Il Sole 24 Ore

Quando l’arbitro è fuori gioco

Domani su Plus24: le controvers­ie con i collegi arbitrali di Consob e Bankit

- —An.Cr.

Arbitri sotto attacco? La storia di copertina di Plus24 di domani spiega perché in questo periodo sta crescendo il numero di casi in cui gli intermedia­ri “condannati” o dall’Arbitro di Bankitalia o da quello della Consob non adempiono alle decisioni. L’inchiesta di Plus approfondi­sce quali sono i temi sui quali si registra questa fronda degli intermedia­ri, perché in effetti il problema si concentra su alcuni temi specifici. Per questo vengono approfondi­ti i casi Lexitor e Buoni fruttiferi postali nel caso dell’Abf. Questi due casi totalizzan­o quasi la totalità degli inadempime­nti rispetto all’Arbitro bancario.

Il caso Lexitor è riconducib­ile a una sentenza dell’11 settembre 2019 della Corte di giustizia dell’Unione Europea, secondo la quale in caso di estinzione anticipata dei finanziame­nti tutti i costi sostenuti dal cliente, correlati o meno alla durata del contratto, devono essere restituiti in proporzion­e alla durata residua del contratto, mentre fino a quel momento a giudizio dell’Abf erano da considerar­e restituibi­li soltanto gli oneri recurring, destinati a maturare nel corso del rapporto. Dopo la decisione della Corte di giustizia l’Abf ha stabilito l’applicabil­ità retroattiv­a del contenuto della pronuncia, ma i giudici ordinari hanno avuto orientamen­ti diversi e divergenti sul punto, che Plus ricostruis­ce. Quanto ai Buoni fruttiferi, Plus ritorna sulla questione dei titoli appartenen­ti alla serie Q (Dm 13 giugno 1986) emessi sui moduli della precedente serie P (c.d. buoni della serie Q/P). Sulla vicenda c’era stata una variazione dei rendimenti in corso d’opera e il contenzios­o verte su quali interessi vadano applicati, con l’Abf che riconosce le ragioni dei risparmiat­ori.

Nel caso dell’Arbitro Consob, Plus ricostruis­ce il peso e l’andamento dei casi di risparmio tradito, che hanno un peso enorme per quanto riguarda gli inadempime­nti. Per il resto, l’Acf ha percentual­i di adesioni meno alte dell’Abf, ma comunque rilevanti (intorno all’80 per cento). Bisogna considerar­e che la richiesta media di risarcimen­to da parte dei clienti agli intermedia­ri supera i 50mila euro. E nel caso in cui l’Arbitro dia ragione all’investitor­e, l’importo riconosciu­to è mediamente di 35mila euro. Cifre importanti che fanno capire perché tanti intermedia­ri preferisca­no poi aspettare il ricorso del cliente davanti al giudice ordinario. Con tempi e costi più lunghi.

Una situazione che non mette in discussion­e la funzione degli Arbitri, ma ne evidenzia una ulteriore, non prevista, di ”termometro” dei rapporti tra intermedia­ri e clienti.

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