Il Sole 24 Ore

I concorrent­i di Tim chiedono neutralità e focus sull’industria

Il ministro Patuanelli avvia il tavolo sulle Tlc: documento a gennaio, poi alle Camere

- Andrea Biondi Carmine Fotina

Indipenden­za legale e operativa dall’operatore incumbent; neutralità; partecipaz­ione degli operatori alternativ­i alla individuaz­ione del top management e alle scelte più importanti. Davanti al sottosegre­tario al Mise, Gian Paolo Manzella, gli operatori alternativ­i a Tim (per l’ex monopolist­a l’incontro dovrebbe svolgersi oggi) hanno ribadito le loro posizioni sul tema rete unica. Il tutto, però, con l’invito ad arrivare al più presto ad affrontare gli aspetti “industrial­i” di quella che sarà la società della rete che dovrebbe nascere combinando le infrastrut­ture di Tim (o per meglio dire di Fibercop) e Open Fiber.

Gli incontri partiti al ministero dovranno per forza di cosa avere un’evoluzione per non ridursi a un effimero scambio di opinioni. Il ministro dello Sviluppo economico S te fan oP a tu anelli con una nota interna ha ufficializ­zato l’avvio del “tavolo”, allargato in modo ampio al set tor etlc, anche con il coinvolgim­ento di Ag come Antitrust, facendorif­erimento all’ impegno assunto lo scorso luglio dal governo in risposta a una serie di mozioni parlamenta­ri. L’ obiettivo, si spiega ingenerale, è adottare iniziative mirate per il settore.

Il ministro ha previsto tre sottogrupp­i di lavoro, uno affidato appunto aManz ella sulla banda ultra larga, il secondosul 5 Galla sottosegre­taria Mirella Liuzzi, il terzo sulle aziende in crisi delle tlc e sulle ricadute occupazion­ali alla sottosegre­taria Alessandra Todde. Tracciata anche la tabella di marcia: incontri singoli, contributi scritti che gli operatori invieranno al Mise, una possibile plenaria con il ministro Patuanelli, infine un documento di sintesi da elaborare entro gennaio che sarà condiviso in Parlamento, presumibil­mente in audizione presso le commission­i competenti. Un iter che dovrebbe rassicurar­e alcuni tra gli operatori apparsi perplessi sulla modalità “one-to-one” dei primi confronti avviati.

Quanto al tema “osservato speciale”, vale a dire quello della rete unica, gli incontri arrivano a valle di un percorso iniziato, ma poi rimasto impantanat­o, in estate, con i 4 principali operatori alternativ­i (Vodafone, Wind Tre, Sky e Iliad) che il 30 novembre hanno scritto a Cdp per riprendere le fila del discorso. E a quel che risulta al Sole 24 Ore, ovviamente sentendo tutti gli operatori, qualche sfumatura si è evidenziat­a. C’è chi, ad esempio, ha invitato a concentrar­si, più che sulla questione legata all’eventuale maggioranz­a di Tim nella futura AccessCo, sulla necessità di garantire modelli di coinvestim­ento aperto.

Perlopiù gli operatori hanno però tenuto il punto sulla contrariet­à a una maggioranz­a della possibile futura società in mano a Tim. «Il piano industrial­e va posto al centro della conversazi­one. La nostra idea è che l’Italia deve andare in Ftth, quindi in vera fibra, con un 20/25% in Fwa. Questi sono i macro obiettivi di un piano industrial­e su cui dobbiamo metterci d'accordo. È inoltre importante chiarire tempi, costi e sinergie da riversare a beneficio dei cittadini », ha detto il ceo Vodafone Aldo Bisio, partecipan­do a un digital talk. Chiaro che la posizione possa essere stata espressa davanti al sottosegre­tario Manzella.

La “parlamenta­rizzazione” del dibattito sulla rete unica viene suggerita anche da una nuova mozione parlamenta­re di opposizion­e presentata ieri da Fratelli d’Italia. Si chiede il controllo pubblico sulla società che gestirebbe la rete in monopolio, ma rigorosame­nte solo in modalità “wholesale only (ingrosso). In conferenza stampa, la leader di Fdi Giorgia Meloni, in consideraz­ione del ruolo di Vivendi in Tim, ha accusato il governo di lavorare a una nuova privatizza­zione di fatto a favore dei francesi.

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