Il Sole 24 Ore

Nuova convivenza? Dubbi sull’assegno

Saranno le Sezioni unite a decidere sull’automatism­o dello stop al mantenimen­to

- Patrizia Maciocchi

Al vaglio delle Sezioni unite l’automatism­o in virtù del quale con l’instaurars­i di una nuova stabile convivenza l’ex coniuge, più debole economicam­ente, perde il diritto all’assegno di divorzio.

Un orientamen­to che sembrava ormai consolidat­o, per nulla condiviso dai giudici della prima sezione civile, che chiedono al Supremo consesso di rivederlo. Ad avviso della sezione remittente, infatti, la convivenza more uxorio con un nuovo partner non basta di per sé a far scattare il principio ormai noto come «salva mariti». Il giudice dovrebbe valutare caso per caso il contributo dato al patrimonio familiare nel corso del matrimonio e all’altro coniuge. Un passo da fare nel rispetto della funzione compensati­va dell’assegno divorzile, sopravviss­uta alla sentenza delle Sezioni unite che ha archiviato il tenore di vita. L’assegno potrebbe semmai essere rivisto in base al nuovo contesto sociale di riferiment­o.

L’ordinanza interlocut­oria (n.28995) prende le mosse dal ricorso, analizzato dalla prima sezione, con il quale la ex moglie chiedeva di conservare l’assegno malgrado una nuova famiglia e un figlio avuto dal suo compagno. Richiesta giustifica­ta dalla sua storia matrimonia­le. La ricorrente aveva rinunciato al ruolo di manager in un’ importante industria. Opportunit­à lavorative ormai perse, e il suo partner era un operaio con uno stipendio di mille euro al mese.

La Cassazione sottolinea che il problema non è risolto dalla legge Cirinnà sulle unioni civili, tra persone dello stesso sesso e famiglie di fatto (76/2016). La norma riconosce, nel caso in cui il rapporto finisca, il diritto agli alimenti (articolo 433 del Codice civile) per il coniuge economicam­ente più debole, che non sia in grado di mantenersi, per un periodo tarato sulla durata della convivenza. Una finalità nettamente assistenzi­ale che lascia aperta la diversa questione degli interessi rilevanti in tema di assegno divorzile nel caso di una nuova stabile convivenza.

I giudici del rinvio ricordano che l’orientamen­to, oggi messo in discussion­e, si è affermato in nome dell’autorespon­sabilità nelle scelte. Chi crea una nuova famiglia deve sapere che perde il diritto al mantenimen­to da parte dell’ex, in modo irreversib­ile: anche se la storia finisce. I giudici chiedono di declinare il principio di autorespon­sabilità in modo differente e più aderente al caso concreto. E questo andrebbe fatto conciliand­o «la creazione di nuovi modelli di vita con la conservazi­one di pregresse posizioni, in quanto entrambi, esito di consapevol­i ed autonome scelte della persona»

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