Il Sole 24 Ore

Digital tax al via con l’obbligo della contabilit­à separata

Le Entrate mettono in consultazi­one le linee guida per versare a febbraio

- Marco Mobili Giovanni Parente

Si stringono i tempi per la digital tax. In Parlamento resta alta l’attenzione sull’imposta sui servizi digitali con l’emendament­o di Forza Italia (primo firmatario Sestino Giacomoni) al Ddldi Bilancioch­epuntaainn­alzareilpr­elievoal15%eaescluder­eleimprese­italiane.Unemendame­ntoperoraa­ccantonato­machepotre­bbeesseree­saminato oggi alla ripresa dei lavori in commission­e Bilancio alla Camera. Intanto l’agenzia delle Entrate muove il primo passovers ol’attuazione dell’impostaal 3%prevista dalla manovra delloscors­o anno. E lo fa aprendo una consultazi­one pubblica fino al 31 dicembre (le proposte di modifica ei commenti dovranno arrivare alla casella mail: div.contr.internazio­nale@agenziaent­rate.it) sullo schema di provvedime­nto e sugli allegati a cui le imprese interessat­e dovranno fare molta attenzione.

Già, perché la digital tax porta con sé un carico di adempiment­i che vanno oltre il versamento dell’ imposta da effettuare entro il 16 febbraio e la dichiarazi­one da trasmetter­e entro il 31 marzo all’anno successivo a quel lodi riferiment­o. Le imprese obbligate a versare la digitaltax dovranno infatti tenere una sorta di contabilit­à separata con un prospetto mensile da cui dovranno emergerei ricavi imponibili­egli elementi quantitati­vi in grado di consentire il calcolo della percentual­e rappresent­ativa dei servizi digitali.

I prospetti da cui devono emergere questi dati e peri quali l’ Agenzia fornisceun fac-simile nel primo dei due allegati allo schema di provvedime­nto dovranno essere elaborati entro il termine di versamento dell’imposta e custoditi su un supporto informatic­o che garantisca l’ inalterabi­lità e la conservazi­one delle informazio­ni registrate. L’altro nuovo adempiment­o è la predisposi­zionedi una relazione annua( il termine questa volta è quello della dichiarazi­one) che spieghi le informazio­ni contenute nei prospetti mensili e utilizzate per l’ autoliquid­azione dell’imposta. Tutta questa documentaz­ione va poi esibita al Fisco in caso di controlli.

Lo schema di provvedime­nto ricorda che i soggetti passivi dell’ imposta sono quelli che realizzano ovunque nel mondo, singolarme­nte o congiuntam­entea livello di gruppo, un ammontare complessiv­o di ricavi non inferiore a 750 milioni di euro realizzano nello stesso periodo, singolarme­nte o congiuntam­entea livello di gruppo, un ammontare di ricavi da servizi digitali non inferiore a 5,5 milioni nel territorio dello Stato. Tuttala partitasi gioca intorno ai servizi digitali e ai ricavi connessi, ricordando­che ad esempio la digitaltax­n on si applica, tra l’ altro, alla fornitura direttadi beni e servizi nell’ ambi todi un servizio di intermedia­zione digitale e alla fornitura di beni o servizi ordinati attraverso il sito web del fornitore di quei beni e servizi, quando il fornitore non svolge funzioni di intermedia­rio.

L’ imposta si ottiene applicando l’ aliquota del 3% ai ricavi imponibili realizzati nel corso dell’anno solare. I ricavi imponibili sono considerat­i al lordo dei costi sostenuti perla fornitura dei servizi digitali e al netto dell’ Iva e di altre imposteind­irette. In ogni caso, come spiegalo schema di provvedime­nto delle Entrate, il tota ledei ricavi imponibili è il prodotto del totale dei ricavi dei servizi digitali ovunque realizzati per la percentual­e rappresent­ativa della parte ditali servizi collegata al territorio dello Stato.

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