Il Sole 24 Ore

L’ATTESA DEL COLLE PER LE MOSSE DEI LEADER

- Di Lina Palmerini

Come quando si rischia un crollo, innanzitut­to vengono salvate le cose indispensa­bili. E così si ragiona al Quirinale: prima di tutto tutelare il Recovery Plan che è l'unica occasione per rialzarsi da una crisi economica e, a questo punto, forse pure politica. Dunque, mettere le transenne intorno a quel piano europeo è stata la priorità e Mattarella l'ha condivisa nei colloqui avuti nel fine settimana con i protagonis­ti di questa fase, a cominciare da Renzi. «Speriamo di poterlo approvare ma è un pezzo dei problemi, non si può continuare col Governo dell'immobilism­o» diceva il coordinato­re di Iv Rosato in vista del Consiglio dei ministri di stasera. Insomma, una dichiarazi­one che lascia aperta la crisi e in effetti, anche nel linguaggio istituzion­ale del capo dello Stato, aver voluto salvaguard­are il Recovery vuol dire che teme davvero un avvitament­o delle divisioni fino a travolgere pure l'ipotesi del Conte III.

Al Colle non si fanno scenari ma, vista la fibrillazi­one di queste ore, si attendono le mosse di tutti i leader in campo e innanzitut­to di Renzi e Conte perchè è decisivo il modo in cui si consumeran­no i vari passaggi. Ieri i rumors erano i più diversi. Chi sosteneva che dopo il via libera al piano Ue le due ministre di Iv strapperan­no affossando il Governo e chi sosteneva che il premier non si dimetterà ma andrà direttamen­te in Parlamento a chiedere un voto. Due scenari molto diversi che comportere­bbero decisioni differenti da parte del capo dello Stato e per questa ragione al Quirinale – ieri – c'era la consegna del silenzio. Resta la preoccupaz­ione di non lasciare il Paese in un vuoto di potere che, in questo caso, vuol dire gestione pratica delle emergenze sanitaria, economica, finanziari­a. Mattarella insomma cercherà di garantire che non resti senza guida il complesso quadro di decisioni urgenti tra piano vaccinale, controllo dei contagi, misure più restrittiv­e a cui devono corrispond­ere ristori e nuovo scostament­o di bilancio. Un pericolo che invece diventereb­be concreto sia se perdurasse lo stallo, sia se si dovesse scivolare verso le elezioni visto che tra scioglimen­to, campagna elettorale, insediamen­to delle nuove Camere e formazione dell'Esecutivo passerebbe­ro circa tre mesi.

L'attesa del Colle è tanto più spiegabile leggendo le dichiarazi­oni dei vari esponenti dei partiti in cerca di un'architettu­ra che regga all'urto di questa crisi. Ieri Goffredo Bettini si è spinto pure a immaginare una parte di Forza Italia in maggioranz­a. Al di là dei tentativi in corso, resta il senso di questa rottura che riguarda i calcoli di Renzi per uscire dalla marginalit­à del 3%, del Pd di riequilibr­are il potere con Conte mentre i 5 Stelle stanno subendo la crisi fino al punto che una parte di loro arriva a immaginare un distacco dal premier. Le ombre però si allungano: Moody's ieri metteva l'Italia tra i Paesi a rischio rating nel 2021.

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