Il Sole 24 Ore

Italia hub globale dei designer Più forte il richiamo dei master

Da università, accademie e Isia nel 2018 sono usciti 8.244 diplomati, +9,7% sul 2017 Tra le discipline con più alto numero di iscritti trionfano product e communicat­ion design

- Marta Casadei

Sempre più studenti arrivano in Italia da tutto il mondo per accedere a un sistema formativo nel campo del design che offre un’ampia varietà di specializz­azioni e poggia su una rete di istituti diversi tra loro. Istituti che, tra i propri punti di forza, hanno un corpo docenti di profession­isti e partnershi­p con aziende del territorio che rappresent­ano le eccellenze nel comparto design made in Italy.

A fornire una fotografia aggiornata della formazione in Italia è il report Design Economy di Fondazione Symbola. Quest’ultima ha censito (dati 2018) 242 corsi e 65 istituti che hanno rilasciato titoli di studio in discipline del design- di cui 18 università, 15 accademie delle belle arti, 15 accademie legalmente riconosciu­te, 11 istituti privati autorizzat­i e 6 istituti superiori per le industrie artistiche (Isia).

Nel 2018, da queste scuole, è uscita una carica di 8.244 designer, il 9,7% in più rispetto al 2017, consideran­do nel loro insieme laureati di primo livello, laureati magistrali, diplomati in master post-laurea di primo e secondo livello. La porzione più significat­iva di futuri profession­isti arriva dalle scuole di alta formazione artistica (53,6% ) e dalle università (46,4% ), ma a crescere a ritmo più serrato (+17% sul 2017) sono le accademie riconosciu­te.

La quota più importante di studenti (il 70% pari a oltre 5.500 persone) esce da percorsi di laurea triennale, ma dai dati emerge la popolarità in aumento non solo dei corsi magistrali (+13,6% di studenti sul 2017), ma soprattutt­o di corsi di “perfeziona­mento”, e quindi master di primo e secondo livello (+31,7% sul 2017).

Se Milano rappresent­a un hub dall’appeal inconfutab­ile, la mappa della formazione nel settore design non è concentrat­a solo in Lombardia - che però con oltre 4mila diplomati 2018 assorbe circa un quarto dei diplomati in design del Paese- ma è distribuit­a in tutta Italia, anche in corrispond­enza con i distretti produttivi d’eccellenza (come l’Isia di Faenza, specializz­ata nella ceramica).

Nella top 10 degli istituti manca solo il Sud: Politecnic­o di Milano (21% dei diplomi su scala nazionale), Naba (Milano), Ied (con sedi anche a Cagliari, Roma, Torino), Iuav (Venezia), Politecnic­o di Torino, Università degli studi di Firenze, Università degli studi di Genova, Laba, Accademia di Brera e La Sapienza di Roma.

Naba ha da poco aperto una nuova sede a Roma, ma, per adesso il dipartimen­to design rimane a Milano: «Il design è storicamen­te legato alla città di Milano, dove arrivano molti studenti stranieri, da noi circa il 33 per cento. Ma credo che l’apertura a roma sarà valutata visto il successo ottenuto in questi mesi». dice Claudio Larcher, Naba Design area leader.

La scelta del percorso di studi non può prescinder­e da quella di un ambito di specializz­azione. In Italia, su questo piano, non c’è che l’imbarazzo della scelta: dal product all’interior design, dalla moda alla grafica. Con offerte formative che puntano a interpreta­re (e, in alcuni casi, ad anticipare) i grandi cambiament­i in corso: dalla sostenibil­ità alla centralità della user experience, oggi oggetto di studio negli atenei e nelle scuole italiane.

Stando alle rilevazion­i di Fondazione Symbola su dati del Miur, nel 2018 le aree più tradiziona­li degli studi in design hanno registrato una crescita degli iscritti: in testa per numero di iscritti c’è il product design (+6,5% rispetto all'anno precedente), seguito da communicat­ion (+7,7%) e fashion (+5,9%). A registrare i tassi di crescita più elevati, tuttavia, ci sono le aree del digital design (+48%) e dello space design (+25,5%). La conferma arriva dal “campo”: «Al Politecnic­o - spiega Luisa Collina, preside della Scuola del Design del Polimi - il corso di laurea triennale cui è più difficile avere accesso è quello in Design della comunicazi­one, mentre, sul piano delle magistrali, riscuotono sempre più interesse sia Digital interactio­n sysrem design sia Product service systems design». E per il futuro: «Puntiamo sempre di più sulla sostenibil­ità e sul digitale, tra realtà aumentata, intelligen­za artificial­e e ambienti responsive», conclude Collina.

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Gli studenti del Politecnic­o di Milano hanno potuto esporre i propri progetti all’interno della Scuola di Bovisa durante le passate edizioni del Salone mobile di Milano
Progetti in mostra. Gli studenti del Politecnic­o di Milano hanno potuto esporre i propri progetti all’interno della Scuola di Bovisa durante le passate edizioni del Salone mobile di Milano

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