L’ATTESA DEL COLLE PER LE MOSSE DEI LEADER
Come quando si rischia un crollo, innanzitutto vengono salvate le cose indispensabili. E così si ragiona al Quirinale: prima di tutto tutelare il Recovery Plan che è l'unica occasione per rialzarsi da una crisi economica e, a questo punto, forse pure politica. Dunque, mettere le transenne intorno a quel piano europeo è stata la priorità e Mattarella l'ha condivisa nei colloqui avuti nel fine settimana con i protagonisti di questa fase, a cominciare da Renzi. «Speriamo di poterlo approvare ma è un pezzo dei problemi, non si può continuare col Governo dell'immobilismo» diceva il coordinatore di Iv Rosato in vista del Consiglio dei ministri di stasera. Insomma, una dichiarazione che lascia aperta la crisi e in effetti, anche nel linguaggio istituzionale del capo dello Stato, aver voluto salvaguardare il Recovery vuol dire che teme davvero un avvitamento delle divisioni fino a travolgere pure l'ipotesi del Conte III.
Al Colle non si fanno scenari ma, vista la fibrillazione di queste ore, si attendono le mosse di tutti i leader in campo e innanzitutto di Renzi e Conte perchè è decisivo il modo in cui si consumeranno i vari passaggi. Ieri i rumors erano i più diversi. Chi sosteneva che dopo il via libera al piano Ue le due ministre di Iv strapperanno affossando il Governo e chi sosteneva che il premier non si dimetterà ma andrà direttamente in Parlamento a chiedere un voto. Due scenari molto diversi che comporterebbero decisioni differenti da parte del capo dello Stato e per questa ragione al Quirinale – ieri – c'era la consegna del silenzio. Resta la preoccupazione di non lasciare il Paese in un vuoto di potere che, in questo caso, vuol dire gestione pratica delle emergenze sanitaria, economica, finanziaria. Mattarella insomma cercherà di garantire che non resti senza guida il complesso quadro di decisioni urgenti tra piano vaccinale, controllo dei contagi, misure più restrittive a cui devono corrispondere ristori e nuovo scostamento di bilancio. Un pericolo che invece diventerebbe concreto sia se perdurasse lo stallo, sia se si dovesse scivolare verso le elezioni visto che tra scioglimento, campagna elettorale, insediamento delle nuove Camere e formazione dell'Esecutivo passerebbero circa tre mesi.
L'attesa del Colle è tanto più spiegabile leggendo le dichiarazioni dei vari esponenti dei partiti in cerca di un'architettura che regga all'urto di questa crisi. Ieri Goffredo Bettini si è spinto pure a immaginare una parte di Forza Italia in maggioranza. Al di là dei tentativi in corso, resta il senso di questa rottura che riguarda i calcoli di Renzi per uscire dalla marginalità del 3%, del Pd di riequilibrare il potere con Conte mentre i 5 Stelle stanno subendo la crisi fino al punto che una parte di loro arriva a immaginare un distacco dal premier. Le ombre però si allungano: Moody's ieri metteva l'Italia tra i Paesi a rischio rating nel 2021.