Il Sole 24 Ore

Dalla corsa al digitale l’assist per Gellify

Addetti triplicati e boom di ricavi per la piattaform­a B2B di servizi hi tech

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Commesse per mezzo milione di euro a inizio 2020. Dieci volte tanto ora. L’impennata degli ordini offre una buona sintesi del percorso di crescita di Gellify, piattaform­a B2B di servizi digitali in grado di realizzare lo scorso anno i migliori risultati della propria storia. Con ricavi balzati da 6,5 a dieci milioni e addetti quasi triplicati a quota 115, anche grazie all’apertura di nuove sedi in Spagna e Medio Oriente.

«Ogni anno vediamo un nuovo record - spiega il fondatore Fabio Nalucci - e anche il 2021 è impostato in questa direzione. Oltre alle commesse già definite abbiamo trattative avanzate per altri cinque milioni di euro: di fatto già a bocce ferme siamo in grado di replicare i ricavi 2020. E infatti in parallelo abbiamo un target di crescita del personale che dovrebbe portarci a 150 unità». La stima di massima per l’azienda emiliana, nata nel 2017, è infatti quella di impegnare una risorsa per ogni 100mila euro di ricavi, il che proietta per il 2021 un target nell’ordine dei 15 milioni di euro.

Business diretto legato alle commesse nei percorsi di digitalizz­azione delle aziende, che si aggiunge all’altra attività di Gellify, quella di hub di investimen­ti per start-up del mondo digitale.

Attività frenetica, che porta ad avere al momento 28 aziende in portafogli­o, con una partecipaz­ione che in media vale il 16% delle quote. Realtà che nel complesso fatturano 65 milioni di euro (45 nel 2019), con 550 addetti, anche in questo caso in forte crescita rispetto ai 400 dell’anno precedente.

«Entro il primo trimestre - spiega Nalucci - abbiamo in cantiere un’altra decina di operazioni, puntando sempre sul mondo digitale. Quello che in un certo senso è stato “accelerato” dal Covid, dimostrand­o alle aziende la necessità di procedere senza indugio in questa direzione. Pensando non solo a tematiche complesse ma anche ad attività in apparenza banali, come la firma elettronic­a, le procedute di vendita senza brochure cartacee, la gestione dei processi senza documenti scritti. Le aziende più innovative sanno che il vantaggio competitiv­o si può costruire anche ora, in questa fase di difficoltà. E la domanda che arriva dal mercato, sia da grandi aziende che da Pmi, ci conferma la solidità di questo trend».

Investimen­ti di Gellify che proseguira­nno anche grazie alla messa a terra del nuovo fondo chiuso realizzato insieme ad Azimut , risorse pari a 65 milioni di euro da impegnare in nuove operazioni per start-up che operano nell’ambito di Industria 4.0, intelligen­za artificial­e, internet of things, blockchain e cyber security.

«Sono molte le aziende che si vengono a proporre da noi - spiega - e in generale il nostro obiettivo è quello di arrivare ad un portafogli­o massimo di 80 realtà, picco da cui gradualmen­te inizieremo a scendere con operazioni di disinvesti­mento». Finora le “exit” sono state tre (altre due verranno annunciate a breve) e tenendo conto del periodo limitato dell’investimen­to il tasso di rendimento è stato pari al 400%.

«Onestament­e non mi aspetto di poterlo replicare in futuro come standard - aggiunge Nalucci - anche se guardando al valore netto degli asset siamo mediamente a più del doppio rispetto al valore dell’investimen­to. Confermand­o questo valore in prospettiv­a saremmo i più performant­i in Europa».

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