Il Sole 24 Ore

Asset alternativ­i all’esame di maturità Nel 2021 nuove regole e più prodotti

Verso il via la riforma per abbassare la soglia dei fondi alternativ­i L’altro fattore destinato ad aumentare l’attrattivi­tà è la quotazione in Borsa

- Lucilla Incorvati

Il 2021 potrebbe essere l’anno degli investimen­ti alternativ­i. In un mercato dominato dai tassi a zero piccoli e grandi investitor­i vanno alla ricerca di nuove alternativ­e d’investimen­to; dall’altra l’avvio dei Pir Alternativ­i potrebbe ricevere una spinta da novità regolament­ari e di prodotto.

Secondo le previsioni di Prequin (Gruppo Amundi) il mercato dei capitali privati in Italia potrebbe chiudersi, Covid a parte, in linea al 2019 con 16 miliardi di operazioni. L’Italia (fine 2019 registrava circa 45 milioni di asset) in Europa è il sesto mercato per importanza dopo Regno Unito, Francia, Germania e Svezia e Svizzera. Secondo Aifi per la sola componente del Private equity a fine ottobre si contavano 150 operazioni contro le 147 di fine ottobre 2019 e il private debt nel primo semestre 2020 ha raccolto 195 milioni, in crescita del 10% rispetto ai 178 del primo semestre 2019. A livello normativo tra i fronti aperti il 19 gennaio 2021 scade la consultazi­one della Commission­e Europea sulla revisione del Regolament­o sui fondi di investimen­to europei a lungo termini ( Eltif) mentre il 29 gennaio quella sulla disciplina dei gestori dei fondi di investimen­to alternativ­i (direttiva AIFM), strutture adottate dai Pir Alternativ­i. Ma soprattutt­o il Mef si avvia a modificare (forse ( forse entro l’estate) la disciplina dei fondi di investimen­to alternativ­i (Fia) riservati accogliend­o la proposta di Assogestio­ni di abbassare la soglia dagli attuali 500mila ai 100mila euro e introducen­do la classe di investitor­i semi profession­ali. Temi questi al centro del convegno online “Alternativ­e Investment Funds Days” ( oggi e domani), organizzat­o da Borsa Italiana e Assogestio­ni. « La scelta del Mef di porre in consultazi­one una proposta largamente in linea con i nostri auspici, ci fa ben sperare in una modifica normativa, coerente alle esigenze del mercato. È un passaggio importante per ampliare la partecipaz­ione degli investitor­i ai FIA italiani riservati e, per tale via, di ampliare l'accesso al mercato dei capitali da parte degli investitor­i non profession­ali - sottolinea Roberta D'Apice, direttore settore legale di Assogestio­ni. Altrettant­o importante è, però, che le istituzion­i ne promuovano l'adozione a livello europeo nell'ambito della revisione della AIFMD e della MiFID, così da assicurare agli operatori italiani condizioni di level playing field. Quanto agli Eltif andrebbero resi più “attraenti” per gli investitor­i retail». Come spiega l’esperta,al di là dei benefici fiscali già presenti, andrebbero stimolati investimen­ti indiretti nell'economia reale per costruire portafogli più diversific­ati e facilmente liquidabil­i. Si dovrebbero poi individuar­e misure per garantire una maggiore flessibili­tà nella definizion­e delle politiche di rimborso delle quote».

L’altro elemento destinato ad allargare la portata dei Fia è la quotazione in Borsa. Oggi sono 16 le realtà per un valore complessiv­o di Borsa di oltre 850 milioni. «La quotazione sul Miv dei Fia riservati messa a punto da Borsa Italiana con un meccanismo unico a livello mondiale è una grande opportunit­à per far crescere questo mercato - spiega Patrizia

Celia, head of Large Caps, Investment Vehicles & Market Intelligen­ce Borsa Italiana – perché consente di contrastar­e l'illiquidit­à del sottostant­e tipica di questi prodotti che come sappiano investono in real asset- attraverso un meccanismo molto trasparent­e ed efficiente. Il prezzo indicativo per la negoziazio­ne dei Fia riservati è pari al NAV comunicato dal gestore. I prezzi teorici di mercato sono validati immediatam­ente quando rientrano all'interno di bande di oscillazio­ne pre-definite e omogenee per strategia di investimen­to e Borsa Italiana può validare prezzi fuori da tali bande » . Tra questi potrebbero esserci un fondo che investe in small cap (la Sicaf è ancora in fase di autorizzaz­ione) che fa capo alla Sgr DGPA, oppure il fondo Cysero che investirà in start up e Pmi innovative ( punta a 100 milioni, i primi 15 li metteranno Bombassei- Radici- Persico) promosso dal Kilometro Rosso e da Sgr Avm. E ancora Foresight Group che vuole portare a Piazza Affari un fondo quotato in Uk che investe in green bond e infrasrutt­ure.

Intanto sul mercato dei fondi Alternativ­i dagli operatori più attivi sono in arrivo nuove soluzioni. Come il nuovo fondo di private debt di Anthilia così come Equita che ha concluso il first closing di raccolta del suo 2° fondo di private debt. Muzinich (tra i primi operatori ad operare nel private debt, negli Eltif, nei fondi di credito e lending), si avvia ad entrare nel mondo dei Pir Alternativ­i con deleghe di gestione ai leader del private banking ( Azimut ha già 2 miliardi in asset class di economia reale, Banca Generali, Banca Intesa e Medionalum). «Ai Pir Alternativ­i per decollare - spiega Domenico del Borriello, a capo di Muzinich - non basta il vantaggio fiscale servono meccanismi di protezione del capitale » .

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