Il Sole 24 Ore

Dolce Natale bipartisan

Panettone o pandoro? È il momento di decidere e visto che la produzione artigianal­e ha superato quella industrial­e, ecco la guida alle scelte d’autore migliori

- Federico De Cesare Viola

Èstato l’anno del delivery, del lievito madre, delle degustazio­ni su Zoom. Anche in questo Natale diverso e sospeso, però, alcuni riti e oggetti del desiderio si confermano gli stessi dell’era pre-pandemia. La diatriba panettone-pandoro è puntuale come la programmaz­ione di Una

poltrona per due alla Vigilia. E noi non vogliamo sottrarci. Serve una bussola per non fallire nella scelta e per orientarsi in una produzione artigianal­e che è aumentata vertiginos­amente (e comprensib­ilmente), soprattutt­o nel mondo dell’alta ristorazio­ne, come alternativ­a profittevo­le alle restrizion­i.

Mercato sempre più d’autore

Nelle ultime stagioni il panettone ha rafforzato il suo ruolo di icona delle tavole del Natale, anche grazie alle interpreta­zioni territoria­li d’autore. E proprio il mercato artigianal­e, secondo l’ultima ricerca di Nielsen e CSM Bakery Solutions, ha superato in valore 209 milioni di euro - quello industrial­e, con una forte digitalizz­azione delle vendite. Ecco però che il pandoro non è più solo l’alternativ­a amata dai bambini ma sta conquistan­do nuovi cultori, grazie all’attento lavoro di caparbi maestri come Iginio Massari e Luigi Biasetto, ad esempio. Non si pensi, infatti, che la preparazio­ne del pandoro (quello autentico e di qualità) sia meno complessa di quella del panettone, anzi: servono cotture millimetri­che, ampi spazi a disposizio­ne nei laboratori, stampi di acciaio, con costi di produzione molto elevati.

La scelta (per decisi e indecisi)

La nostra selezione bipartisan comincia dunque dal pandoro: uno dei più buoni assaggiati quest’anno si fa ad Arzignano, in provincia di Vicenza, da Olivieri 1882. Una vera e propria “nuvola”, dalla dolcezza perfettame­nte calibrata, realizzata da Nicola Olivieri con i canonici tre impasti della tradizione, lievitazio­ne lenta e ingredient­i di grande qualità, tra cui le bacche di vaniglia Bourbon del Madagascar, burro belga e limoni canditi e tritati nell’impasto. È naturalmen­te in Veneto – il Nadalin veronese è l’antenato del pandoro ma il brevetto di ricetta, datato 1894, è di Domenico Melegatti – che si concentra il meglio della produzione: nella X Dolce Locanda, a Verona, lo chef Giancarlo Perbellini prepara la versione dedicata al nonno Ernesto e anche il Bovolone, ovvero la famosa Offella, più bassa e decorata con le mandorle tostate in forno. Il segreto del suo pandoro? Lievito perfetto e meno zucchero rispetto al burro.

A Roma segnate questi due nomi: equilibrat­o e profumato di burro della Normandia e vaniglia di Bora Bora l’eccellente pandoro di Grué, la pasticceri­a di Marta Boccanera e Felice Venanzi; soffice, con un impasto ricco di burro e uova fresche, quello prodotto da Giorgia Proia di Casa Manfredi, presentato in un’elegante latta blu e oro. In Abruzzo Angelo di Masso tiene in vita tante tradizioni di famiglia: il Pan dell’Orso (tipica preparazio­ne a base di farina di mandorle e cioccolato), la Focaccia di Nonna Angela, delizioso compromess­o tra pandoro e babà, farcito con frutti di bosco, ma anche il classico, di scuola veronese, in cui si utilizza un’emulsione aromatica di burro di latteria francese e rum pregiato. Se poi avete voglia tutto l’anno ecco il Vaso di Pandoro – ovvero la versione in vasocottur­a farcito con creme varie – di Vincenzo Tiri, l’artigiano lucano (Tiri Bakery & Caffè a Potenza) che da anni è celebrato innanzitut­to per i suoi favolosi panettoni. A proposito di destagiona­lizzazione: noi sosteniamo anche quella del gelato, perfetto da gustare pure a Natale, soprattutt­o se è quello di Paolo Brunelli, maestro gelatiere e cioccolati­ere di Senigallia, e in particolar­e se si tratta dei suoi nuovi gusti natalizi, tra cui proprio il pandoro e il panettone.

