Dirigenti, cinque voci nel fondo decentrato
Semplificazione delle regole di costituzione del fondo per la contrattazione decentrata, introduzione dell’obbligo di differenziare l’indennità di risultato sulla base delle graduatoria che risulta dalla valutazione, introduzione della salvaguardia dell’indennità di posizione in caso di spostamento a un incarico di minore rilevanza, incentivi al trasferimento in sedi disagiate, compensi per incarichi aggiuntivi assegnati, disciplina degli interim, ampliamento del vincolo del confronto alle procedure per il conferimento degli incarichi dirigenziali ed estensione ai dirigenti assunti a tempo determinato.
Sono queste, oltre ovviamente agli aumenti del trattamento economico, le principali novità contenute nel contratto nazionale del triennio 2016/2018 per i dirigenti dell’area delle funzioni locali e regionali, firmato definitivamente giovedì scorso all’Aran. Un contratto che, per la prima volta, detta disposizioni anche per i segretari comunali e provinciali e per i dirigenti amministrativi, tecnici e professionali della sanità. Circa le novità sulle indennità, in primo luogo, le voci che alimentano il fondo per la contrattazione decentrata della dirigenza, che continua a non essere suddiviso in parte stabile e variabile, vengono drasticamente ridotte, e contemplano: il fondo del 2019, senza una sanatoria delle sue eventuali irregolarità; le risorse previste da norme di legge; i risparmi derivanti dalla Ria e dagli assegni ad personam dei cessati; le somme derivanti dall’applicazione del principio della onnicomprensività e le quelle stanziate dall'ente per adeguare il fondo alle proprie scelte organizzative e gestionali.