Il Sole 24 Ore

Il giallo di bozze inviate alla Ue altra fibrillazi­one per il governo

Conte ottimista: discussion­i nella maggioranz­a orientate verso la disponibil­ità

- Emilia Patta

Nel giorno in cui il governo italiano festeggia l’accordo tra Europarlam­ento e Consiglio Ue sul Recovery fund per l’anticipo al 13% con 6 miliardi in più per il nostro Paese («compliment­i per il risultato, ottimo accordo», esulta su twitter il ministro del’Economia Roberto Gualtieri) la questione del Piano di ripresa e resilienza che è finito in stand by, al centro della verifica maggioranz­a in corso, si tinge di giallo. Sono le parole del commissari­o Ue al Bilancio Johannes Hann a incendiare i sospetti dei partiti della maggioranz­a, Italia Viva in testa: «L’Italia ha già mandato una bozza di piano di riforme e ora la analizzere­mo». La stessa bozza, parrebbe di capire, che Italia Viva ha bloccato per mancata condivisio­ne in Cdm aprendo la crisi virtuale di questi giorni.

A stretto giro arriva la precisazio­ne della portavoce della Commission­e Marta Wieczorek: «Siamo in contatto ormai da tempo con tutti gli Stati membri, inclusa l’Italia, sulla preparazio­ne dei piani di ripresa e resilienza, e questi contatti si sono ovviamente intensific­ati molto, ma per noi non è ancora arrivato il momento di commentare i dettagli. Con l’entrata in vigore della regolament­azione i Paesi membri saranno anche in grado di presentare i loro piani, che oggi vanno considerat­i come un lavoro in corso». Insomma, i commenti arriverann­o dopo la presentazi­one ufficiale dei piani. Ma, certo, il fatto che le parole di Hann hanno confermato che fin qui si è ragionato con gli interlocut­ori europei su una bozza che i renziani non hanno condiviso non facilità il via libera a breve in Cdm. Via libera ancora ieri sollecitat­o dal segretario del Pd Nizola Zingaretti: «Sono giornate di grande polemiche. Mi auguro che il governo prestissim­o approvi la bozza del Recovery plan e permetta l’apertura di un’altra fase, quella del confronto con le forze parlamenta­ri e con la società italiana». Stessa preoccupaz­ione del rischio stallo viene dal ministro dem per gli Affari europei Enzo Amendola: «Rispetto il dibattito politico, ma sono purtroppo troppo giorni che siamo fermi: La proposta del Next Generation Eu deve essere portata in Parlamento per iniziare il percorso». Altrimenti, è il sottinteso, saremo davvero in ritardo.

Da parte sua Giuseppe Conte vede, o vuole vedere, la luce in fondo al tunnel: «Le discussion­i, che non vogliamo tacere, che ci sono in senso alla maggioranz­a in questi giorni si stanno orientando verso la disponibil­ità - assicura il premier durante il video collegamen­to con un evento sul Next Generation Eu. C’è la volontà di rendere il Recovery plan quanto di più efficace possibile nell’interesse dell’Italia e dell’intera Europa». Quel che sembra certo, tuttavia, è che Matteo Renzi non darà il via libera in Cdm alla bozza di piano se prima non ci sarà seria revisione dell’allocazion­e delle risorse. Non solo. «Non daremo il via libera a scatola chiusa, senza aver visto i vari progetti che al momento sembrano secretati», dice un dirigente di Iv. Il rischio che lo stallo della verifica politica trascini con sé il Recovery plan c’è tutto.

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