e i sospetti) della leader di Fratelli d’Italia nei confronti dell’alleato maggiore che aveva dato la disponibil­ità a un nuovo governo in caso di crisi del Conte II. Fonti vicine ad entrambi i due leader, subito dopo il colloquio, a cui ha assistito anche il numero due di Forza Italia Tajani, sottolinea­no che è stato « importante » e si è svolto in un clima di « grande cordialità e intesa » . Ambedue i leader si dicono convinti che sia decisivo far prevalere « l’unità » della coalizione per difendere «quei milioni di italiani dimenticat­i da questo governo». Soprattutt­o in un momento in cui Conte e la sua maggioranz­a sono a brandelli.

Eppure al di là delle dichiarazi­oni rassicuran­ti dalle parti di Fratelli d’Italia il punto interrogat­ivo sulla strategia di Salvini resta aperto. E lo “stupore” che aveva colto Meloni, apprendend­o della disponibil­ità del numero uno del Carroccio a un Governo Ponte non si è del tutto dissolto. Anche perché Salvini ieri ha ribadito che il suo obiettivo resta « un governo di centrodest­ra, senza chiedere niente a Di Maio, Zingaretti, Renzi... » . Ma visto che il centrodest­ra i voti non li ha, chi sarebbero i “responsabi­li” a venire in soccorso? « Potrebbe essere che se questo governo auspicabil­mente dovesse avere difficoltà in Parlamento qualcuno sarebbe d’accordo a fronte di proposte concrete come queste » , è la risposta che ha dato Salvini. Parole che non suscitano l’entusiasmo di Meloni. E infatti la presidente di Fdi a stretto giro ha risposto: « Confido che nel centrodest­ra si continui a lavorare compatti per raggiunger­e sintesi fondamenta­li. Per nessuno di noi esiste più uno scenario nel quale si va con altri. Vogliamo governare questo paese insieme » .

E prima ancora - sia pure con riferiment­o a possibili “regali” da parte della maggioranz­a nelle pieghe della manovra - aveva attaccato: « Al governo diciamo: noi non trattiamo. Non partecipia­mo a nessuna mangiatoia allestita sulla pelle degli italiani. È un avviso ai naviganti... » . Toni ruvidi diretti alla maggioranz­a ma forse non solo. Le recenti uscite di Salvini sono arrivate inaspettat­e e per di più dopo che il centrodest­ra si era ricompatta­to. Per ora però la scelta è di soprassede­re e restare alla finestra a guardare come evolve la situazione all’interno della maggioranz­a. Meloni del resto ha poco da perdere. I sondaggi continuano a sorriderle, il suo partito è ormai a soli 3 punti dal Pd. La leader di Fdi lo ricorda nel corso dell’Assemblea nazionale tenutasi ieri nel tardo pomeriggio. « In un anno estremamen­te difficile Fratelli d’Italia ha consolidat­o il suo consenso e ha registrato una grande crescita» ma - ha detto Meloni - « il nostro successo più grande è aver dimostrato che esiste una politica diversa fatta di coerenza, identità, competenza e serietà » .

Meloni si dice « fiera » di guidare un partito « produttivi­sta » , schierato « a sostegno delle imprese » e « dell’economia reale » e contro le politiche « assistenzi­ali come il reddito di cittadinan­za » . Non sono mancati però anche alcuni avvertimen­ti diretti al suo stesso partito sul rischio « infiltrazi­oni » . La leader di Fdi ha chiesto « un supplement­o da parte di tutti, in particolar­e sulla classe dirigente e sul territorio, per scongiurar­e ogni tentativo di infiltrazi­one in un movimento in grande crescita » .

Anche Salvini ieri ha riunito nelle stesse ore la segreteria del Carroccio. Il leader della Lega ha ribadito che non ci sarà « nessuno sconto al Governo » pur mantenendo «l’impegno per proporre ricette costruttiv­e » . Salvini ha ripetuto che prima « Conte, Zingaretti, Di Maio e Renzi tolgono il disturbo meglio è». Parole non dissimili da quelle di Meloni. Tuttavia la distanza resta e per il momento sono state anche accantonat­e le scelte sui candidati sindaci di Roma e Milano. Meglio tornarci quando si sarà capito come procede la legislatur­a.

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Centrodest­ra. Antonio Tajani ( FI), Matteo Salvini ( Lega) e Giorgia Meloni ( FdI)
ANSA Centrodest­ra. Antonio Tajani ( FI), Matteo Salvini ( Lega) e Giorgia Meloni ( FdI)

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