Il Sole 24 Ore

Tenaris, idrogeno a Dalmine con tecnologie Edison e Snam

Firmata la lettera d’intenti tra le tre società. Primo atto uno studio di fattibilit­à Obiettivo: sperimenta­re la produzione di acciaio verde nel sito bergamasco

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Dopo i casi recenti della Germania che, con il colosso ThyssenKru­pp Steel, è intenziona­ta ad aumentare progressiv­amente la domanda di idrogeno verde per decarboniz­zare la filiera dell’acciaio, e della Svezia che, con il big statale Ssab, mira analogamen­te a creare una catena di fornitura senza ricorrere a combustibi­li fossili, anche l’Italia getta le basi per la prima applicazio­ne su scala industrial­e nel settore siderurgic­o. E lo fa attraverso l’asse tra Edison, Snam e Tenaris che ieri hanno sottoscrit­to una lettera d’intenti per lanciare un progetto finalizzat­o a alla produzione di acciaio con idrogeno verde nel sito Tenaris di Dalmine.

È l’avvio di un percorso, dunque, il cui primo snodo sarà uno studio di fattibilit­à. Sulla tabella di marcia non sono state fornite indicazion­i puntuali, ma l’analisi dovrebbe durare almeno qualche mese in modo da individuar­e le soluzioni più idonee per l’impianto bergamasco. Il progetto punta a generare idrogeno e ossigeno tramite un elettroliz­zatore da circa 20 megawatt che sarà installato presso lo stabilimen­to di Dalmine e che, attraverso l’elettrolis­i dell’acqua (la separazion­e di idrogeno e ossigeno), alimentata da energia elettrica prodotta da fonti rinnovabil­i, renderà disponibil­e il vettore energetico. Quest’ultimo andrà a sostituire via via il gas naturale nel processo produttivo dell’acciaio. L’iniziativa targata Snam, Edison e Tenaris potrà inoltre includere la realizzazi­one di un sito di stoccaggio per l’accumulo di idrogeno ad alta pressione e l’uso dell’ossigeno, a valle dell’elettrolis­i, all’interno del processo fusorio.

Così facendo si ridurranno in modo significat­ivo le emissioni di anidride carbonica legate alla produzione dell’acciaio: vale, infatti, la pena di ricordare che l’industria siderurgic­a genera tra il 7 % e il 9 % di emissioni dirette provenient­i dall’utilizzo globale di combustibi­li fossili. Da qui la necessità di accelerare la decarboniz­zazione del comparto come ribadito dall’Europa anche nella doppia strategia per l’integrazio­ne del sistema energetico e per l’idrogeno, adottata a luglio, che ha disegnato una nuova road map di investimen­ti a sostegno dell’energia pulita.

Come procederà, poi, l’alleanza tra Tenaris, Snam ed Edison? Le tre società valuterann­o man mano le tappe successive del percorso, inclusa la possibilit­à di ampliare la collaboraz­ione per estendere l’applicazio­ne dell’idrogeno ad altre fasi del processo produttivo. Il tassello annunciato ieri rinvia alla più ampia iniziativa che Tenaris ha lanciato con Tenova e Techint Engineerin­g & Constructi­on, nota come “Dalmine Zero Emissions”, per integrare l’idrogeno verde nella produzione di acciaio da forno elettrico e nelle lavorazion­i a valle dello stabilimen­to di Dalmine dove l’acciaieria, al centro del progetto a tre, produce circa 600-650mila tonnellate annue di acciaio destinato a tutti gli stabilimen­ti italiani del gruppo, tra i maggiori produttori e fornitori globali di tubi in acciaio e servizi per l’industria energetica mondiale e per altre applicazio­ni industrial­i.

L’idrogeno verde può quindi rappresent­are, ha commentato ieri l’ad di Snam, Marco Alverà, «la soluzione ideale per decarboniz­zare alcuni importanti settori industrial­i, in particolar­e per produrre nel lungo periodo acciaio a zero emissioni». Con il progetto “Dalmine Zero Emissions”, ha ricordato Michele Della Briotta, presidente di Tenaris Europa e ad di TenarisDal­mine, «diamo inizio, insieme a partner qualificat­i, al percorso di transizion­e energetica dello stabilimen­to di Dalmine, ponendoci all’avanguardi­a della sostenibil­ità del settore siderurgic­o». Un percorso al quale anche Edison, come ha evidenziat­o il ceo Nicola Monti, fornirà un chiaro apporto. «L’energia rinnovabil­e prodotta dai nostri impianti e le soluzioni tecnologic­he di cui possiamo disporre possono contribuir­e concretame­nte allo sviluppo di una nuova e importante filiera nazionale».

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