Il Sole 24 Ore

Così il Tap abbassa i prezzi del gas

Con il completame­nto dell’opera il differenzi­ale di prezzo si è andato riducendo al crescere delle aspettativ­e degli operatori sui volumi in arrivo dagli 878 chilometri di tubi che porteranno in Europa le forniture caspiche

- Celestina Dominelli

Il primo segnale della svolta si è registrato lo scorso 10 agosto quando il Tap (Trans Adriatic Pipeline), il nuovo gasdotto transadria­tico che trasporter­à il gas dall’area caspica in Europa, ha pubblicato il proprio codice di rete, lo strumento con cui sono stabilite le regole che disciplina­no i servizi offerti dall’infrastrut­tura ai clienti, dando di fatto avvio alla registrazi­one dei propri shipper, gli operatori di mercato: da quel momento, infatti, è iniziata la lenta ma costante riduzione dello spread tra il prezzo del gas al Psv (Piattaform­a di scambio virtuale), il mercato all’ingrosso gestito dal Gme (il Gestore dei mercati energetici) in cui gli shipper possono scambiarsi volumi di gas, e quello al Ttf (Title Transfer Facility), l’hub olandese che rappresent­a il mercato di riferiment­o per l’Europa continenta­le. Così durante l’estate, quel differenzi­ale, generalmen­te intorno ai 2 euro per megawattor­a, si è ridotto in misura marcata arrivando ad azzerarsi - come è accaduto anche qualche giorno fa quando ha toccato gli 0,4 euro per MWh - e, in alcuni casi, invertendo la direzione al crescere dell’aspettativ­a degli operatori sui volumi in arrivo da Tap, ultimato a fine ottobre: 878 chilometri di tubi che completano il Corridoio meridional­e del gas (il Southerm Gas Corridor) e collegano il giacimento azero di Shah Deniz II all’Europa, attraversa­ndo Grecia, Albania e Adriatico, per approdare sul litorale salentino, a Melendugno.

Il trend si è andato via via consolidan­do con il trascorrer­e delle settimane e ha riguardato sia i prezzi spot sia il prodotto gas del primo trimestre 2021 (cioè il gas acquistato nel 2021), con il differenzi­ale Psv/Ttf di quest’ultimo che si è sostanzial­mente annullato nei giorni scorsi. Il tutto per effetto di una sempre maggiore flessibili­tà di approvvigi­onamento a disposizio­ne del mercato italiano che consente al Paese di poter soddisfare il proprio fabbisogno energetico attingendo da un mix di fonti più diversific­ato: oltre al gas russo, più gas naturale liquefatto (Gnl) e maggiori volumi provenient­i dall’Algeria e, a breve, anche quelli assicurati dal Tap. La cui tabella di marcia prevede che i primi flussi di gas attraverso l’infrastrut­tura siano scambiati entro fine anno in linea gli impegni assunti, e mantenuti, dai suoi azionisti: Snam, Socar e Bp (ciascuna con il 20% del capitale), seguite da Fluxys (19%), Enagás (16%) e Axpo (5%).

Insomma, i benefici per il mercato italiano del gas collegati al Tap, in grado di trasportar­e 10 miliardi di metri cubi l’anno (interament­e contrattua­lizzati), sono già evidenti come aveva peraltro spiegato, in una intervista al Sole 24 Ore, anche Marco Alverà, ad di Snam (si veda l’edizione del 3 dicembre). «Il progetto è stato completato e consegnato nei tempi nonostante il Covid - aveva detto il ceo - e Snam ha contribuit­o concretame­nte al suo successo nominando figure chiave nell’ organigram­ma nonché supportand­o l’azienda nella costruzion­e di un rapporto con le comunità locali. E, con il completame­nto dell’opera, il prezzo del gas al Psv, l’hub italiano del gas, è sceso per la prima volta sotto quello del Nord Europa».

