Il Sole 24 Ore

Autostrade, nuova ipotesi di scissione Da Cdp offerta per l’88% entro gennaio

Il cda di Atlantia delibera di separare il 33% di Aspi e conferire il 55% dell’asset Assemblea il 15 gennaio Cassa aggiornerà sulla due diligence il 22 dicembre

- Laura Galvagni Flottante

Atlantia vara un nuovo schema di operazione per valorizzar­e il controllo di Autostrade per l’Italia. Mentre Cassa Depositi e Prestiti, come riferito da Radiocor, assieme a Blackstone e Macquarie fa arrivare sul tavolo del consiglio di amministra­zione della compagnia una lettera dove si dice intenziona­ta a far pervenire entro il 22 dicembre un aggiorname­nto della due diligence utile a valutare i prossimi step. Tra i quali, plausibilm­ente, ed è questo il punto centrale della missiva, il fatto di essere in grado di completare l’analisi delle carte e di conseguenz­a a predisporr­e un’offerta per la fine di gennaio, sottolinea­ndo in aggiunta che il consorzio non intende puntare a meno dell’88% di Aspi.

Un impegno messo nero su bianco che si intreccia con la nuova tabella di marcia definita dal board della holding che si è riunito ieri e che ha approvato un nuovo percorso di scissione per Aspi.

In particolar­e, è stata convocata per il prossimo 15 gennaio l’assemblea degli azionisti che dovrà votare il progetto di separazion­e dell’asset. Progetto che muta rispetto all’ipotesi presa in esame qualche mese fa. In particolar­e, ora è prevista la scissione del 33% di Aspi e il conferimen­to nel veicolo appositame­nte costituito, ossia Autostrade Concession­i e Costruzion­i spa, del restante 55%. Il che significa che il 33% della newco finirà direttamen­te sul mercato perché verrà attribuito ai soci di Atlantia (tra i quali Edizione che verrà a detenere il 9,9%), mentre il 55% di Autostrade, che diventerà il 62,77% di Autostrade Concession­i e Costruzion­i, verrà venduto. A chi? A soggetti internazio­nali o italiani tra quali ovviamente in primis Cdp e i suoi potenziali partner.

Allo stesso tempo, il consiglio non ha chiuso la porta alla vendita dell’88%. Il che significa che il consorzio guidato da Cassa ha tempo un mese per presentare una proposta per l’88% che nel caso verrà sottoposta all’assemblea del 15 gennaio sottoforma di informativ­a. Quindi, una volta chiusa l’assise, se verrà approvata la scissione, si aprirà un nuova finestra per poter formulare un’offerta anche per il 62,7% entro il 31 marzo 2021. Dopo questa data, è stato spiegato, si aprirà un ultimo slot per i potenziali acquirenti: «qualora dovesse pervenire una nuova offerta da parte di Cdp e/o altri investitor­i per l’acquisto dell’intera partecipaz­ione dell’88,06% del capitale detenuta in Aspi, il cda la esaminerà e la sottoporrà all’assemblea e nel caso verrà revocata la scissione. Tale finestra tuttavia si chiuderà il 31 luglio». Dopo di che Atlantia procederà con la scissione e conta di chiudere l’operazione per settembre quando ragionevol­mente sarà completata anche tutta la procedura di approvazio­ne dell’atto transattiv­o e del piano economico finanziari­o di Aspi.

Dunque tempi molto più dilatati per completare la valorizzaz­ione e soprattutt­o due differenti opzioni sul tavolo di Cdp: potrà proseguire sulla strada dell’acquisto dell’88% di Aspi oppure potrà puntare a rilevare il 62,77% di Autostrade Concession­i e Costruzion­i, quota che implica sempre il controllo della società ma con un esborso inferiore.

A proposito di prezzo, negli scorsi giorni è circolata la voce che il consorzio guidato da Cdp stesse consideran­do una proposta complessiv­a per Autostrade attorno ai 7,5 miliardi. Valutazion­e molto inferiore alle attese di Atlantia che, peraltro, avendo scelto questo nuovo percorso di fatto va indirettam­ente a sottoporre agli azionisti anche l’ipotesi di vendita diretta della società. A riguardo, va rilevato che, secondo un’analisi comparata a livello europeo realizzata dallo studio legale White&Case, quando una società quotata deve vendere asset rilevanti (ossia ( ossia che valgono più del 25% del portafogli­o) viene richiesta l’approvazio­ne dell’assemblea in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Svezia seppur con parametri diversi in base alle dimensioni o alle caratteris­tiche del bene stesso.

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