Ericsson svela robot e visori 5G
Presentati gli «Innovation Garage», nei centri di Genova, Pisa e Pagani
Il menu delle applicazioni concrete, frutto del lavoro di Ericsson sul 5G, inizia a essere nutrito. Ci sono i visori 5G connessi che permettono a persone, anche a grande distanza, di condividere un viaggio o una visita museale. Altro ambito d’applicazione è quello della telemedicina, con innovazioni in grado di far circolare e utilizzare dati tramite smartwatch, per esempio, e registrati in forma anonima nella blockchain tramite connettività 5G. C’è poi il capitolo del controllo a distanza di robot “umanoidi”.
Tutti risultati della ricerca “made in Italy” di Ericsson che vuole spingere sull’acceleratore nei suoi tre centri in Italia (Genova, Pisa e Pagani, in provincia di Salerno).
La multinazionale svedese ha così presentato ieri gli Innovation Garage: i nuovi laboratori tecnologici nati all'interno dei tre centri di Ricerca e sviluppo. Con la più tipica logica dell’open innovation, queste tre strutture nascono con l’obiettivo – spiega una nota della società che rivendica di essere in Italia dal 1918 – di «agevolare dipendenti, aziende, istituzioni, studenti, centri di ricerca e start-up nelle attività di co-sviluppo e testing di soluzioni innovative». Ognuno di questo Innovation Garage si caratterizza per una competenza specifica: il laboratorio di Genova è specializzato in latenza delle reti 5G, Pisa in robotica e quello Pagani in cybersecurity.
«Oggi – spiega Alessandro Pane, direttore Ricerca e sviluppo di Ericsson Italia – un’azienda per rimanere competitiva deve collaborare con i diversi attori dell'ecosistema in cui opera, facendo ricorso a idee, strumenti e competenze sia esterne che interne». Gli Innovation Garage, aggiunge Pane, «sono luoghi di cross-fertilizzazione e sperimentazione, dove vige un approccio collaborativo e aperto all’innovazione».
Per quanto riguarda Ericsson – multinazionale da 16 miliardi di euro di ricavi complessivi a livello globale nei primi nove mesi del 2020 e che ogni anno investe in R&S il 17% del suo fatturato annuo globale – questa sua attività affonda in una storia iniziata nel 1978, se si parla di ricerca e sviluppo, e che ha portato a 600 brevetti prodotti dalla R&S in Italia, di cui 40 solo nell’ultimo anno. Del resto il 5G è il fattore che ha dato la spinta all’attività e ai conti di Ericsson che negli ultimi anni aveva perso quote di mercato nel business delle reti, sacrificate sull’altare della sfida lanciata da Huawei. Proprio il report “Harnessing the 5G Consumer Potential” dell’Ericsson ConsumerLab stima il mercato mondiale consumer del 5G in 31mila miliardi di dollari entro il 2023 a livello globale. L’imperativo è farsi trovare pronti.