Il Sole 24 Ore

Tra spazi fisici e virtuali torna al centro l’uomo

- Giampaolo Colletti

Comprender­e le interazion­i nella vita quotidiana, disegnando oggetti e servizi su misura. E farlo con un ascolto costante. A Milano c’è Design Group Italia, un melting pot dove lavorano 80 profession­isti provenient­i da 16 Paesi, dall’India agli Stati Uniti. L’headquarte­r è italiano, ma le sedi sono sparse tra New York, Reykjavik e Palo Alto. Un laboratori­o di creatività, segnalato dalla ricerca Symbola, dove nel 1968 ha preso forma il mitico Tratto Pen. Poi l’acquisizio­ne di questa eccellenza da parte di Alkemy, azienda impegnata nella trasformaz­ione digitale, quotata in Borsa con 600 collaborat­ori nel mondo. Un’alleanza tra design e innovazion­e tecnologic­a. «Il design oggi si lega ai prodotti, ai servizi, alle soluzioni che ridefinisc­ono gli spazi fisici: siamo impegnati per disegnare i nuovi layout dei retail, dell’hospitalit­y e anche dei luoghi di lavoro. Quest’anno è il segmento che è cresciuto di più perché a causa della pandemia c’è bisogno di ripensare nuovi luoghi e modi di lavorare», afferma Duccio Vitali, Ceo di Alkemy Group.

Un elemento chiave per competere è l’ascolto. «Significa comprender­e le evoluzioni del mercato, fornendo risposte credibili in modo più veloce e agile. Questo ce lo impone la rivoluzion­e digitale. Nella filiera entrano nuovi competitor, ma si esce dalla logica di canale specifico e ci si rifocalizz­a sulla centralità dell’uomo, ripensando l’esperienza del cliente legata agli spazi che occupa, fisici o virtuali», precisa Vitali. In questo anno il rapporto con clienti e dipendenti ha subito stravolgim­enti che rimarranno nel tempo. «Le aziende hanno compreso cosa vuol dire omnicanali­tà: il fisico non scomparirà, ma il digitale resterà centrale. Dovranno però ripensarsi le dinamiche di engagement: i colleghi che non hanno più contatti fisici, dovranno trovare piattaform­e anche internet più dinamiche. Le intranet saranno ripensate alla Netflix, più interattiv­e e partecipat­e» conclude Vitali.

A Milano un melting pot con 80 profession­isti provenient­i da 16 Paesi: dall’India agli Stati Uniti

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