I concorrenti di Tim chiedono neutralità e focus sull’industria
Il ministro Patuanelli avvia il tavolo sulle Tlc: documento a gennaio, poi alle Camere
Indipendenza legale e operativa dall’operatore incumbent; neutralità; partecipazione degli operatori alternativi alla individuazione del top management e alle scelte più importanti. Davanti al sottosegretario al Mise, Gian Paolo Manzella, gli operatori alternativi a Tim (per l’ex monopolista l’incontro dovrebbe svolgersi oggi) hanno ribadito le loro posizioni sul tema rete unica. Il tutto, però, con l’invito ad arrivare al più presto ad affrontare gli aspetti “industriali” di quella che sarà la società della rete che dovrebbe nascere combinando le infrastrutture di Tim (o per meglio dire di Fibercop) e Open Fiber.
Gli incontri partiti al ministero dovranno per forza di cosa avere un’evoluzione per non ridursi a un effimero scambio di opinioni. Il ministro dello Sviluppo economico S te fan oP a tu anelli con una nota interna ha ufficializzato l’avvio del “tavolo”, allargato in modo ampio al set tor etlc, anche con il coinvolgimento di Ag come Antitrust, facendoriferimento all’ impegno assunto lo scorso luglio dal governo in risposta a una serie di mozioni parlamentari. L’ obiettivo, si spiega ingenerale, è adottare iniziative mirate per il settore.
Il ministro ha previsto tre sottogruppi di lavoro, uno affidato appunto aManz ella sulla banda ultra larga, il secondosul 5 Galla sottosegretaria Mirella Liuzzi, il terzo sulle aziende in crisi delle tlc e sulle ricadute occupazionali alla sottosegretaria Alessandra Todde. Tracciata anche la tabella di marcia: incontri singoli, contributi scritti che gli operatori invieranno al Mise, una possibile plenaria con il ministro Patuanelli, infine un documento di sintesi da elaborare entro gennaio che sarà condiviso in Parlamento, presumibilmente in audizione presso le commissioni competenti. Un iter che dovrebbe rassicurare alcuni tra gli operatori apparsi perplessi sulla modalità “one-to-one” dei primi confronti avviati.
Quanto al tema “osservato speciale”, vale a dire quello della rete unica, gli incontri arrivano a valle di un percorso iniziato, ma poi rimasto impantanato, in estate, con i 4 principali operatori alternativi (Vodafone, Wind Tre, Sky e Iliad) che il 30 novembre hanno scritto a Cdp per riprendere le fila del discorso. E a quel che risulta al Sole 24 Ore, ovviamente sentendo tutti gli operatori, qualche sfumatura si è evidenziata. C’è chi, ad esempio, ha invitato a concentrarsi, più che sulla questione legata all’eventuale maggioranza di Tim nella futura AccessCo, sulla necessità di garantire modelli di coinvestimento aperto.
Perlopiù gli operatori hanno però tenuto il punto sulla contrarietà a una maggioranza della possibile futura società in mano a Tim. «Il piano industriale va posto al centro della conversazione. La nostra idea è che l’Italia deve andare in Ftth, quindi in vera fibra, con un 20/25% in Fwa. Questi sono i macro obiettivi di un piano industriale su cui dobbiamo metterci d'accordo. È inoltre importante chiarire tempi, costi e sinergie da riversare a beneficio dei cittadini », ha detto il ceo Vodafone Aldo Bisio, partecipando a un digital talk. Chiaro che la posizione possa essere stata espressa davanti al sottosegretario Manzella.
La “parlamentarizzazione” del dibattito sulla rete unica viene suggerita anche da una nuova mozione parlamentare di opposizione presentata ieri da Fratelli d’Italia. Si chiede il controllo pubblico sulla società che gestirebbe la rete in monopolio, ma rigorosamente solo in modalità “wholesale only (ingrosso). In conferenza stampa, la leader di Fdi Giorgia Meloni, in considerazione del ruolo di Vivendi in Tim, ha accusato il governo di lavorare a una nuova privatizzazione di fatto a favore dei francesi.