«Sarà il turismo a rilanciare il legame tra Mosca e l’Italia»
Il console di Milano Shtodin: il blocco dei confini non ha fermato gli scambi
Come cambiano i rapporti tra due Paesi nell’era della pandemia? Le frontiere sono chiuse, le iniziative bilaterali azzerate, le visite sospese, i progetti congelati, gli scambi diplomatici costretti alle videochiamate. «So di essere banale - osserva Dmitry Shtodin, console generale della Federazione Russa a Milano - ma proprio adesso diventa ancora più importante conservare il tessuto sociale tra i nostri cittadini. Gli italiani non possono andare in Russia, i nostri turisti non possono venire qui. Eppure dobbiamo fare di tutto perché i legami tra noi restino stabili».
A Milano da poche settimane, ma di ritorno in Italia dopo aver trascorso diversi anni all’Ambasciata russa a Roma, Shtodin sottolinea la continuità delle comunicazioni con le autorità italiane e tra i rispettivi dicasteri, sia pure online, e ricorda come un regolamento speciale alla frontiera permette di non interrompere gli scambi di specialisti e personale altamente qualificato. Canali pronti ad attivarsi per risolvere i problemi: «Un vero blocco totale non c’è», spiega il console. In modo da ripartire, non appena la pandemia lo permetterà.
E a quel punto, tra i progetti di cooperazione tra Italia e Russia Shtodin mette al primo posto i legami culturali e il turismo. «Le persone oltre le cose - riflette -. In Italia arrivavano ogni anno ormai un milione di turisti russi, e 200mila italiani hanno visitato la Russia. Nell’era post-Covid dovremo rafforzare il dialogo della società civile, i legami diretti tra scienziati, protagonisti della cultura, politici, economisti».
Con la seconda ondata anche la Russia sta vivendo una fase drammatica della pandemia, sia pure con situazioni diverse tra le regioni. «Mentre le grandi imprese sono appoggiate dallo Stato - spiega Shtodin - le preoccupazioni maggiori riguardano i piccoli e medi imprenditori privati, gli aiuti governativi si concentrano su di loro. Parlo dei proprietari di piccoli negozi, dei teatri, del cinema, i parrucchieri, le palestre. Ma soltanto nei prossimi mesi sarà possibile dare una dimensione alla crisi, e fare previsioni sulla ripresa».
Per il momento «è molto importante non permettere una riduzione drastica degli scambi economici tra i nostri due Paesi - dice Shtodin -. La Russia vende in Italia soprattutto idrocarburi ma anche acciaio, prodotti chimici, ci sono tanti progetti nel settore manifatturiero. Nello stesso tempo, le 500 imprese italiane presenti in Russia non hanno abbandonato nessun progetto. Una volta liberi da queste restrizioni, ritroveremo tante prospettive».
A cominciare dal biglietto d’ingresso per la Russia: il nuovo sistema di visti elettronici da richiedere online, che permetterà ai turisti stranieri di recarsi ovunque nel Paese, avrebbe dovuto partire il 1° gennaio. È stato rinviato, ma solo fino alla fine dell’emergenza.