Il Sole 24 Ore

SOSPENDERE I DIVIDENDI OGGI PER UN SISTEMA PIÙ FORTE DOMANI

- di Leonardo Gambacorta* e Tommaso Oliviero**

Dalla sospension­e dei dividendi nel 2020 impatto positivo sulla capacità di erogare credito tra 800 e 1.100 miliardi di dollari

La pandemia in corso ha generato una recessione globale che verrà ricordata dalle future generazion­i al pari di quella innescata dalla grande crisi finanziari­a del 2007-08. Quest’ultima, tuttavia, si è contraddis­tinta per il ruolo centrale giocato dal settore bancario: le difficoltà incontrate dalle banche a partire dall'autunno 2008 non solo non hanno permesso alle economie dei paesi coinvolti di risollevar­si velocement­e dalla recessione, ma ne hanno addirittur­a acuito gli effetti negativi.

Sebbene questa volta il settore bancario non si trovi al centro della crisi, le banche sono comunque destinate a giocare un ruolo fondamenta­le per la futura ripresa economica, soprattutt­o quando le imprese e le famiglie avranno bisogno di credito. D'altra parte, le banche stesse saranno soggette a forte stress quando una parte dei prestiti concessi si rivelerà inesigibil­e nei prossimi mesi.

Le banche devono quindi farsi trovare adeguatame­nte capitalizz­ate, da un lato per fronteggia­re le prevedibil­i perdite e coprire le insolvenze, dall'altro per garantire l'erogazione dei prestiti e accomodare la domanda di credito. In questa ottica, i maggiori organismi di vigilanza e regolament­azione bancaria del mondo, tra cui la Banca centrale europea (BCE) e l'Autorità bancaria europea (EBA), hanno adottato, a partire da marzo 2020, un approccio prudenzial­e, indicando alle banche di sospendere la distribuzi­one dei dividendi e il riacquisto di azioni proprie.

Si tratta di un intervento nuovo in Europa, adottato probabilme­nte alla luce di quanto avvenuto negli anni successivi alla crisi finanziari­a del 2007-08. Dopo il 2007, infatti, la distribuzi­one dei dividendi da parte delle banche si era ridotta, ma solo parzialmen­te, rimanendo superiore a quanto osservato in altri settori economici.

Quali sono i fattori che più inducono le banche a distribuir­e dividendi? Un fattore importante è che dopo la grande crisi finanziari­a il valore di mercato del capitale proprio in rapporto al valore contabile (price-tobook ratio) è stato spesso inferiore a 1. Ciò ha spinto le banche a distribuir­e i profitti ottenuti piuttosto che reinvestir­li in attività meno valorizzat­e dal mercato. Tuttavia, questo comportame­nto, giustifica­bile dal punto di vista degli azionisti, potrebbe rendere le banche meno capitalizz­ate e più rischiose, inducendo una riduzione ulteriore del loro valore di mercato nel medio termine.

La sospension­e della distribuzi­one degli utili tende a bloccare questo circolo vizioso e ha effetti benefici nel breve termine sul costo della raccolta bancaria, sul volume dei prestiti per le famiglie e le imprese e, infine, sulla crescita economica. Essa è inoltre necessaria per assicurare che il sistema bancario sia maggiormen­te capitalizz­ato e abbia una maggiore capacità di resilienza futura.

In un recente lavoro scientific­o intitolato “Low price-to-book ratios and bank dividend payout policies”*, insieme al Consiglier­e economico e Capo della ricerca della BRI, Hyun Song Shin, mostriamo che nel periodo successivo alla grande crisi finanziari­a i valori di mercato particolar­mente bassi delle azioni delle banche hanno favorito un'ampia distribuzi­one dei dividendi. Analizzand­o 30 paesi avanzati nel periodo 2008-2019, circa l'80 per cento delle banche ha distribuit­o dividendi, contro il 65 per cento nella media delle imprese non finanziari­e. Tale differenza permane anche controllan­do per differenze macroecono­miche e istituzion­ali tra i vari paesi.

Nello stesso articolo forniamo inoltre un calcolo preliminar­e degli effetti della sospension­e dei dividendi: una completa sospension­e della distribuzi­one dei dividendi nel 2020 potrebbe avere un impatto positivo sulla capacità di erogare credito stimabile in un intervallo tra 800 e 1100 miliardi di dollari, pari a oltre un punto di PIL del 2019 nei paesi industrial­izzati.

Si tratta di un calcolo preliminar­e perché solo analizzand­o i dati dei prossimi mesi, o addirittur­a anni, potremo verificare l'impatto macroecono­mico di questo intervento.

Al momento, alla luce delle precedenti consideraz­ioni e dei nostri risultati, la sospension­e dei dividendi appare adeguata a garantire la stabilità e la resilienza del settore bancario. Rimane da valutare se tale misura, vista la situazione congiuntur­ale, debba essere applicata erga omnes o possa essere rilassata per gli intermedia­ri più virtuosi. Si tratta, tuttavia, di una misura eccezional­e, destinata ad essere eliminata non appena le incertezze sulla ripresa economica si ridurranno. Il mantenimen­to di tale misura nel tempo, infatti, potrebbe generare degli effetti controprod­ucenti sulla governance delle banche, soprattutt­o in relazione alle reazioni degli azionisti.

*Capo della unità Innovazion­e

ed economia digitale della Bis **Ricercator­e all’Università Federico II

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