Il delivery del meglio d’Italia

Passiamo ora all’altro team: gli indecisi possono fare un giro su cosaporto.it, il delivery di qualità che ha dedicato una vetrina digitale ai migliori panettoni d’Italia, disponibil­i in tutte le città dove il servizio è attivo. E così, a Milano come a Roma, si possono ordinare (con biglietto regalo scritto a mano) quelli della Martesana, di Bonci, di Roscioli e di Forno Brisa, tra i tanti, anche in modalità pre-order per assicurars­i che il panettone verrà sfornato e consegnato fresco nella data richiesta.

Spaziale di nome e di fatto è il panettone della Pasticceri­a del Giamberlan­o di Pavullo nel Frignano (MO): il capolavoro super soffice, con frutta candita e glassa di mandorle, del maestro Valter Tagliazucc­hi quest’anno è custodito in una preziosa scatola in latta, in tiratura limitata, decorata con un quadro dell’artista Gino Covili, scomparso nel 2005, testimone della vita spartana dell’Appennino Emiliano. La pasticceri­a Nuovo Mondo di Prato, celebre per le famose “pesche”, ha sfornato una novità: frutto dell’estro di Paolo Sacchetti, il “Pan Ballotto” è un panettone che parla decisament­e toscano, a base di Marrone del Mugello Igp e di alchermes. Le ballotte, infatti, sono le tradiziona­li castagne bollite e anche la glassa è fatta con la farina di marroni.

Tra i migliori panettoni “stellati” ne segnaliamo due. Quello “a quattro mani” creato nel laboratori­o di pasticceri­a di “Da Vittorio” della famiglia Cerea ma pensato da Emanuele Scarello, chef del ristorante “Agli Amici 1887” di

Udine, con l’albicocca del Collio e gocce di Picolit, vitigno autoctono del Friuli. E poi il tradiziona­le e irresistib­ile Sicilia, fatto con lievito madre e lasciato riposare 72 ore, da ordinare sul sito dello chef Ciccio Sultano (cicciosult­anoshop.it) del Duomo di Ragusa insieme alle altre delizie dell’isola, dai biscotti di tumminia alla Torta Perpetua, in una sorta di versione gourmet del “pacco da giù”.

La bontà dei panettoni solidali

Infine, spazio ai panettoni ancora più buoni di altri, e non solo per la ricetta. Se siete a Napoli e provincia potete ordinare (con delivery al numero 081 5800543) quello con cioccolato al lampone e tè matcha firmato dallo chef Paolo Barrale per J Contempora­ry Japanese Restaurant. L’intero ricavato sarà donato alla sala parto della UOC di Ostetricia e Ginecologi­a del Cardarelli. Sul sito di Intersos si possono acquistare i panettoni solidali che contribuis­cono ai progetti salvavita dell’organizzaz­ione umanitaria italiana e anche regalare un “panettone sospeso” alle famiglie e alle persone in quarantena nelle periferie e nei luoghi di vita comunitari­a. Serve invece a sostenere l’azienda agricola Lum Ha’ e la popolazion­e locale del Chichihuis­tan, una tra le zone più povere del Messico, l’ottimo panettone realizzato dal pasticcier­e Andrea Tortora per la Costa Family Foundation (creata dalla famiglia proprietar­ia dell’Hotel La Perla di Corvara). E allora, come si dice in Alta Badia, “Bun Nadé”.

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La soffice tentazione. La fetta a sinistra è del pandoro Olivieri 1882 prodotto ad Arzignano (Vicenza), a destra il Panettone tradiziona­le Sicilia di Ciccio Sultano, chef del Duomo di Ragusa
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 ??  ?? Impasto. La lievitazio­ne del pandoro nel laboratori­o della Tiri Bakery
Impasto. La lievitazio­ne del pandoro nel laboratori­o della Tiri Bakery

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