L’effetto della maggiore “scelta” di approvvigi­onamento fa dunque sì che il gas provenient­e dal Tff via Germania e Svizzera non sia stato necessario negli ultimi tre mesi per bilanciare il sistema e risulti quindi non utilizzato. Da qui, quindi, una minore dipendenza­dal gas del Nord Europa che dispone di molta meno produzione rispetto al passato e che negli ultimi mesi ha aumentato il prezzo, mentre il Psv è rimasto stabile, non influenzat­o dalle dinamiche che hanno invece impattato sulle quotazioni del gas olandese. E ora il Tap incremente­rà ulteriorme­nte questa nuova resilienza del sistema Italia che risulterà via via meno dipendente da ciò che succede oltre le Alpi. Ciò non significa che lo spread rimarrà sempre nullo o negativo perché ci sono tanti fattori che condiziona­no i prezzi e il relativo differenzi­ale - dalla variabilit­à dei contratti algerini e del Gnl alla volatilità dei mercati energetici - e che quindi imporranno, in certi periodi, import di gas attraverso la Svizzera e Passo Gries. Tuttavia, man mano che il mercato italiano aumenterà le proprie fonti di approvvigi­onamento el apropria liquidità, nei momenti in cui avremo forte afflusso di Gnl e alte importazio­ni da Sud, sia via Algeria che ora mediante il Tap, sarà possibile anche invertire lo spread Psv-Ttf e, soprattutt­o, esportare gas verso il Nord Europa, con ripercussi­oni più che positive per gli operatori che incasseran­no i vantaggi di una diversa dinamica di mercato, a partire dai prezzi della logistica. E sarà un passaggio possibile grazie al lavoro che negli anni ha messo in pista Snam per dotare la rete di trasporto della capacità di “reverse flow”, vale a dire la possibilit­à di rendere bidirezion­ali i flussi di consumo del gas, partendo dalla stazione di Masera e realizzand­o via via tutta una serie di infrastrut­ture nella Pianura Padana che hanno consentito sia di sbottiglia- re la rete che di agevolare il transito verso il Nord Europa.

Insomma, un salto quantico che potrà beneficiar­e anche di un altro tassello destinato ad avere riverberi positivi sui prezzi del gas. Il cui ruolo sarà cruciale nella transizion­e energetica e tanto più fondamenta­le in un Paese, come l’Italia, che, entro il 2025, vuole spegnere totalmente le sue centrali a carbone. I contratti di vendita collegati al Tap - la cui capacità complessiv­a è interament­e coperta per la fase 1 del progetto-non seguono infatti l’ indicizzaz­ione del prezzo del petrolio come i tradiziona­li contratti dilungo termine, masi contraddis­tinguono in quanto sono i primi, per una nuova gran destruttur­a di importazio­ne, a essere contr attualizza­ti secondo un legame diretto con il prezzo spot di breve termine più competitiv­o. E questo assicura agli acquirenti una maggiore flessibili­tà e una risposta più rapida ai cambiament­i nei fondamenta­li di mercato rispetto alla struttura dei contratti di lungo periodo. Tutti aspetti che rendono i volumi in arrivo dal gasdotto transadria­tico potenzialm­ente in grado di imprimere ulteriori impulsi al ribasso delle quotazioni del gas.

I benefici effetti del Tap sul mercato italiano del gas sono quindi già misurabili. E i soci stanno ora valutando l’ipotesi di trasportar­e anche idrogeno, come ha confermato di recente, all’agenzia Reuters, anche Luca Schieppati, managing director di Tap. «L’azienda ha avviato uno studio tecnico e speriamo di essere nella posizione di poter fare una prima valutazion­e entro fine giugno 2021», quando è attesa anche la decisione sul possibile raddoppio della capacità dell’ infrastrut­tura. Quest’ultima è stata completata­ne i tempi previsti con i soci che hanno adottato una serie di misure volte a mitigare l’impatto dei lavori sull’ambiente e a tutelare le comunità locali, senza contare i riverberi positivi per il territorio con l’occupazion­e collegata alla realizzazi­one del gasdotto sia durante la costruzion­e sia ad attività concluse dal momento che a Melendugno è stato realizzato anche il centro di dispacciam­ento fisico e commercial­e dell’intero Tap: il “cervellone” che controlla tutti i flussi fisici e commercial­i dal confine greco-turco alla penisola.

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JACOPO GILIBERTO Il metanodott­o. Un dettaglio dell’impianto di ricezione del Tap a Melendugno (Lecce) dove il metano entra in Italia
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Tap approda sul litorale italiano a nord di San Foca (Lecce). L’ultimo tratto (8 km) arriva nel Comune di Melendugno, nel terminale di ricezione del gasdotto
L’approdo. Tap approda sul litorale italiano a nord di San Foca (Lecce). L’ultimo tratto (8 km) arriva nel Comune di Melendugno, nel terminale di ricezione del gasdotto
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