Il Sole 24 Ore

Massimo Ciccozzi: «Non dobbiamo temere le mutazioni»

Massimo Ciccozzi (epidemiolo­go). «Nessun riscontro di una minore risposta al vaccino»

- Barbara Fiammeri

«Non dobbiamo avere paura delle mutazioni. È attraverso le mutazioni che si favorisce l’adattament­o del virus all’uomo. E questa che arriva dalla Gran Bretagna non è la prima». Massimo Ciccozzi, responsabi­le dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiolo­gia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell Università Campus Bio-Medico di Roma, usa un tono rassicuran­te.

Ma non c’è il rischio che il vaccino sia meno o non sia più efficace? Al momento si ipotizza una maggiore velocità nel contagio, che è quello che preoccupa maggiormen­te, ma non ci sono riscontri su una minore risposta del vaccino. Dobbiamo fare una sorveglian­za molecolare e aspettare le prove di laboratori­o.

Eppure sono proprio le mutazioni del virus dell’influenza che impongono vaccini sempre diversi...

Ma questo è un Coronaviru­s e le mutazioni sono assai più lente perché il genoma è molto più grande di quello dell’influenza. Anche se la mutazione interviene sul genoma, sulla proteina Spike, non agisce sulla superficie e quindi non inficia l’efficacia vaccinale. Del resto mutazioni ci sono già state. Tant’è che in Italia circolano almeno 13 varianti del virus che non sono però coinvolte né nella letalità né nella contagiosi­tà e neppure nell’efficacia vaccinale.

Ma in questo caso sulla contagiosi­tà c’è invece una forte accelerazi­one. Non è un segnale importante? Non è la prima volta che una mutazione interviene accelerand­o la contagiosi­tà di Covid-19. Già a marzo ipotizzamm­o una maggiore trasmissio­ne a seguito della mutazione, intervenut­a sulla proteina Spike, denominata DG614. A settembre su Nature hanno pubblicato uno studio secondo cui il ceppo originato da questa mutazione infettava 13 volte più degli altri. Oggi il 98% delle sequenze isolate sui pazienti italiani presenta questa mutazione. Il virus è cambiato ma non così tanto.

Quindi non bisogna modificare le misure per contrastar­lo?

Distanza e mascherine ancora per un anno e nel frattempo vacciniamo­ci: così ne usciremo.

Sono sufficient­i le misure decise dal governo per Natale?

Lo spero. Dobbiamo assolutame­nte evitare una ripresa dei contagi in concidenza con l’avvio della campagna vaccinale.

Teme per la riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio?

Non si tratta di timore ma di necessità. L’impennata nella seconda ondata è avvenuta tra settembre e ottobre, in concomitan­za con la ripresa dell’attività scolastica e lavorativa.

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