Il Sole 24 Ore

Il gelato artigianal­e accelera sul delivery ma ricavi a -40%

Aig: i ristori non sono sufficient­i, una piattaform­a per tutelare la qualità

- Emiliano Sgambato

Un calo del 40% di fatturato, passato da 2,5 a 1,5 miliardi. La stima dei danni causati dal Covid nel 2020 alle gelaterie artigianal­i italiane non si discosta molto da quanto stanno subendo il resto delle imprese nel campo della ristorazio­ne.

Non deve infatti ingannare il fatto che nella stagione estiva, cruciale per il settore, nelle località di vacanza non sono mancati i consumi. «Il calo è determinat­o soprattutt­o dal crollo delle vendite nelle grandi città turistiche, solo in parte compensato dalle vendite in periferia, che hanno retto meglio. Senza considerar­e i mesi di chiusura primaveril­e», spiega Claudio Pica, segretario generale dell’Aig (Associazio­ne italiana gelatieri) e presidente della Fiepet-Confeserce­nti di Roma e Lazio. E anche le limitazion­i autunnali e natalizie pesano su un settore tradiziona­lmente più legato ai mesi caldi. «I nostri artigiani già da tempo stanno cercando di aumentare le vendite fuori stagione – continua Pica – grazie all’aggiunta di attività affini, come nel caso delle cioccolate­rie, e all’introduzio­ne di nuove preparazio­ni. E a Natale funziona molto il panettone farcito con il gelato. Sono poi cresciuti molto asporto e delivery».

Secondo Deliveroo le consegne a domicilio di gelati sono balzate quest’anno del 113% e in autunno del 312% rispetto al 2019. E il numero di gelaterie che si possono trovare sulla app sono il 60% in più. Una conferma arriva anche dall’Osservator­io di Natale di Sigep, il Salone internazio­nale di Gelateria, Pasticceri­a, Panificazi­one artigianal­i (in programma alla Fiera di Rimini dal 15 al 17 marzo 2021): «Delivery e ordini via social – spiega Matteo Figura, direttore Foodservic­e di Npd Group Italia – sono ormai una componente della nuova normalità. I consumi funzionali, cioè i pasti fuori casa per lavoro, verranno in parte sostituiti dai consumi esperienzi­ali. Salirà così lo scontrino medio: cercheremo maggiore qualità nel cibo di gratificaz­ione, un lusso accessibil­e».

«Come associazio­ne – commenta Pica – stiamo lavorando sulla creazione di una piattaform­a online di delivery da mettere a disposizio­ne dei nostri associati anche attraverso l’accordo con un grosso partner nazionale con cui abbiamo avviato i contatti». L’obiettivo è promuovere il gelato di qualità: da anni i gelatieri artigianal­i sono in attesa di un riconoscim­ento normativo, nel frattempo l’obiettivo è «favorire il made in Italy e gli accordi di filiera, come quello che abbiamo sottoscrit­to con Coldiretti». «Non possiamo comunque pensare che il delivery sia la panacea di tutti i mali – conclude Pica – dato che rappresent­a solo il 5% del giro d’affari. Senza ulteriori interventi rischiano la chiusura 10mila esercizi su 39mila. C’è chi non riceve nulla dai ristori, perché ha un codice Ateco che individua la fabbricazi­one di gelato. Così come restano da risolvere i nodi fiscali e il problema degli sfratti incombenti, con gli esercenti non in grado di pagare affitti spesso molto elevati».

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