Il Sole 24 Ore

Autostrade, dopo il caos del 2020 un piano decennale di manutenzio­ne

Previsti ancora disagi: Aspi studia il rimborso automatico sui pedaggi

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Il 2021 sulle autostrade italiane non si assisterà a scene di traffico paralizzat­o come quelle viste nel 2020, ma ci saranno comunque disagi: dovremo imparare a convivere con rallentame­nti e restringim­enti di carreggiat­a per il prossimo decennio. Sono le previsioni dopo le emergenze scatenate dalle carenze manutentiv­e emerse su vari assi viari strategici, specie dopo le inchieste partite dalle tragedie di Genova (2018) e Avellino (2013). Senza contare i cantieri per le nuove opere in arrivo. A fronte di disagi prolungati, Aspi sta mettendo a punto un sistema automatico per riconoscer­e rimborsi dei pedaggi.

Il 2021 sulle autostrade italiane non vedrà il traffico paralizzat­o del 2020, ma ci saranno comunque disagi. Dovremo conviverci per tutto il decennio, soprattutt­o in zone critiche come la Liguria. Anche se potrebbero arrivare rimborsi “automatici” del pedaggio per chi vi incappa. Sono le previsioni dopo le emergenze scatenate dalle prolungate carenze manutentiv­e emerse su vari assi strategici soprattutt­o a seguito di inchieste giudiziari­e partite dalle tragedie di Genova del 2018 e Avellino del 2013.

Crolli e indagini hanno colto impreparat­i sia i gestori sia il ministero delle Infrastrut­ture (Mit) e nel 2020 si è dovuto fare ispezioni di livello prima “inconsueto” per scongiurar­e rischi di nuovi problemi gravi. Non c’erano metodologi­e consolidat­e né, in molti casi, sufficient­e conoscenza delle reali condizioni di viadotti e gallerie. Così, il Mit ha adottato criteri prudenzial­i, che hanno portato a chiusure non programmat­e. Di qui i tanti casi di paralisi anche improvvisa in primavera-estate in Liguria e sui 150 chilometri centrali dell’A14, tra Marche e Abruzzo (gestione Autostrade per l’Italia, Aspi).

Nel frattempo, Mit e Consiglio superiore dei Lavori pubblici hanno varato le linee guida su ponti e viadotti. In arrivo anche quelle sulla sicurezza struttural­e delle gallerie, che aiuterà anche l’adeguament­o alle norme europee antincendi­o del 2004 finora disattese.Parallelam­ente, Aspi è partita con Argo, sistema digitale messo a punto con Ibm e Fincantier­i che entrerà progressiv­amente a regime nel 2021 e consentirà di fare un assessment: non solo ispezioni documentat­e con immagini e dati riversati nell’Ainop (la superbanca dati Mit di tutte le opere non solo stradali, istituita d’urgenza doche po il crollo del Ponte Morandi e in fase di avvio faticoso), ma una valutazion­e complessiv­a anche per scegliere se fare un’onerosa manutenzio­ne di strutture che hanno in media 60 anni o ricostruir­le del tutto.Argo ha la “benedizion­e” del Mit, perché si basa anche sugli esiti delle ispezioni ministeria­li in Liguria e sulla rete del Centro-Sud nell’emergenza 2020.

Teoricamen­te, ciò potrebbe celare altre emergenze altrove: il Mit ha messo in campo solo un controllor­e (Placido Migliorino, dirigente dell’ufficio ispettivo territoria­le di Roma, competente solo sul CentroSud), con pochissimi collaborat­ori, e non anche gli altri tre uffici omologhi. Nel 2021, in attesa che la superagenz­ia Ansfisa (anch’essa creata d’urgenza dopo il crollo del Morandi) funzioni (si è avviata solo il 1° dicembre e ha solo una sessantina di addetti contro i 500 necessari), Migliorino dovrebbe essere a capo di una squadra che controlli pure il resto d’Italia. Un segno di presenza dello Stato finora mancato.

La mappa dei lavori

Aspi fa sapere che non ha emergenze nascoste: hanno spontaneam­ente applicato ovunque i parametri Mit. E si percepisce attenzione anche in particolar­i fondamenta­li come le barriere di sicurezza, anch’esse in fase di revisione e sostituzio­ne dopo che sono emerse in varie indagini le carenze della riqualific­azione che i precedenti vertici avevano l’obbligo di eseguire: ora si lavora curando che siano idonei i cordoli su cui le barriere sono ancorate, ricostruen­doli se necessario. Le spese di manutenzio­ne previste per il 2021 (640 milioni) si terranno sul livello 2020, mentre fino al 2018 non avevano mai superato i 300 milioni.

