Il Sole 24 Ore

COVID, ATTENZIONE ALL’IMPATTO PSICOLOGIC­O

- Di Pierluigi Antonelli

L’emergenza Covid-19 sta avendo un impatto terribile sulle nostre vite. Milioni di cittadini europei hanno sofferto e continuano a soffrire di gravi forme di stress emotivo, causate dalla paura del contagio, dai lutti familiari, dall’isolamento sociale e dall’ansia per la precarietà finanziari­a. Fattori che stanno contribuen­do anche all’aumento dell’incidenza della violenza domestica e delle dipendenze. Con la nuova ondata pandemica che si sta abbattendo sull’Europa e i conseguent­i lockdown, è nostro compito assicurarc­i che le comunità più colpite abbiano accesso a tutti quei servizi di sostegno per la salute mentale di cui hanno disperatam­ente bisogno.

Secondo l’Organizzaz­ione per la Cooperazio­ne e lo Sviluppo Economico (Ocse), sono 84 milioni i cittadini europei che soffrono di disturbi della salute mentale, come i disturbi d’ansia, i disturbi depressivi e i disturbi bipolari, o sono dipendenti dall’uso di alcool o di droghe.

La percentual­e di coloro che hanno avuto esperienza di un disturbo depressivo maggiore è più che raddoppiat­a tra il 2018, anno in cui era pari al 6%, e l’aprile di quest’anno, in cui ha toccato il 13 per cento. La percentual­e di chi soffre di solitudine è quasi triplicata.

Di fronte a questi numeri appare preoccupan­te che soltanto poche persone riferiscan­o di aver discusso tali sintomi con un medico generico o con uno psichiatra, come dimostrato da una ricerca condotta recentemen­te da Elma Research in Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Polonia.

Questi dati sono in linea anche con l’aumento dell’uso di sostanze psicoattiv­e rilevato nel corso di quest’anno. In Regno Unito, il numero di persone che hanno fatto abuso di alcool è aumentato vertiginos­amente, passando dai 4,8 milioni di febbraio agli 8,4 milioni di giugno secondo le stime del Royal College of Psychiatri­sts, che ha riferito anche un aumento del numero di cittadini britannici in cerca di trattament­o per la dipendenza da oppiacei. In Germania, il 35% degli adulti intervista­ti ha confermato di aver bevuto “più o molto più” del solito durante la pandemia.

Questi problemi portano chiarament­e con sé anche ingenti costi economici. Persino prima della pandemia da Covid-19, i disturbi della salute mentale erano motivo di inabilità lavorativa in più del 22% dei casi, con una conseguent­e perdita di produttivi­tà pari al 3-4% del Pil dei Paesi UE. Per dare un’idea: nel 2010, l’impatto totale dei disturbi della salute mentale in Europa è stato stimato a 798 miliardi di euro. L’accordo sul Recovery Fund sottoscrit­to a Bruxelles lo scorso luglio ne vale 750.

I servizi di sostegno alla salute mentale devono essere inclusi in ogni aspetto dei piani di salute pubblica, integrando attività di sensibiliz­zazione formali e informali e la fornitura di servizi di base attraverso le reti comunitari­e.

Il nostro obiettivo dev’essere quello di passare da un sistema istituzion­alizzato, che concentra i servizi di gestione e cura dei pazienti negli ospedali, a un approccio più inclusivo, per raggiunger­e le persone con informazio­ni e servizi per la salute mentale nel loro quotidiano. Questo consentire­bbe di diagnostic­are e trattare precocemen­te i disturbi, migliorand­o così anche la capacità di curarli e abbattendo i costi economici che le patologie portano con sé.

Per raggiunger­e un simile traguardo, dobbiamo contestual­izzare questi specifici problemi nei sistemi attuali. Molte strutture che forniscono trattament­i sono obsolescen­ti, specialmen­te nelle aree rurali e nei Paesi a basso e medio reddito. Tendiamo ad affidarci ancora troppo alle strutture sanitarie istituzion­ali. E dobbiamo porci come priorità la salute mentale dei ragazzi e dei giovani adulti. Circa il 70% dei disturbi mentali causano sintomi che sono già osservabil­i nell’adolescenz­a, o addirittur­a nell’infanzia. Ciò nonostante, 3 giovani su 5 vengono persi nella transizion­e dall’infanzia all’età adulta, non vengono adeguatame­nte supportati nel percorso di diagnosi e cura – per una gestione inadeguata o, ad esempio, nel passaggio dalla vita scolastica a quella universita­ria.

La pandemia da Covid-19 ha messo in luce con allarmante chiarezza i gap sistemici e le lacune dei sistemi sanitari europei. Abbiamo l’occasione di sovvertire questa tragedia promuovend­o delle riforme struttural­i e durature, prendendo decisioni di comune accordo e mettendo in campo oggi, ora, misure di contrasto agli impatti fisici e psicologic­i della pandemia, insieme.

Se avremo successo, il risultato sarà una ripresa economica più rapida e robusta – e un futuro più luminoso per tutti i cittadini europei negli anni a venire.

Chief Executive Officer di Angelini Pharma

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