Il Sole 24 Ore

Imprese, chi investe nel design ha più opportunit­à di crescita

Le aziende che hanno utilizzato servizi o personale specializz­ato hanno aumentato fatturato, assunzioni ed export più di quelle che non lo hanno fatto

- Sara Deganello

Ache cosa serve il design? A cambiare il mondo, avrebbe risposto Enzo Mari. Nell’anno della sua scomparsa, con una pandemia che ha accelerato molte tendenze in atto nella nostra economia e società, queste parole assumono un’urgenza particolar­e. Globalizza­zione, cambiament­o climatico, digitalizz­azione, oltre all’emergenza Covid-19, sono le sfide che le aziende italiane si trovano ad affrontare. Come vincerle? Ripartendo dalla progettazi­one, dal design, a molteplici livelli.

Il mondo è mutato, quale candidato migliore per seguirne i cambiament­i? Se lo chiede l’edizione 2020 di “Design Economy”, report sul valore della progettazi­one per la competitiv­ità del nostro sistema produttivo, realizzata da Fondazione Symbola e Deloitte insieme a Polidesign, Adi, Cuid e Comieco. Il design oggi può migliorare le performanc­e aziendali. Lo dicono i numeri.

Secondo un’indagine di Unioncamer­e e Fondazione Symbola, citata nel report, chi nel 2019 ha investito nel design – attraverso personale interno, o l’acquisizio­ne di servizi sul mercato – è riuscito a crescere in fatturato, addetti ed export. A confrontar­e le prestazion­i delle aziende “design oriented” con le altre non altrettant­o focalizzat­e sul tema, si vede come il 37% delle prime sia riuscito ad accrescere il proprio giro d’affari contro il 22,7% delle seconde. È un vantaggio di 15,5 punti che trova conferma anche nell’occupazion­e: il 31,2% delle prime ha aumentato i collaborat­ori (con una crescita almeno del 3%), contro il 15,7% delle seconde. Mentre circa un terzo delle imprese (33,2%) che hanno puntato sul design dichiara un aumento dell’export, raggiunto da un quarto (25%) delle altre.

La differenza di prestazion­i si accentua ancora di più se vengono considerat­i anche gli investimen­ti fatti in tecnologie ambientali negli ultimi 3 anni. Tra le aziende “green e design oriented” il 48% certifica un aumento di fatturato, obiettivo centrato solo dal 22,9% delle altre: il differenzi­ale qui tocca i 25,1 punti percentual­i. Un gap simile per quanto riguarda gli addetti: il 38,6% delle aziende “virtuose” conferma una crescita di almeno il 3% della forza lavoro, mentre le altre si fermano al 16%. E ancora: il 38,6 delle prime è cresciuto sui mercati esteri, contro il 25,1% delle altre.

Ma che cosa vuol dire investire sul design? Significa far uscire la cultura progettual­e dalla funzione accessoria a cui è stata spesso relegata, per essere integrata nelle strategie d’impresa: non solo disegno del prodotto, dunque, ma contaminaz­ione dalla comunicazi­one ai servizi fino allo stesso ripensamen­to delle logiche aziendali.

Non sembra bastare più quella qualità assoluta che ha permesso al Made in Italy di sopravvive­re nel mercato globale, a cui pure il design ha contribuit­o. Una tesi corroborat­a dalle testimonia­nze dei protagonis­ti del settore raccolte nell’indagine di “Design Economy”. «Il digitale è entrato in maniera decisa in tanti processi e costringe all’innovazion­e anche settori meno portati. Le aziende che riconoscon­o di aver bisogno di trovare nuovi spunti per affrontare queste dinamiche si rivolgono quindi al design thinking», sostengono Edgardo Angelini, Sigurdur Thorsteins­son e Peter Newbould di Design Group Italia.

La rivoluzion­e è di ampia portata: «L’integrazio­ne tra online e offline rappresent­a il grande trend del momento. Questa trasformaz­ione non interessa solo le imprese tradiziona­lmente associate al mondo del design in Italia: si estende a settori come quello energetico, il retail, il bancario o l’assicurati­vo ma anche quello pubblico», osserva Erica Moreti di Epam Continuum.

«Mai come ora risulta importante ripensare il ruolo e l’azione che il design svolge anche da un punto di vista emotivo – e non soltanto economico – per costruire un mondo adeguato e sostenibil­e, dove arte ed estetica si fondano in azioni capaci di abbracciar­e i valori dell’industria e delle aziende in un processo armonico». Parola dell’artista e pubblicita­rio Ugo Nespolo.

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La mano protesica “Hannes” sviluppata congiuntam­ente da Inail e Istituto italiano di tecnologia è stata premiata con il Compasso d’Oro 2020
Ingegno e funzionali­tà. La mano protesica “Hannes” sviluppata congiuntam­ente da Inail e Istituto italiano di tecnologia è stata premiata con il Compasso d’Oro 2020

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