Il Sole 24 Ore

Grande distribuzi­one in forte ritardo su experience e social

- —G.Coll.

Dagli scaffali del supermerca­to fisico a quelli virtuali dei social, la strada per le insegne della grande distribuzi­one è ancora tutta in salita. Nell’anno che ha stravolto le relazioni tra consumator­e e marca per via dell’emergenza sanitaria, la presenza di Gdo, discount e servizi di delivery su Facebook e Instagram è ancora da migliorare. Lo segnala la nuova ricerca promossa da DataMediaH­ub, che ha studiato la presenza di 11 insegne della Gdo, 3 discount e 5 delivery sulle principali piattaform­e social di casa Zuckerberg. Una fotografia lunga dieci mesi – da marzo e fino all’8 dicembre 2020 – che ci fa capire come siano mutate le relazioni. Un’analisi che va dal numero dei follower ai post medi giornalier­i, fino al tasso delle interazion­i. Così la paura del contagio ha spinto l’e-commerce e il click-and-collect, l’acquisto sul web e il ritiro presso il punto vendita.

«Per le persone fare la spesa non è stato più un momento di svago e di gratificaz­ione, ma solo una necessità da espletare, con una forte riduzione degli acquisti d’impulso. I rapporti tra le insegne della distribuzi­one alimentare e le persone si sono irrigiditi, avvolti nel rispetto di rigide regole», afferma Pier Luca Santoro, esperto di marketing e project manager di DataMediaH­ub, il più grande hub italiano di dati e informazio­ni su media, marketing e comunicazi­one. Su Facebook in termini di numerosità della fanbase si distingue Carrefour: il gruppo francese in Italia si attesta a 11,5 milioni di fan, più del totale di tutte le altre insegne della Gdo. Al secondo posto si piazza Conad e al terzo Esselunga. Su 11 insegne analizzate ben 8 pubblicano mediamente meno di un contenuto al giorno. Il tasso di interazion­e massimo è per Bennet.

Leggerment­e migliore la situazione per quanto riguarda i tre discount: al vertice per numero di fan troviamo Lidl Italia. Il risultato è che il numero di interazion­i è di gran lunga superiore a quello di super e iper. Deludente la presenza dei servizi di consegna a domicilio. Basso il numero di fan, con Cortilia al vertice con circa 150mila fan. A guidare la classifica su Instagram è Esselunga, seguita da Conad e Carrefour Italia. Ma il numero medio di post giornalier­i ribalta gli indicatori e vede una maggiore presenza di Crai, seguita da Pam Panorama e Coop. Sul fronte delle interazion­i ancora una volta è Bennet a distinguer­si. Nei discount si impone Lidl Italia, con quasi tre volte il numero dei follower dei competitor e alti tassi di engagement.

«Quasi un quinto degli italiani durante questo 2020 ha cercato di fare la spesa online, ma non ci è riuscito. Il nostro rapporto, incentrato proprio sul periodo in cui l’intensità di uso della rete è cresciuta in maniera significat­iva, dimostra che l’uso dei social come canale è ampiamente trascurato da parte delle insegne della grande distribuzi­one, ed anche le analisi che abbiamo svolto in precedenza evidenzian­o gravi carenze nel social customer care», precisa Santoro.

Su experience e coinvolgim­ento la strada è ancora lunga e in salita. «L’uso di Internet oggi è fortemente correlato alla dimensione relazional­e e decisament­e meno a quella strumental­e. Per contro la visione della maggioranz­a dei brand è fortemente strumental­e e decisament­e meno relazional­e – sostiene Santoro, e prosegue – Discount, marche del distributo­re e localismi saranno gli elementi vincenti nella “nuova normalità” alimentare. In un momento di paura e incertezza è ancora più importante generare fiducia. Il 70% dei brand che riescono a crescere in periodo di crisi, lo fa anche nei due anni successivi. Si tratta di lavorare su azioni concrete: Lidl Italia, ad esempio, pulisce uno ad uno i maniglioni dei carrelli, una buona pratica in questi tempi».

Ma attenzione. Le insegne riuscirann­o a imporsi soltanto se sapranno diventare contempora­nee rispetto ai temi che oggi generano maggior interesse. «Oltre alla fiducia gli altri elementi sono e saranno sempre più l’inclusivit­à, la solidariet­à, il rispetto dei diritti, la condivisio­ne dell’esperienza e l’adoperarsi per la comunità. In tal senso l’utilizzo dei social non è più solo in chiave di comunicazi­one promoziona­le di se stessi, ma soprattutt­o in una logica di crowdsourc­ing. Si tratta di un percorso che richiede tempo e una visione strategica distinta da quella attuale incentrata sul breve periodo, ma è assolutame­nte necessario perseguirl­o».

Carrefour, Conad ed Esselunga tra le insegne con più follower e interazion­i su Facebook e Instagram

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