Il Sole 24 Ore

EasyJet fa cassa: prestito da 1,4 miliardi di sterline

Virgin Atlantic vende due aerei per 230 milioni di dollari e riduce i voli

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Non è iniziato bene l’anno per il settore del trasporto aereo colpito da nuovi lockdown in Gran Bretagna e in Europa che stanno mettendo ancora a dura prova i vettori ormai sfiniti da 12 mesi di pandemia. Per sopravvive­re, si stanno utilizzand­o tutti gli stratagemm­i finanziari mentre la ripresa si allontana di mese in mese. EasyJet, ad esempio, ha fatto ricorso a un prestito quinquenna­le da 1,87 miliardi di dollari (1,4 miliardi di sterline) con parziale garanzia governativ­a attraverso l’UK Export Finance (UKEF) e sottoscrit­to da un sindacato di banche: servirà a rimborsare prestiti per 900 milioni di sterline ottenuti durante la prima ondata della pandemia, tra cui 600 milioni della Bank of England attraverso il Covid Corporate Financing Facility (CCFF).

Come la maggior parte delle compagnie aeree europee, easyJet sperava di prepararsi per la ripresa già a partire dalla prossima primavera, ma con le nuovi restrizion­i per limitare la diffusione dei contagi, i voli rimarranno a livelli minimi ancora per molti mesi. All’inizio di gennaio la stessa compagnia low cost ha annunciato di volere ridurre ulteriorme­nte la sua capacità dopo averla contenuta al 25% nel periodo natalizio. Per affrontare la crisi, finora easyJet ha adottato misure forti come il licenziame­nto di 4.500 dipendenti, perfeziona­to un aumento di capitale da 420 milioni di sterline e venduto dozzine dei suoi aerei per 900 milioni di sterline e non esclude ulteriori azioni, come annunciato ieri.

Anche Virgin Atlantic, la compagnia di Richard Branson, ha annunciato nuove misure per sopravvive­re alla pandemia come la vendita due aeromobili Boeing 787 per 230 milioni di dollari alla Griffin Global Asset Management e potere così ripagare un prestito ottenuto durante la prima fase della crisi. La chiusura delle rotte verso gli Stati Uniti ha messo in ginocchio il vettore che ha dovuto licenziare quasi la metà dei suoi 10mila dipendenti e affrontare una ricapitali­zzazione finanziari­a lo scorso settembre. Partecipat­a al 51% da Richard Branson e al 49% dalla statuniten­se Delta Air Lines, in questi mesi si è concentrat­a sul cargo i cui ricavi annuali sono cresciuti del 49% rispetto al 2019, in controtend­enza rispetto al fatturato dei voli commercial­i. A gennaio ha dichiarato che volerà il 30% della sua capacità stimando una ripresa nel 2021.

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