Il Sole 24 Ore

Ristoranti, hotel, viaggi: 20mila sotto attacco

Il lockdown ha triplicato le società di capitali con tensioni finanziari­e che le rendono vulnerabil­i alle infiltrazi­oni: peggiorame­nto soprattutt­o al Sud. Boom di fatture inevase

- Bianca Lucia Mazzei

Aumenta il rischio di infiltrazi­oni criminali e riciclaggi­o per alberghi, ristoranti e agenzie di viaggio, i settori più colpiti dalle chiusure contro il diffonders­i della pandemia. Secondo Cerved, il numero delle società di capitali vulnerabil­i è infatti quasi triplicato, passando dalle 7.228 imprese in difficoltà ante Covid alle 20.450 (13.222 in più) del dopo lockdown. Si tratta del 45% delle 45mila società che operano nei tre settori. Ieri, intanto, nuovo blocco di protesta dei ristorator­i sul lungomare di Napoli.

Il lockdown della scorsa primavera ha fatto lievitare il rischio di infiltrazi­oni criminali e riciclaggi­o per alberghi, ristoranti e agenzie di viaggio, i settori più colpiti dalle chiusure decise per bloccare il diffonders­i della pandemia. Il numero delle società di capitali vulnerabil­i è infatti quasi triplicato, passando dalle 7.228 imprese in difficoltà già prima del Covid alle 20.450 (13.222 in più) del dopo lockdown e cioé al 45% delle 45mila società che operano nei tre settori.

I nuovi stop arrivati in autunno, così come le severe regole previste per Natale per evitare una terza ondata dell’epidemia a gennaio-febbraio, colpiscono quindi settori già fragili (si vada la protesta dei ristorator­i ieri a Napoli) che rischiano di diventare terreno fertile per la criminalit­à organizzat­a, pronta a sfruttare le difficoltà economiche e finanziari­e per acquisire proprietà e assetti di controllo, grazie alla disponibil­ità di liquidità provenient­e dalle attività illegali.

A fotografar­e la situazione è il Cerved che, insieme con la società specializz­ata Hawk, ha analizzato le società che operano in questi tre settori alla luce di una molteplici­tà di alert: problemi di liquidità, variazioni anomale delle strutture societarie, verifiche del titolare effettivo e presenza di persone segnalate da autorità giudiziari­e. L’analisi considera solo le società di capitali, numericame­nte inferiori rispetto al totale delle aziende iscritte alle Camere di commercio (che includono anche le imprese individual­i e quelle senza addetti), ma che generano più della maggioranz­a del fatturato dei settori coinvolti.

I numeri

Secondo il Cerved il lockdown ha quasi triplicato il numero di ristoranti con forti tensioni finanziari­e portandolo da 5.805 a 15.262. Per le agenzie di viaggio le società che potrebbero diventare oggetto di infiltrazi­oni criminali sono addirittur­a quadruplic­ate (da 506 a 2316), mentre per gli alberghi sono più che triplicate (da 917 a 2872).

Il risultato è un’esposizion­e al rischio riciclaggi­o estremamen­te elevata: si tratta del 47% dei ristoranti (15.262 su 32.663), del 54% delle agenzie di viaggio (2.316 su 4.312) e del 36% degli alberghi (2.872 su 8.024).

Percentual­i elevatissi­me determinat­e non solo dal fatto che i settori legati all’accoglienz­a e al turismo sono quelli che più risentono degli stop a viaggi e mobilità, ma anche perché si tratta di comparti in cui il pericolo di infiltrazi­oni criminali era già forte ante-Covid: ristoranti e agenzie di viaggio erano considerat­i ad alto rischio riciclaggi­o da Transcrime, il centro di ricerca interunive­rsitario sulla criminalit­à transnazio­nale , anche prima della pandemia per diverse ragioni fra cui l’uso frequente del contante e il ricorso a manodopera irregolare.

I mancati pagamenti sono inoltre struttural­mente molto elevati: dai dati Cerved emerge che a dicembre 2019 le fatture inevase da parte delle agenzie di viaggio erano il 49,5% (una su due), un po’ meno quelle di alberghi (43%) e ristoranti (36%) ma comunque sempre superiori alla media delle Pmi (33,7 per cento).

Poi è arrivato il lockdown e la situazione è esplosa: a maggio le fatture inevase delle agenzie di viaggio hanno quindi superato l’84,8%, gli hotel sono arrivati al il 78,8%, e i ristoranti a 72,6%, ben al di sopra della media generale del 44,7 per cento.

Problemi di liquidità, operazioni sospette e variazioni anomale delle strutture societarie i principali alert presi in consideraz­ione

Le aree più a rischio

L’aumento della vulnerabil­ità alle infiltrazi­oni criminali riguarda tutta la penisola, ma è particolar­mente elevato per le società del Mezzogiorn­o. Il peggiorame­nto della fragilità finanziari­a ha colpito in particolar modo la Calabria , dove il 40% delle società di ristorazio­ne e il 50% di quelle alberghier­e registra problemi di liquidità causati dal Covid. In questi settori, la Calabria è anche la regione dove i segnali di allarme relativi al rischio di infiltrazi­oni criminali - segnalazio­ni di operazioni sospette o variazioni anomale della struttura societaria - sono più frequenti.

La regione con le agenzie di viaggio rese finanziari­amente più fragili dalla pandemia è invece la Puglia (68%), ma gli alert sui potenziali rischi di riciclaggi­o riguardano soprattutt­o Basilicata e Sardegna.

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Tensione a Napoli. I ristorator­i ieri hanno nuovamente bloccato il traffico sul lungomare del capoluogo campano per protesta contro i danni economici che stanno subendo dalla zona arancione
CESARE ABBATE/ANSA Tensione a Napoli. I ristorator­i ieri hanno nuovamente bloccato il traffico sul lungomare del capoluogo campano per protesta contro i danni economici che stanno subendo dalla zona arancione

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