LA VERIFICA POLITICA E L’AGENDA DEGLI ITALIANI
Nessuno sa come andrà a finire questa verifica politica che è partita nei giorni scorsi – ieri c’è stato l’incontro con Renzi – e chissà mai se finirà e fino a quando si trascinerà. Sembra che nelle conversazioni private sia lo stesso Conte ad ammettere che potrebbe accadere di tutto mentre alcuni ministri grillini cercano di convincersi che quello di Iv sia solo un bluff. Ieri al Quirinale c’era il giuramento della neo-giudice costituzionale San Giorgio ed è stata l’occasione per il premier e Mattarella di scambiarsi qualche parola. Entrambi aspettano di vedere le mosse che faranno i partiti ma c’è un dato che colpisce perfino chi sta tremando per gli esiti di questa crisi. E cioè che quello che sta accadendo, seppure pericoloso per il Paese, non riesca a bucare l’attenzione degli italiani. È vero che il Covid ruba la scena ma la sensazione è che molti cittadini si siano assuefatti al copione dell’instabilità italica e pure abituati ai ruoli che interpretano i vari leader con i loro avvisi ai naviganti. E sulla reputazione delle forze politiche adesso - pesa più il ritardo con il quale si prendono le decisioni sulle misure anti-Covid di Natale che non l’esito dei faccia a faccia tra i segretari a Palazzo Chigi.
L’attenzione è tutta spostata sul Consiglio dei ministri che dovrà tirare una riga sulle prossime vacanze e quindi dettare l’agenda dei cittadini su spostamenti e frequentazioni così come si aspettano novità sui ristori per compensare chi aveva organizzato l’attività in modo da restare aperto nei giorni festivi. Tutti temi, tra l’altro, che restano fuori dalla verifica politica che appare sempre più sfuggente e comunque non preparata dal punto di vista comunicativo. E in effetti non c’è giornale, televisione, radio che non metta come notizia principale quella dei contagi e dei morti, delle nuove restrizioni e delle attese sulle compensazioni economiche. E sarà così a maggior ragione quando partirà la campagna di vaccinazione il cui fischio di inizio è atteso per il prossimo 27 dicembre.
Presto, insomma, tutto il focus si sposterà sull’organizzazione dei vaccini, se l’allestimento del commissario Arcuri sarà o no all’altezza del compito e se da noi tutto funzionerà come negli altri Paesi europei. Insomma, se la lista delle priorità spinge in basso le discussioni politiche, gli artefici della verifica non sono riusciti a trovare un modo per bucare il video, catturare l’ascolto e, soprattutto, conquistarsi il consenso. Perché alla fine chi fa politica dovrebbe avere quell’obiettivo e non altri.
Perfino Salvini e Meloni si concentrano, più che sugli scontri tra Conte e gli alleati, sui ritardi del nuovo decreto anti-Covid e sull’immigrazione. Ieri sul nuovo Dl Sicurezza non si è trovato un accordo tra i capigruppo a Palazzo Madama e i senatori della Lega hanno occupato i banchi del Governo. Dicono che non credono alla possibilità di una crisi adesso e preferiscono – dal punto di vista comunicativo – dedicarsi alle bandiere identitarie di destra più che alle divisioni dei giallo-rossi. Nella speranza che l’incidente o lo strappo arrivi come un regalo.