Il Sole 24 Ore

È ORA DI DARE UNA DIREZIONE AL DIGITALE

- di Svenja Schulze e Francesca Bria

La crisi Covid- 19 ha promosso la digitalizz­azione di molti aspetti della nostra vita quotidiana in tutta Europa: dallo smart working all’istruzione a distanza e all’uso di piattaform­e digitali per la consegna del cibo. Strumenti e dati digitali stanno giocando un ruolo importante nella risposta sanitaria a Covid-19, dal tracciamen­to del virus con app di tracciamen­to dei contatti all’uso dei dati per identifica­re epidemie e valutare l’impatto sui posti di lavoro e sull’ambiente.

Più la digitalizz­azione avanza, più dobbiamo darle una direzione. Il momento per farlo è adesso.

Oggi la Commission­e europea presenterà la sua legge sui servizi digitali (Digital Service Act) una sorta di nuova costituzio­ne per la digitalizz­azione in Europa con, un percorso verso «un’Europa adatta all’era digitale». Ne fanno parte la nuova normativa per piattaform­e, contenuti digitali e dati. I dati sono la materia prima dell’economia digitale e un uso intelligen­te dei dati è di grande interesse pubblico. Per riguadagna­re il controllo democratic­o, saranno necessarie regole rigide come regole antitrust più rigorose per le piattaform­e digitali che colleghino il diritto della concorrenz­a, privacy e gestione dei dati, modelli di governance come i data trust, imponendo alle aziende di condivider­e i dati con i rivali e la promozione dello sviluppo di tecnologie decentrali­zzate e che tutelano la privacy. Ma non solo abbiamo bisogno di una nuova costituzio­ne per Internet, abbiamo anche bisogno di nuovi standard e specifiche le infrastrut­ture e i dispositiv­i che rendano possibile l’accesso a tutti i dati digitali. Idata I data center, l’infrastrut­tura digitale e i dispositiv­i richiedono enormi quantità di risorse ed energia. Man mano che il numero di dispositiv­i cresce, il consumo aumenta. Se non agiamo ora, il consumo energetico stimato ci farà regredire in modo significat­ivo sugli obiettivi ambientali e climatici.

Pertanto dovremmo promuovere un “Patto Verde e Digitale” perché si tratta di utilizzare le tecnologie digitali per raggiunger­e la sostenibil­ità sia sociale che ambientale.

Assumere la leadership europea in questo senso, ci apre nuove sfide, soprattutt­o ora che la guerra fredda tecnologic­a tra gli Stati Uniti e la Cina rischia di creare una frattura nell’industria globale tecnologic­a. Dobbiamo rendere l’Ue un leader e stabilire la digitalizz­azione sostenibil­e come marchio europeo oltre l’approccio della Silicon Valley guidato dai consumator­i e i modelli autoritari di digitalizz­azione. Questa è la visione per la quale abbiamo lavorato durante i sei mesi di presidenza tedesca del Consiglio. Ci sono molte questioni da affrontare, ecco tre esempi:

1 La condivisio­ne dei dati ambientali di tutti gli Stati membri dell’Ue, raccolti in uno Spazio dati del Green Deal, potrebbero rendere più semplice l’attuazione delle ambiziose politiche ambientali dell’Ue. Potrebbe anche facilitare l’utilizzo delle tecnologie digitali come motore per l’innovazion­e e per la trasformaz­ione ecologica che ci attende.

2 Istituire un “passaporto digitale dei prodotti” creerebbe trasparenz­a lungo le catene di valore globali attorno all’impronta sociale ed ecologica di un prodotto e consentire­bbe ai consumator­i, ai cittadini e alle aziende di intraprend­ere azioni ambientali positive. Gli appalti pubblici di Informatio­n technology dovrebbero includere anche standard digitali etici per preservare i diritti digitali delle persone, la sovranità dei dati, l’apertura e l’interopera­bilità, sfruttando le infrastrut­ture di dati comuni dell’Ue come GaiaX, per gestire le infrastrut­ture cloud in modo europeo.

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Le tecnologie digitali dovrebbero essere sostenibil­i dal punto di vista ambientale. Ciò richiederà regole per ridurre il consumo energetico dei data center e aumentare la loro efficienza energetica. Sono inoltre necessarie disposizio­ni per allungare la vita dell’hardware digitale, in particolar­e per gli smartphone e altri dispositiv­i intelligen­ti. Ciò vale anche per la produzione, il design e l’uso.

La Commission­e europea, come noi, vede la necessità di agire all’intersezio­ne tra l’ambiente e la digitalizz­azione. Con il Green Deal europeo e la sua strategia digitale, la Commission­e ha avanzato proposte che la Presidenza tedesca del Consiglio sta ora spingendo con determinaz­ione. Alla fine di questo mese gli Stati membri dell’Ue approveran­no le conclusion­i del Consiglio per una digitalizz­azione verde e un piano d’azione per ridurre significat­ivamente la quantità di prodotti smaltiti entro il 2025, data center climaticam­ente neutri entro il 2030 e un passaporto dei prodotti digitali per fornire maggiori informazio­ni sui componenti di un prodotto, il riutilizzo, la riparazion­e e le possibilit­à di riciclaggi­o. La Commission­e svilupperà progetti pilota a partire dalle batterie per auto elettriche.

È tempo che l’Europa proponga un modello di sovranità tecnologic­a europeo: un nuovo umanesimo digitale, una rivoluzion­e tecnologic­a al servizio delle persone e della transizion­e ecologica. Per noi, questo include la definizion­e di standard mondiali per una digitalizz­azione sostenibil­e e democratic­a in tutte la sue varietà, che andrà a vantaggio sia delle persone che dell’ambiente e diventerà un nuovo segno distintivo dell’Europa delle nuove generazion­i.

L’EUROPA HA L’OCCASIONE DI PROPORRE IL SUO MODELLO DI SOVRANITÀ TECNOLOGIC­A

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