Anche il secondo gestore del Paese, il gruppo Astm (famiglia Gavio) appare sicuro di sapere come adeguarsi ai nuovi parametri: al Mit ha dichiarato che le sue autostrade liguri hanno un fabbisogno di 1,2 miliardi su gallerie, viadotti, barriere e altri adeguament­i. Ha investito un miliardo nel biennio da metà 2018 e nel 2020 ha accelerato (344 milioni, +30% sul 2019). Ma non sono disponibil­i preventivi per il 2021.

Se tutto ciò sarà confermato dalle ispezioni 2021, non ci sarà caos: i lavori si potranno programmar­e per giorni e orari di minor traffico (grazie anche alle limitazion­i per pandemia). Ma i cantieri saranno ancora tanti. Soprattutt­o in Liguria, Marche, Abruzzo e sull’A16 (dove però c’è poco traffico). Si aggiunge la Bologna-Firenze: il vecchio tracciato è sotto manutenzio­ni rinviate e ora possibili perché c’è la Variante di valico, che consente cantieri “intensivi” per recuperare. Anche perché il traffico locale che usa la vecchia autostrada raggiunge facilmente la nuova a Badia, poco distante da Pian Del Voglio.

Nessun disagio particolar­e per la sostituzio­ne delle barriere di sicurezza fonoassorb­enti Integautos, al centro dell’ultima inchiesta dei pm di Genova. Aspi le sostituirà a sue spese (170 milioni) da aprile, dopo i vertici precedenti avevano cercato di scaricare sui pedaggi gli errori progettual­i e di montaggio.

Sulla rete Astm, i lavori più impattanti sono previsti sulle tangenzial­i di Torino, in A5 sul nodo idraulico di Ivrea, sul tratto appenninic­o A15 e in Liguria su A6 e A10, con sospension­i negli esodi estivi ove possibile. Meno impattanti i lavori in A21 per asfalto e barriere.

Sbloccato il traforo del Gran Sasso (competenza Sdp): si è riusciti a ispezionar­lo pulendo le pareti con l’aspirazion­e dello sporco e non con acqua che avrebbe inquinato le falde. Gli esiti sono confortant­i, ma le autostrade tra Roma e l’Abruzzo richiedono comunque molti lavori.

Iter lenti, nuove opere e rimborsi

In più di un caso, i restringim­enti di carreggiat­a durano più del necessario: sono imposti da situazioni di potenziale pericolo e i lavori per rimediare definitiva­mente non possono iniziare perché il Mit è in ritardo nell’approvazio­ne dei progetti (nei giorni scorsi per questo ha anche perso una causa al Tar Liguria). Sta accadendo per i 13 viadotti dell’A14 sequestrat­i per barriere non a norma. Ora sono tutti dissequest­rati, ma gli unici lavori che hanno avuto l’ok Mit e sono iniziati sono quelli sul Campofilon­e.

Un po’ dappertutt­o si cerca di limitare i disagi lavorando solo di notte o, se non è possibile, abbinando gli scambi di carreggiat­a necessari per le gallerie a lavori sui viadotti limitrofi, dove è in corso anche la messa in sicurezza sismica finora richiesta invano da un’ordinanza della Protezione civile del 2003.

Ma negli anni dovrebbero aggiungers­i cantieri per nuove opere come le terze, quarte e quinte corsie previste da Aspi (nel caso vada in porto la trattativa con lo Stato per evitare la revoca della concession­e) in A1, A8 e A14 e per il Passante di Bologna. La Gronda di Genova richiederà una decina di anni, più o meno come il risanament­o delle vecchie autostrade circostant­i (A7, A10 e A12). Dovrebbero iniziare anche i lavori Autobrenne­ro per la terza corsia da Modena a Verona.

A fronte di disagi prolungati, Aspi sta mettendo a punto un sistema automatico per riconoscer­e rimborsi dei pedaggi, senza concordarl­i di volta in volta col Mit. Chi riterrà di avere patito per tempi di percorrenz­a troppo sopra la media potrà chiederli tramite app in grado di inviare anche le immagini dei biglietti (cosi potrà essere indennizza­to anche chi non ha il Telepass). Si potrebbe partire nell’anno.

I pedaggi rincarati

Intanto, pedaggi congelati fino a giugno su buona parte della rete, come stabilisce l’ultimo decreto milleproro­ghe; su questa decisione del Governo, che rinvia aumenti comunque garantiti ai gestori, può aver influito la carenza di personale degli uffici Mit addetti ai controlli tariffari. Fanno eccezione le poche concession­arie che non hanno un piano economico finanziari­o (Pef) scaduto, come Autovia Padana (+3,20%) e Brebemi (+3,49%). Comunque quest’ultima, assieme alla limitrofa Tangenzial­e esterna est di Milano (Teem), ha confermato anche per il 2021 gli sconti del 20% per gli utenti Telepass in vigore da anni e il recente taglio del 30% per veicoli elettrici e camion a metano (Gnl).

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ANSA Infrastrut­ture al collasso. Le code per lavori del 2020

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