Il Pd: no allo stallo E il premier valuta ritocchi al governo
Servizi segreti, il premier studia la cessione della delega a un tecnico
«Avresti dovuto prendere in mano la situazione già da tempo, al punto in cui siamo arrivati non se ne esce con un rimpastino e senza una svolta seria al programma di governo». Nel corso del breve incontro di giovedì sera a Palazzo ChigitraGiu seppe Conte e la delegazione di Italia Viva c’è stato un ancora più breve faccia a faccia tra il premier e Matteo Renzi, solo pochi minuti, durante il quale l’ex premier non ha nascosto al suo successore la gravità della situazione. E il fatto che ieri perfino il reggente del M5s Vito C rimi ha dato in qualche modo ragione aRenzism orzando i toni delle ultime ore (« nelle proposte di Italia Viva c’ è del buonsenso ») la dice lunga sulla delicatezza del passaggio che attende Conte nei prossimi giorni.
La preoccupazione principale del premier è mettere in sicurezza il Recovery plan con il via libera alla bozza aggiornata in Consiglio dei ministri prima della fine dell’anno. Per poi aprire alla fase finale della verifica, previo incontro con i quattro leader della maggioranza, che a questo punto lo stesso premier non esclude che possa arrivare fino a un rimpasto finale. Ma è proprio sulla bozza del Recovery plan, non condivida con gli alleati e con tutti i progetti secretati secondo l’accusa di Italia Viva, che è nata questa crisi strisciante di fine anno. Difficile che Renzi dia il via libera senza prima avere il quadro completo (si veda anche l’articolo a pagina 5): tutto si interseca, dunque, dopo l’approvazione della legge di bilancio e quindi nei primi giorni di gennaio. Con il rischio che il Recovery plan resti “congelato” in mezzo alle trattative per la risoluzione della crisi. Per questo Zingaretti continua a pressare sia Conte sia Renzi per non prolungare lo stallo ancora per settimane: «Credo che a questo punto tutte le forze politiche hanno indicato le priorità al presidente Conte, era il percorso iniziato il 5 novembre con l’incontro a Palazzo Chigi dei quattro leader. Ora bisogna in fretta chiudere questa fase». E ancora: «Il governo approvi in fretta la bozza del Recovery plan e avvii il confronto con il Parlamento e le parti sociali».
Quel che è certo è che dopo l’ incontrolampo con Renzi el a delegazione di Italia Viva Contesta cominciando seriamentea valutare l’ ipotesi rimpasto.
D’altra parte è uno dei renziani che hanno partecipato all’ incontro di giovedìsera a indicare a taccuino chiuso il possibile approdo :« Il Conte bis è già finito,or asta al premier decidere sedare vita a un Conte ter o aprire la strada a un Draghi 1». Chi trai penta stellatici ha parlato riferisce che Contesta pensandoall’ ingresso di un esponente delPd a Palazzo Chigi come sottosegretario (si fa il no medi Andrea Orlando) e di un esponente di Italia Viva in più come sottosegreario alMef o viceministro allo Sviluppo economico( Luigi Mar attinoEttore Rosato ). Quanto alla delega sui servizi segreti, che Conte ha voluto tenere per sé e che siaPd sia Iv gli chiedono agranvo cedi cedere, il premier starebbe valutando l’ ipotesi di nominareun’ autorità delegata nella persona di un“tecnico ”, un consigliere di Stato o un ex ambasciatore.
Basterà? Sullo sfondo resta la nascita di un vero e proprio Conte ter con cambio di ministri di peso e l’ingresso delle segreterie dei partiti (magari come vicepremier) nell’esecutivo. Una soluzione su cui tuttavia Conte continua a frenare per il timore l’inevitabile passaggio alle Camere per il voto di fiducia. Ma prima di tutto questo i partiti attendono risposte sui temi: Mes, riforme, collegialità sulla gestione del Recovery plan. La partita vera deve ancora cominciare.