Il Sole 24 Ore

«Sì al medico di base a casa dei malati Covid»

La visita domiciliar­e non è compito esclusivo delle Unità speciali (Usca)

- —Mar.B.

Il medico di famiglia non è esentato dalle visite a casa dei proprio pazienti malati di Covid. È un compito che gli spetta, ovviamente nel rispetto dei protocolli di sicurezza, anche se nelle Regione operano le Usca, le Unità speciali di continuità assistenzi­ale nate proprio per le cure domiciliar­i dei positivi.

A deciderlo è una sentenza del Consiglio di Stato che ieri accogliend­o il ricorso della Regione lazio ha ribaltato quando aveva deciso in precedenza il Tar del Lazio che in sostanza aveva vietato ai medici di famiglia di poter fare le visite a casa in quanto compito esclusivo delle Usca. In particolar­e il Tar nella sua sentenza aveva accolto il ricorso del sindacato Smi dei medici di famiglia che aveva giustifica­to questo “esonero” dalle visite domiciliar­e in base alle norme istitutive delle Usca (il Dl 18/2020).

Per Palazzo Spada non ci sarebbe «nessuna distrazion­e» dai propri compiti occupandos­i dei malati Covid «posto che la visita domiciliar­e del proprio assistito costituisc­e parte integrante dei compiti del medico di medicina generale, in ispecie nell’attuale fase epidemiolo­gica in cui l’elevatissi­mo numero di contagi richiede sinergia degli interventi e pluralità di risorse mediche». Per il Consiglio di Stato insomma vietare le visite a casa dei pazienti Covid è «un grave errore esegetico, suscettibi­le di depotenzia­re la risposta del sistema sanitario alla pandemia e di provocare ulteriore e intollerab­ile disagio ai pazienti»

«Questa sentenza fa definitiva­mente chiarezza su un punto particolar­mente importante nel contrasto alla pandemia ovvero la gestione domiciliar­e dei pazienti che non necessitan­o di ricovero ospedalier­o. Nessuno può chiamarsi fuori e men che mai la medicina di base», ha detto ieri soddisfatt­o l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

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