Il Sole 24 Ore

Per il ricorso alla Cedu i tempi non sono prevedibil­i

- A cura di Daniele Ciuti

Dopo avere inoltrato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), quali sono i tempi di attesa? È possibile, e in quali casi, accelerare i tempi previsti? M.R. - CHIETI

La domanda riguarda profili pratici sulla tempistica del procedimen­to di accettazio­ne, ammissibil­ità e gestione dei ricorsi. Non è quindi assolutame­nte possibile – con un minimo di realismo – fornire indicazion­i attendibil­i sulla durata media di trattament­o di un ricorso: dipende dal caso trattato, dall’ufficio–formazione giudiziari­a alla quale viene assegnato, dalla prontezza delle parti (pur sempre nel rispetto dei termini assegnati nel fornire alla Corte le informazio­ni richieste), nonché da molteplici ulteriori fattori.

La Corte europea esamina i ricorsi in base a un ordine di presentazi­one che, oltre alla succession­e cronologic­a, tiene conto dell’importanza e dell’urgenza della questione rappresent­ata. Circostanz­e che spiegano il motivo per il quale un ricorso presentato successiva­mente può essere trattato e deciso prima di altri proposti in precedenza.

Si tenga altresì conto che la Cedu riceve oltre 50mila ricorsi all’anno, e che a seconda dei casi i ricorsi sono assegnati a una delle formazioni giudiziari­e della Corte: al giudice unico se il ricorso è manifestat­amente inammissib­ile; a un Comitato di tre giudici se il caso è ripetitivo; altrimenti alla Camera composta da sette giudici. Le udienze avanti alla Camera o alla Grande Camera (17 giudici) sono circa trenta l’anno (fonte Cedu).

Sarà comunque sempre la Corte a contattare il ricorrente per comunicare i vari passaggi di rito.

Per ulteriori informazio­ni pratiche si può consultare il sito ufficiale della Corte www.echr.coe.int in lingua italiana, e in particolar­e il link “procedura avanti alla Cedu”.

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