Manager territoriali a supporto delle famiglie
In testa nella classifica nazionale per servizi assicurati al territorio, secondo lo strumento Welfare Italia Index regionale, sviluppato da Unipol Gruppo con The European House – Ambrosetti (si veda l’articolo a fianco), la Provincia autonoma di Trento continua a erogare risorse e perfezionare strumenti di intervento sociale.
Solo a inizio mese, la Giunta provinciale ha assegnato altri 64 milioni all’Azienda sanitaria locale, messa a dura prova dalla pandemia, portando il valore complessivo del finanziamento 2020 ad oltre 1,2miliardi di euro.
L’emergenza da Covid-19 ha accentuato anche la necessità di attuare azioni mirate e capillari sul territorio.
A integrare il quadro di misure a favore delle comunità e della famiglia, già molto sviluppate, sarà potenziato il ruolo del manager territoriale, profilo professionale, individuato dall’Agenzia provinciale per la famiglia, in grado di lavorare in rete su politiche giovanili, familiari e di sviluppo di comunità. Ad oggi sono 47 i manager territoriali, le cui competenze vengono certificate dalla Fondazione Franco Demarchi.
«Si tratta - spiega Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia per la famiglia – di figure trasversali che sanno interagire per lo sviluppo della comunità, dei programmi dei Distretti Famiglia e dei piani Giovani di zona e ambito. I manager devono delineare nuove opportunità e sviluppare progetti innovativi», mettendo a sistema tutti gli strumenti disponibili per interventi mirati. L’adozione della figura del manager territoriale, nata nel 2018 e unica in Italia, ha già suscitato l’'interesse di altre regioni e province italiane, ad esempio della vicina Bolzano, che nei prossimi mesi lo adotteranno, assicurano dalla Provincia autonoma di Trento.
Proprio l’altra Provincia autonoma del Trentino Alto Adige, quella di Bolzano, tallona Trento per welfare erogato. «Nel sociale investiamo circa 700 milioni di euro all’anno», quantifica Waltraud Deeg, vicepresidente della giunta provinciale e assessora alla Famiglia, anziani, sociale e all’edilizia sulle politiche sociali in Alto Adige.
«Il piano sociale provinciale, che stiamo per attualizzare in questo momento, rappresenta uno strumento di programmazione nel lungo periodo. Il documento contiene gli aspetti fondamentali che caratterizzano i servizi e le prestazioni sociali ed è quindi una sorta di guida per prevedere e sviluppare l’offerta sociale del futuro», prosegue.
Occorrerà anche stimare il fabbisogno in termini di risorse umane. Nei prossimi 10 anni, ad esempio, le strutture socio-sanitarie del territorio avranno bisogno di oltre 2mila tra operatori socio sanitari e socio assistenziali da inserire in Rsa, case di riposo, centri diurni per anziani e disabili.