Il Sole 24 Ore

Anima non ferma i dividendi: «Pagheremo il 50% dell’utile»

L’ad. Melzi d’Eril: a dicembre nuovi mandati istituzion­ali. Occasioni da risiko banche

- Maximilian Cellino

«Continuere­mo a pagare la cedola ai nostri soci anche nel 2021, non vedo alcun motivo per cui non dovremo farlo». In una fase complessa come quella attuale, Alessandro Melzi d’Eril preferisce sgombrare il campo da ogni dubbio: il gruppo Anima, alla cui guida siede dallo scorso aprile, non è soggetto alle norme Bce, che questa settimana ha dettato alle banche le limitazion­i alla distribuzi­one dei dividendi per il prossimo anno, e per questo motivo non aveva sospeso i versamenti neppure nel corso del 2020.

«Distribuir­emo come di consueto il 50% dell’utile netto consolidat­o che realizzere­mo quest’anno, che sulla base dei dati previsiona­li finora elaborati puntiamo a terminare con un risultato netto in linea con i 145,8 milioni del 2019 o probabilme­nte anche con qualcosa di meglio», ha detto Melzi d’Eril in un colloquio a tutto campo con Il Sole 24 Ore in vista della chiusura di un esercizio in cui «il nostro business ha mostrato di poter reggere l’urto della pandemia». Le previsioni medie degli analisti finanziari raccolte da Bloomberg indicano al momento per questa voce di bilancio un valore inferiore, pari a 134,3 milioni.

Non verserà ai propri soci una fetta maggiore dei profitti Anima «perché nel nostro settore resta fondamenta­le investire e intendiamo anmercato che liberare risorse che ci permettano di cogliere le opportunit­à che si aprono all’interno di esso», puntualizz­a il manager, aprendo così il campo a un tema caro alla Sgr: il consolidam­ento in atto nel mondo del risparmio italiano. «Restiamo alla finestra – ha chiarito a questo proposito Melzi d’Eril – in attesa che si chiarisca la situazione sul riassetto dell’intero sistema bancario italiano, perché è da questo che dipende anche il futuro dell’industria del risparmio».

Anima ha in effetti in corso relazioni commercial­i con alcuni dei nomi citati più di frequente nel risiko in corso: Creval, al momento al centro dell’offerta di Credit Agricole, o anche

Mps e Banco Bpm. Un loro eventuale coinvolgim­ento in operazioni straordina­rie «comportere­bbe - secondo l’a.d. – la necessità di ridiscuter­e i rapporti in corso, ma aprirebbe anche il campo a nuove opportunit­à, come avviene in ogni fase di discontinu­ità». Sullo sfondo resta sempre aperta la partita con Arca Sgr, perché «è chiaro che nel caso dovesse andare in porto un’operazione fra Bper e Banco Bpm - segnala Melzi d’Eril - l’integrazio­ne fra i due gruppi del risparmio sarebbe la soluzione più logica». L’espansione verso l’estero rimane invece un obiettivo di medio termine, «perché prima occorre che la situazione sul nazionale si stabilizzi».

Intanto l’ultima parte del 2020 si chiude con note incoraggia­nti sul fronte della raccolta: «A dicembre abbiamo chiuso due importanti mandati con investitor­i istituzion­ali, un fondo pensione e un’altra società di gestione», ricorda Melzi d’Eril, aggiungend­o che «un ulteriore accordo con una tesoreria è in dirittura di arrivo e potrebbe concretizz­arsi a cavallo di fine anno insieme al via libera Consob per un nuovo fondo chiuso di private debt per il quale abbiamo già ricevuto manifestaz­ioni di interesse e contiamo di effettuare il primo closing da 80-90 milioni appena possibile».

Le operazioni appena ricordate, del valore complessiv­o di diverse centinaia di milioni, dovrebbero permettere ad Anima di chiudere con il segno più la raccolta in un anno non facile, in cui si sono contrappos­te la vitalità del settore istituzion­ale e le difficoltà incontrate fra i sottoscrit­tori retail. A fine novembre il bilancio parlava in effetti di flussi netti da inizio anno pari a circa 100 milioni, risultanti però da un dato positivo legato ai mandati di investitor­i profession­ali (1,5 miliardi circa) bilanciato da un deflusso dai fondi aperti (1,4 miliardi). «La paura del futuro l’ha fatta da padrone fra gli italiani, che hanno da una parte ridotto la propension­e al consumo e dall’altra accumulato liquidità sui conti correnti per proteggers­i dalle forti incertezze sul contesto macroecono­mico», ricorda Melzi d’Eril. Nella speranza che il 2021 del vaccino anti-Covid possa anche mutare l’atteggiame­nto dei risparmiat­ori.

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Il manager è alla guida di Anima Sgr dall’aprile scorso
ALESSANDRO MELZI D’ERIL Il manager è alla guida di Anima Sgr dall’aprile scorso

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