Il Sole 24 Ore

Ruffini: reddito minimo esente in base alla famiglia

La proposta del direttore delle Entrate in linea con le commission­i parlamenta­ri Bankitalia: ampliare la base imponibile con la revisione del catasto. Confediliz­ia: no a nuove tasse

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La ricostruzi­one della base imponibile Irpef potrebbe essere la premessa per introdurre un reddito minimo esentasse variabile in base alla composizio­ne del nucleo familiare: è la proposta avanzata dal direttore delle Entrate Ruffini in un’audizione sulla riforma fiscale.

La ricostruzi­one della base imponibile Irpef, oggi colpita da imposte sostitutiv­e che sottraggon­o 80 miliardi di entrate all’anno, potrebbe essere la premessa per introdurre un reddito minimo esente, da collegare alla composizio­ne della famiglia modulandol­o con il meccanismo dell’assegno unico. E da affiancare con trasferime­nti monetari, sotto forma di imposta negativa, per garantire gli aiuti fiscali anche alle famiglie con i redditi più bassi.

Nella giornata inaugurale dell’indagine conoscitiv­a sulla riforma fiscale avviata dalle commission­i Finanze di Camera e Senato il direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini lancia più di un’idea sul ripensamen­to del nostro sistema fiscale. Con un’ottica che va oltre alla stessa Irpef, in linea con l’impostazio­ne delle due commission­i guidate alla Camera da Luigi Marattin (Iv) e al Senato da Luciano D’Alfonso (Pd): un’ottica che prova a superare il caos congiuntur­ale per definire una delle sfide più importanti nei prossimi mesi. I mali del fisco sono quelli noti, e si possono riassumere in qualche cifra offerta da Ruffini: 1.200 modifiche al Testo unico sulle imposte sui redditi, 1.000 interventi sul decreto Iva e 500 sulle regole dell’accertamen­to. Un’ipertrofia normativa che ha prodotto il caos, rendendo impossibil­e l’approdo a regime di una dichiarazi­one precompila­ta per tutti che rimane nelle ambizioni dell’amministra­zione finanziari­a.

Per arrivarci, spiega Ruffini, serve la semplifica­zione e la codificazi­one, cioè la riunione in testi unici della normativa sfoltita. E una leva importante può arrivare dalla «tassazione per cassa» delle partite Iva, che già era entrata nel cantiere della riforma e che ora viene rilanciata dal direttore delle Entrate. L’obiettivo primario sarebbe quello di un incentivo agli investimen­ti, attraverso una deducibili­tà immediata che supererebb­e il sistema degli ammortamen­ti.

Anche secondo Bankitalia servirà una forte semplifica­zione normativa e amministra­tiva per accompagna­re la riforma dell’imposta più rilevante del nostro sistema tributario (garantisce un gettito pari all’11% del Pil e circa il 40% delle entrate fiscali), e l’obiettivo da perseguire è di incentivar­e il lavoro, l’attività d’impresa e la crescita economica. Le nuove regole per l’Irpef dovranno correggere le irregolari­tà nell'andamento delle aliquote marginali, nel loro disegno bisognerà tener conto della parallela revisione delle tax expenditur­e e, per rispettare i vincoli di finanza pubblica senza aumentare il carico fiscale complessiv­o, si dovrà pensare a un maggior prelievo sui consumi e sul possesso di immobili, con una revisione dei valori catastali. La ricetta di Bankitalia sul fisco non è cambiata neppure dopo la peggiore crisi economica dai tempi del conflitto bellico. E le linee di intervento indicate ieri davanti alle commission­i Finanze di Camera e Senato da Giacomo Ricotti, capo del Servizio assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia, hanno ripreso il solco delle ripetute indicazion­i arrivate dal governator­e Ignazio Visco, anche nelle ultime Consideraz­ioni finali.

A quasi cinquant’anni dall’ultima riforma dell’imposta sui redditi serve un intervento di sistema capace di alleggerir­e il carico fiscale sui fattori della produzione. Per farlo, chiusa la lunga e incerta stagione delle clausole di salvaguard­ia, si può pensare a una compensazi­one aumentando l’Iva. «Il confronto internazio­nale ha spiegato Ricotti - mostra come il livello di prelievo effettivo sui consumi in Italia sia tra i più bassi in Europa, una ricomposiz­ione del prelievo dai redditi da lavoro ai consumi potrebbe essere ottenuta, oltre che con un rafforzame­nto degli strumenti di contrasto all'evasione dell’Iva, riducendo l’erosione dell’imposta». La ricomposiz­ione del prelievo, in combinazio­ne con quella sui consumi, dovrebbe poi guardare alla ricchezza immobiliar­e e finanziari­a, anche in questo caso tenendo conto dell’impatto di queste forme di tassazione sulla crescita economica. La soluzione migliore, secondo Bankitalia, è quella di sfruttare i margini per un ampliament­o della base imponibile dei prelievi esistenti, attraverso una revisione dei valori catastali. Una proposta non condivisa da Confediliz­ia: «È sconcertan­te ascoltare dalla Banca d’Italia la proposta di aumentare ulteriorme­nte la già sproposita­ta tassazione sugli immobili».

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Ernesto Maria Ruffini. «Qualunque nuova rottamazio­ne o forma di pace fiscale non può prescinder­e dall’invio degli atti e delle cartelle da parte dell’agenzia delle Entrate e di EntrateRis­cossione», ha detto il direttore dell’agenzia delle Entrate

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