Per il ricorso alla Cedu i tempi non sono prevedibili
Dopo avere inoltrato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), quali sono i tempi di attesa? È possibile, e in quali casi, accelerare i tempi previsti? M.R. - CHIETI
La domanda riguarda profili pratici sulla tempistica del procedimento di accettazione, ammissibilità e gestione dei ricorsi. Non è quindi assolutamente possibile – con un minimo di realismo – fornire indicazioni attendibili sulla durata media di trattamento di un ricorso: dipende dal caso trattato, dall’ufficio–formazione giudiziaria alla quale viene assegnato, dalla prontezza delle parti (pur sempre nel rispetto dei termini assegnati nel fornire alla Corte le informazioni richieste), nonché da molteplici ulteriori fattori.
La Corte europea esamina i ricorsi in base a un ordine di presentazione che, oltre alla successione cronologica, tiene conto dell’importanza e dell’urgenza della questione rappresentata. Circostanze che spiegano il motivo per il quale un ricorso presentato successivamente può essere trattato e deciso prima di altri proposti in precedenza.
Si tenga altresì conto che la Cedu riceve oltre 50mila ricorsi all’anno, e che a seconda dei casi i ricorsi sono assegnati a una delle formazioni giudiziarie della Corte: al giudice unico se il ricorso è manifestatamente inammissibile; a un Comitato di tre giudici se il caso è ripetitivo; altrimenti alla Camera composta da sette giudici. Le udienze avanti alla Camera o alla Grande Camera (17 giudici) sono circa trenta l’anno (fonte Cedu).
Sarà comunque sempre la Corte a contattare il ricorrente per comunicare i vari passaggi di rito.
Per ulteriori informazioni pratiche si può consultare il sito ufficiale della Corte www.echr.coe.int in lingua italiana, e in particolare il link “procedura avanti alla Cedu”.