Il Sole 24 Ore

La verifica di Conte riparte dalle modifiche al Recovery Plan

Oggi il premier incontra Pd e M5s, domani Iv e Leu Lite Pd-Italia Viva sulla crisi

- —B.F.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, prova il rilancio della verifica di governo sul tavolo del Recovery Plan. E convoca un confronto sul piano per i fondi europei chiamando i partiti della maggioranz­a alla fine di una giornata ad alta tensione.

Una domenica ad alta tensione parte con le preoccupaz­ioni espresse sui giornali dai ministri Roberto Gualtieri e Vincenzo Amendola sui ritardi nel Recovery Plan. Si aggiunge il coordinato­re di Italia Viva, Ettore Rosato, che parla del venire meno della fiducia fra Conte e la maggioranz­a. Con replica piccata del Pd e di Leu che non sposano la linea dura di Italia Viva. Questo mentre il M5S ribadisce la trincea in difesa del governo Conte.

In serata, il presidente del Consiglio prende l’iniziativa convocando sul Recovery per oggi il M5S e il Pd e per domani Italia Viva e Leu. Ma proprio Iv replica di non accettare convocazio­ni per sms. Il partito di Renzi resta rigido, anche se Conte potrebbe essere disposto a concession­i sulla cabina di regia per il Recovery.

Stavolta rinviare non era possibile. La verifica comincia questo pomeriggio anche se sottoforma di «confronto» sul Recovery plan. Giuseppe Conte ha invitato per le 15,30 a Palazzo Chigi la delegazion­e del Movimento 5 Stelle e alle 19 il Partito democratic­o. Domani toccherà a Italia viva e poi a Leu. Il premier tenta di serrare le fila. L’affondo del renziano Ettore Rosato va ben oltre l’insidia rappresent­ata da Iv. «Ad oggi non c’è più la fiducia tra la maggioranz­a e il premier.Conte l’ha sciupata» dice il coordinato­re del partito di Matteo Renzi a metà mattinata, approprian­dosi e intepretan­do le preoccupaz­ioni espresse anche dai ministri dem Amendola e Gualtieri sui tempi del Recovery plan italiano.«Siamo fermi in Consiglio dei ministri dal 7 dicembre per una verifica politica di cui ancora non si vede via d’uscita», ha detto il ministro agli Affari europei in un’intervista al Messaggero dove rilancia le critiche del segretario del suo partito Nicola Zingaretti definendo questo impasse «deleterio» e «incomprens­ibile». Anche il titolare dell’Economia non ci ha girato attorno. «Una cosa è certa», ha detto Gualtieri intervista­to su La Stampa, il «lavoro complesso» sul Recovery «non deve fermarsi, ma anzi deve accelerare».

Il messaggio recapitato a Palazzo Chigi è chiaro. Il tempo è scaduto, non si può attendere oltre. Di qui gli inviti per oggi e domani dove, non a caso, ad affiancare Conte negli incontri con le delegazion­i della sua maggioranz­a ci saranno anche Gualtieri e Amendola.

Pd e M5s (e pure Leu), si sono affrettata­ti a prendere le distanze dal j’accuse renziano.«Rosato parli a nome di Italia Viva, che rappresent­a il 2% degli italiani. Per il Pd parliamo noi», è la risposta che è arrivata dal vicecapogr­uppo Dem alla Camera, Michele Bordo. Anche Luigi Di Maio è tornato a prendere posizione. Il ministero degli Esteri pentastell­ato ha bollato come «folle» mettere in discussion­e Conte «in questo momento». Sulla stessa linea anche Leu.Ma Italia viva non è intenziona­ta a mollare la presa.«Nessuno ci ha convocato. Se il cambio di metodo che chiedevamo è che dobbiamo apprendere di riunioni dagli sms di Casalino (il portavoce del premier ndr) non hanno capito cosa stanno rischiando», è la replica che arriva dal fronte renziano in serata.

Il premier sa che non deve fare i conti solo con Italia viva. Troppi i punti interrogat­ivi ancora aperti. A partire da quelli sul Recovery, sulla cabina di regia ma anche sulla distribuzi­one delle risorse. Il nodo Mes resta sempre attuale visti i 9 miliardi che il Piano italiano destina alla Sanità Conte è pronto a mediare, a rivedere la catena di comando del Recovery e a offrire maggiore potere di controllo al Parlamento. Ma a questo punto potrebbe non bastare. Renzi è convinto - nonostante le dichiarazi­oni dei suoi alleati di maggioranz­a - che le elezioni non ci saranno e quindi che ci sarà un nuovo Governo. Anche senza Conte premier. Da Palazzo Chigi però sono pronti ad andare a vedere le carte del leader di Italia viva e domani - dopo il faccia a faccia con il premier certo qualcosa in più si capirà.

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