Navi da crociera, la Cina punta sulla italiana Somec
La società di Treviso al lavoro su cinque delle otto grandi unità in cantiere Marchetto: ordini per 720 milioni, nel 2021 attesi ricavi per oltre 251 milioni
È la Cina la nuova frontiera per l’industria manifatturiera italiana che produce componenti per navi da crociera. La Somec di Treviso, gruppo specializzato nella realizzazione di grandi progetti in ambito navale e civile, si è aggiudicata due nuove commesse per oltre 3 milioni di euro, e sta già lavorando su cinque delle otto navi passeggeri attualmente in costruzione nei cantieri cinesi.
È la Cina la nuova frontiera per l’industria manifatturiera italiana che produce componenti per le navi da crociera. Nel Paese del dragone, infatti, il settore cruise sta segnando un notevole sviluppo, che avrà un ulteriore forte accelerazione appena la pandemia di Covid sarà completamente alle spalle con i vaccini. Ne è convinto Oscar Marchetto, presidente di Somec, gruppo con base a Treviso che, da febbraio 2019, ha aperto una filiale in Cina (Somec Shanghai) e, con due nuove commesse acquisite in dicembre per oltre 3 milioni di euro complessivi, sta già lavorando su cinque delle otto navi passeggeri attualmente in costruzione nei cantieri cinesi. Ora il gruppo punta sviluppare partnership con aziende locali.
Somec (fondato nel 1978) è un gruppo specializzato nella realizzazione di grandi progetti, chiavi in mano, nell’ambito navale e civile, relativi a involucri vetrati, progetti architettonici speciali, allestimento di aree pubbliche, cucine professionali.
Nel 2013, dopo un periodo di crisi, l’azienda viene rilevata da Marchetto con i soci Giancarlo Corazza e Alessandro Zanchetta che focalizzano il core business sulle navi. In particolare, per le navi da crociera, Somec si occupa di produzione, installazione e refitting di involucri vetrati, cucine e aree pubbliche. Negli ultimi anni, il gruppo ha proceduto con diverse acquisizioni anche nel comparto civile. Nel 2020, nonostante l’emergenza
Covid, si è espanso con l’acquisizionie di tre aziende venete e, in agosto, è approdato al mercato Mta di piazza Affari (era già in Borsa, su Aim, dal 2018).
«Nel 2019, a fronte di un portafoglio ordini da 638 milioni di euro spiega Marchetto - il gruppo ha fatturato 251,4 milioni (+51,9% sul 2018) con un Ebitda a 24,4 milioni (+27,7%) e un utile netto consolidato di 8,6 milioni». E se il 2020, con la pandemia, è stato un anno interlocutorio, con una flessione dei ricavi (nel primo semestre dell’anno, ndr) del 7,6%, per effetto dello slittamento dell’esecuzione delle commesse a seguito del lockdown, «il backlog – afferma Marchetto – è comunque in crescita (720 milioni al 30 giugno 2020, ndr). Per il 2021, dunque, il nostro obiettivo è crescere, quanto a ricavi, rispetto al 2019».
L’imprenditore, in effetti, è «fiducioso nella ripresa post Covid», a partire proprio dalla Cina, che è destinata diventare, sostiene, «il quarto cantiere mondiale per la costruzione di navi da crociera», dopo le grandi realtà europee di Fincantieri, Meyer Werft e Chantiers de l’Atlantique. Del resto, la stessa Fincantieri è sbarcata da tempo in Cina attraverso una joint venture con China state shipbuilding corporation (Cssc), per la realizzazione di navi da crociera per il mercato cinese e asiatico da realizzare nel cantiere di Shanghai Waigaoqiao shipbuilding (Sws), che è parte di Cssc.
Somec, racconta Marchetto, si è appena aggiudicata in Cina «due commesse d’importo superiore a 3 milioni di euro complessivi, con consegna prevista entro il 2022, che portano a un valore di 253 milioni gli ordini acquisiti dal gruppo da inizio 2020. Si tratta di un contratto per l’allestimento di aree catering (cioè ristorazione e bar, ndr) su una nave in costruzione nei cantieri di China merchant heavy industry Jiangsu (Cmhi), che vale circa 1,5 milioni del totale, e di un ordine, del valore di quasi 1,8 milioni, per l’installazione di involucri vetrati, nel cantiere Sws».
Attualmente, prosegue Marchetto, «lavoriamo con tre dei quattro principali cantieri navali cinesi (Sws, Cmhi e Xiamen shipbuilding industry, ndr) e su cinque delle otto commesse di navi attivate in Cina, due delle quali sono per l’armatore Usa Sunstone che sta realizzando piccole unità cruise exploration da 10mila tonnellate di stazza. Altre due sono per unità di Carnival China (sopra le 100mila tonnellate, ndr) e una terza riguarda una costruzione per la finlandese Viking Line», nel cantiere privato Xiamen, in cui Tsi, società di Somec, è impegnata nell’allestimento delle aree pubbliche della nave. «Il mercato delle crociere cinese - sottolinea Marchetto - è in grande sviluppo: su 30 milioni di passeggeri cruise nel mondo solo il 4,9% è in Cina e Pechino intende sviluppare il turismo crocieristico; per questo ha dato l’avvio alla costruzione di terminal e navi. Unità che arriveranno tutte in operatività nel periodo post Covid».
Marchetto spiega anche di non temere un’eventuale concorrenza cinese rispetto al mercato delle costruzioni di navi da crociera, che attualmente è tutto europeo. Pechino, sottolinea, «vuole incrementare il mercato in Cina e Asia, che è sottosviluppato. Il 60% delle crociere oggi è in Usa e il resto in Europa e solo il 2% del turismo mondiale va in crociera. Dopo il Covid, ci sarà una grande voglia di viaggiare e credo che il mercato cruise nel mondo potrà salire in breve al 3%. Non a caso, a dispetto della pandemia, non sono stati annullati ordini ma solo eliminate le navi più vecchie. C’è spazio, quindi, per una crescita della Cina nel settore, senza che il resto del mondo tema la concorrenza. Anche perché l’obiettivo di Pechino è creare turismo lì e le navi sono costruite secondo standard asiatici che poco si conciliano con quelli occidentali».