Telecom cavalca la sostenibilità con un bond da 1 miliardo
Domanda record per il prestito collocato al rendimento dell’1,75%
Telecom torna sul mercato dei bond, dopo quasi due anni di assenza, con un’emissione “sostenibile” da 1 miliardo. Si tratta del primo bond di questo genere emesso dalla compagnia che, a fine dicembre, aveva promosso un road-show per illustrare il suo piano di sostenibilità. Destinazione del finanziamento: i progetti ambientali e sociali individuati (che sono illustrati anche sul sito della compagnia). «Tim vuole porsi come modello di riferimento nel gestire in modo efficiente ed eco-sostenibile le proprie infrastrutture, la rete in fibra, la rete 5G e i data center, con l’obiettivo di chiudere il digital divide e accelerare lo sviluppo delle competenze digitali per contribuire fattivamente alla crescita del Paese», ha sottolineato l’ad Luigi Gubitosi.
Il prestito obbligazionario emesso ieri - che ha durata di otto anni e offre un rendimento dell’1,75% (contro una guidance iniziale del 2,25%) - ha ricevuto più di 350 ordini, domande complessive per 3,9 miliardi e domande finali per 2,8 miliardi. La precedente emissione - un bond senior da 1 miliardo di aprile 2019, con durata sei anni - offriva un rendimento del 2,875%. Il nuovo collocamento è stato effettuato a un rendimento inferiore anche a quello delle obbligazioni di analoga durata sul mercato secondario, pari ieri all’1,9%. Un ottimo risultato se si considera che il costo medio del debito Telecom è del 3,7% per una durata media di sei anni.
Il bond “sostenibile”, dunque, è costato meno a Telecom nonostante il recente downgrading di Moody’s, da Ba1 a Ba2, basato su tre considerazioni: 1) il contesto operativo sfidante con pressione su ricavi e generazione di cassa; 2) la crescente complessità della struttura del gruppo con la diluizione della quota in asset infrastrutturali-chiave quali FiberCop (della scoeità della rete secondaria Telecom avrà il 58%) e Inwit (17,2%); 3) la più aggressiva politica finanziaria associata con la decisione di tornare a distribuire il dividendo alle azioni ordinarie e gli ulteriori investimenti in Brasile. Tutto questo, secondo gli analisti di Moody’s, si sarebbe tradotto in un maggior livello di indebitamento. Per ora comunque il mercato - a caccia di investimenti sostenibili e inondato dalla liquidità messa in circolo per contrastare gli effetti del Covid - non sembra essersene preoccupato molto, visto l’esito del collocamento.
Complessivamente l’ammontare dei bond Telecom in circolazione arriva a 20 miliardi. Con l’emissione di ieri (curata da Banca Akros, Bnp Paribas, Crédit Agricole, Deutsche Bank, UniCredit, Santander, Bbva, Credit Suisse e Ubi) sono già state coperte le scadenze di quest’anno (564 milioni), ma non si esclude che - se le condizioni saranno favorevoli - la società possa presentarsi ancora sul mercato nei prossimi mesi per anticipare gli impegni del 2022, quando scadranno 3,1 miliardi di bond e sarà da pagare la licenza 5G.